Capitolo 27

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Jenny
Torno a casa con ancora il suo profumo addosso.
Per tutto il viaggio in macchina ho sorriso come una stupida. Il sorriso non voleva andarsene.
Entro in casa a Carla sta mettendo a posto in salotto.
<Rob dov'è?>, chiedo togliendomi le scarpe.
<Se n'è andato dieci minuti fa, e mi ha detto che qualcuno qui è andato da Owen>, dice lei col sorrido di chi la sa lunga.
<Mi hai detto tu di lasciarmi andare no?>, chiedo ironica andando a sedermi sul divano.
<Tu che segui un mio consiglio?>, dice lei ridendo.
<Ma non tralasciare niente, raccontami>, dice lei sedendosi vicino a me e prendendo la ciotola con i pop corn dal tavolino.
<Ci siamo baciati>, dico senza tanti giri di parole.
Spalanca gli occhi come se le dovessero uscire dalle orbite.
<E...?>, chiede lei.
<Ed è stato..wow>, rispondo io alzandomi e camminando per il salotto.
<E lui? Pensi che gli sia piaciuto?>, chiede lei.
<Penso di sì>, rispondo tralasciando il fatto che sia venuto nei boxer.
<Ti piace quindi>, afferma lei sicura.
<Non lo so, il fatto che non mi dica tutto significa che non si fida>, dico io come se il buon umore mi fosse già passato.
<Vedi come fai tu? Quando ti succede qualcosa di bello, pensi subito a cose negative. Così finisci solo per farti del male e non riesci a viverti le cose al 100%>, dice lei prendendomi per le spalle.
Eh lo so che ha ragione.
So che io guardo il bicchiere sempre mezzo vuoto, ma la vita mi ha insegnato questo.
<Perché non provi ad essere semplicemente Jenny, per una volta? Solo tu. Niente paranoie, niente problemi>, cerca di convincermi lei.
<L'ho fatto stasera, sono andata da lui e ci siamo baciati>, dico io nervosa.
<E guardati adesso, è come se te ne fossi già pentita>, dice lei.
<No, no>, dico subito.
<Jenny prova a dare un'opportunità a te stessa>, dice lei abbracciandomi.
<Ci proverò>.
<Almeno è qualcosa>, risponde lei ridendo.
Vado a dormire con uno strano peso sul cuore.
Quando mi succede qualcosa di bello mi aspetto subito dopo la tempesta.
È stato sempre così.
Mi metto sotto le coperte e mi addormento così, con i pensieri a mille e la mente incasinata.

La mi sveglia stamattina è il mio telefono che squilla.
Senza vedere chi sia il contatto rispondo.
<Si?>, rispondo con la voce impastata.
<Ti ho svegliata?>, chiede un ragazzo dalla parte opposta del telefono.
Jay.
<No, sono sveglia da un sacco>, dico stropicciandomi gli occhi.
<Certo, come no>, risponde lui ridendo.
<Stamattina mi dimettono, passi a prendermi tu?>, chiede lui.
<Arrivo subito>, dico chiudendo la chiamata.
Sono le nove.
Vado in cucina e di Carla nessuna traccia.
Strano.
Di solito si sveglia sempre prima.
Vado in camera sua ma nulla.
È uscita?
Mentre preparo la colazione la chiamo.
<Pronto?>, risponde lei dopo quattro squilli.
<Dove sei?>, le chiedo.
<Eh..sono da Rob>, risponde lei poco convinta.
<E quando saresti uscita?>, chiedo io sospettosa.
<Sono uscita mezz'ora fa>, risponde lei come una macchina.
Qualcosa non quadra.
<È tutto apposto? È successo qualcosa?>, chiedo bevendo un tè caldo.
<No no, tutto bene>, risponde lei balbettando. Chiude la telefonata.
Questa cosa mi puzza.
Ma se è con Rob sono tranquilla, mi fido di lui.
Faccio colazione e poi decido di farmi una doccia, mi serve.
Sotto l'acqua calda i muscoli si rilassano.
Sento ancora la bocca di Owen sulla mia e senza farci caso la mia mano arriva fino alle labbra.
Mi avvolgo nell'accappatoio e vado in camera.
Metto l'intimo e poi un pantalone con una felpa che lascia scoperto l'ombelico e metto le scarpe.
Esco di casa e mi dirigo all'ospedale.
Quando arrivo in camera di Jay lo trovo già vestito e con le stampelle ai lati del letto.
<Ciao>, dico io entrando.
<Buongiorno, sei lenta lo sai?>, dice lui prendendomi in giro.
<Ho fatto più presto che ho potuto>, dico prendendo la borsa.
<Ce la fai?>, chiedo mentre lo guardo prendere le stampelle.
<Si, tranquilla>, dice lui facendomi la linguaccia.
<Sarei venuta con Carla ma non c'è>, spiego prendendo l'ascensore.
Ansia.
<Si, è da Josephine>.
Da chi?
Cosa c'entra la mamma di Owen adesso?
E lui come fa a sapere che Carla non era a casa?
Lo sapevo che mi stesse nascondendo qualcosa, l'ho capito dal suo tono di voce e dal fatto che abbia iniziato a balbettare.
<Tu..tu lo sapevi?>, chiede lui mettendomi una mano sulla spalla per attirare la mia attenzione.
<Secondo te?>, chiedo io irritata da questa cosa.
<Merda..ho fatto un casino>, sbuffa lui.
<No, è tutto ok. Non mi interessa più niente>, rispondo io mettendo la borsa in macchina e aiutandolo a sedersi.
Ancora una volta sono l'esclusa.
Anche Carla non mi dice niente, è uscita senza nemmeno avvisarmi.
E mi sono stancata di arrabbiarmi sempre, di essere quella che deve convincere gli altri a fidarsi.
Nessuno vuole dirmi niente? Va bene, non fa niente.
Non voglio sapere niente di quello che sta succedendo.
Purtroppo in questi casi la rabbia prevale e non posso fare nulla per metterla da parte.
Quando arriviamo a casa Carl, mia mamma ci accoglie con un enorme sorriso.
<Ciao tesoro>, dice subito lei.
La guardo e aiuto Jay a sedersi sull'enorme divano.
<Grazie Jenny>, dice lui sorridendo.
<Chiamami se hai bisogno>, gli dico e lui annuisce.
Esco in giardino e mia mamma mi chiama.
<Jenny aspetta>.
Mi volto e i suoi capelli sono sempre perfetti.
Trucco perfetto.
Abiti perfetti.
<Devo tornare a studiare mamma, gli esami non sono ancora finiti>, le dico sbrigativa.
<Voglio chiederti scusa>, dice lei subito.
Mi fermo di colpo.
<Per..per cosa?>, chiedo scioccata.
<Per tutto..per non averti detto di me e Carl>, dice lei gesticolando.
<L'ho superata mamma, vedo che sei felice, davvero>, le dico ironica.
<Avrei voluto dirtelo prima, avrei voluto avere più coraggio, avrei voluto essere una buona mamma per te>, dice lei con le lacrime agli occhi.
<Già, l'avrei voluto anche io ma non si può avere quello che si vuole dalla vita>, rispondo io.
Il telefono in tasca inizia a squillare: Carla.
Rifiuto la chiamata.
<So che non sono la mamma perfetta e che non sono mai stata affettuosa con te, non mi sono mai interessata granché alla mia famiglia e non voglio che tu mi perdoni subito per i miei sbagli, ma un domani..>, parla lei speranzosa.
<Tutti facciamo degli sbagli e non è questo il problema>, dico io guardandola seria.
<Vuoi fermarti oggi qui?>, mi chiede lei.
<Mamma..>, la avverto io.
<Così possiamo parlare meglio e chiarirci, ci tengo>, dice lei sorridendo.
La vedo cambiata.
La vedo più serena di quando era a casa con papà.
La vedo migliore.
<Vengo questa sera se per te va bene>, le dico.
<Si, porta anche Carla se vuoi>, risponde lei.
<No, credo che verrò da sola>, dico io andando verso la macchina.
Mia mamma che vuole avere un rapporto civile con me? Strano.
Molto strano.
Ma per quanto sia stata una donna dura è pur sempre mia mamma, e non posso non volerle bene.
Torno a casa e mi metto subito a studiare.
Prossimo esame: inglese.
Posso farcela.
Sono le sei e mezza a inizio a prepararmi per andare da Carl.
Non che la cosa mi entusiasma poi così tanto, ma almeno ci sarà anche Jay e penso che sia l'unico dalla mia parte.
Metto una maglietta con lo scollo a "V", un semplice pantalone e degli stivaletti bassi.
I capelli li raccolgo in una coda e sul viso metto solo un po' di Blush per dare un po' di colore.
<Ciao>.
Vado in salotto e trovo Carla, Rob e Owen.
Evito il suo sguardo.
Non saluto nessuno e vado in cucina per prendere la borsa che avevo lasciato lì.
<Ti ho chiamata>, cerca di dire Carla.
Sa già che sono arrabbiata con lei e sta testando il terreno.
<Ed io non ho risposto>, rispondo controllando che in borsa ci sia tutto.
<Sei arrabbiata?>, chiede lei mettendosi di fronte a me quando capisce che non voglio parlare.
<No>, rispondo soltanto.
<Dove vai?>, chiede Owen quando prendo dal mobiletto le chiavi di casa.
Non gli rispondo.
<Ti ho chiesto dove cazzo vai>, ripete lui bloccandomi un polso.
Lo guardo e capisco che quello che c'era ieri adesso non c'è più.
Come svanito, nel nulla.
<Lasciami>, dico mantenendo uno sguardo fermo e deciso.
Lui non molla la presa.
<Owen, ho detto che devi lasciarmi>, ripeto ancora scandendo bene le parole.
Lui lascia la presa e io apro la porta di casa.
<Jenny mi dispiace di non averti detto che uscivo stamattina>, dice ancora Carla con l'intenzione di fermarmi.
<Davvero pensi che sia per questo?>, chiedo io voltandomi.
<Mi hai mentito>, dico semplicemente.
<Non è vero>, replica subito lei.
<Mi hai detto che eri da Rob invece poi scopro che in realtà eri a casa di sua mamma>, dico indicando Owen.
<Te l'avrei detto>, risponde lei.
<Dovevi dirmelo in quel momento, cosa pensi che avrei detto? Io..io davvero non so più cosa pensare>, dico sussurrando.
<Pensavo che avresti fatto domande e..>, cerca di giustificarsi lei.
<Ma mentire era più facile che dirmi dove eri veramente. Avrei capito che riguardava loro>, dico indicando i ragazzi.
<Chi ti ha detto dov'era?>, chiede Rob accarezzandole la schiena.
<Jay, ma non importa chi sia stato>.
<E che ti ha detto?>, chiede Owen.
Lo guardo e faccio un sorriso amaro.
<Niente di niente, tranquillo il tuo segreto è al sicuro>, dico amara.
Vado verso la macchina e Carla mi ferma ancora.
<Dimmi almeno dove vai>.
<Da mia mamma>, rispondo semplicemente.
<Perché? Cosa vuole?>, chiede lei avvicinandosi.
<A quanto pare vuole rimettere le cose a posto>, rispondo sedendomi e mettendo la cintura.
<E da quando?>.
<Se tu fossi stata cinque minuti in casa oggi ti avrei raccontato tutto, ma ci sono cose più importanti adesso>, dico guardando alle sue spalle e indicando i due ragazzi.
Owen è entrato in casa, mentre Rob aspetta Carla.
<Non pensarlo minimamente. Tu sei mia sorella, ti voglio bene>, mi dice lei visibilmente pentita.
<Anche io te ne voglio. Sai che quando sono arrabbiata dico cose che non penso..ma adesso devo sbollire ok?>, dico sincera.
Forse avrò esagerato, ma da lei mi aspettavo altro.
Di certo non sparire per un giorno intero.
<Quindi non pensi quelle cose? Loro non sono più importanti di te>, afferma lei convinta.
<Lo sai che poi mi passa quando si tratta di te>, dico sorridendole debolmente.
Metto in moto e vado da mia mamma.
Quando arrivo la trovo in cucina intenta a cucinare e la cosa è davvero strana, lei non cucina mai.
O almeno non cucinava quando stava con papà.
<Mettiti comoda tesoro>, dice mia mamma indicando il salotto.
<Jay dov'è?>, chiedo.
<È di sopra, in camera sua>, mi spiega lei.
Salgo le scale e appare subito un lungo corridoio con cinque porte.
Non sapendo quale sia la camera di Jay busso ad ognuna.
<Se sei Jenny puoi entrare>, risponde Jay dalla parte opposta di una camera.
Che stupido.
Apro la porta e lo trovo sul letto con un libro in mano.
<Ciao, come facevi a sapere che sarei venuta?>, chiedo entrando e guardandomi intorno.
La camera è proprio quella di un ragazzo: colori non molto vivaci e qualche poster di qualche band sparsa qua e là sul muro.
<Tua mamma si sta preparando da quando te ne sei andata praticamente>, risponde lui ridendo.
<Ha detto che vuole chiarire>, replico io alzando le spalle.
<È la cosa giusta, è pur sempre tua mamma>, risponde lui chiudendo il libro.
<Stavi studiando?>, chiedo ancora.
<No, no..Tu come stai?>, chiede lui.
Vado a sedermi sul suo letto.
<Bene>, risponde semplicemente.
<E quel faccino?>, chiede lui pizzicandomi un braccio.
<Ho discusso con Carla prima di venire qui>, spiego mentre gioco con le mie dita.
<Per il fatto che non ti abbia detto niente?>.
Io annuisco.
<Owen ti ha detto perché non vuole che tu sappia?>, chiede lui ancora.
<Per paura che io possa cambiare idea su di lui o allontanarmi>, rispondo.
<E questo cosa significa? Che tiene molto a te>, mi dice lui sicuro di sé.
<Ieri ci siamo baciati>, ammetto.
Lui mi guarda e sorride.
<Ho sempre pensato che ci fosse qualcosa tra di voi>, dice lui sicuro.
<Non c'è niente, è stato solo un bacio>, sbuffo.
<Per te o per lui?>.
<Per me no, lo volevo>, dico rossa in viso e lui ride.
<Sei proprio una principessina>, ride lui ricordando come mi chiama l'amico.
<Sei uno stupido, ma ti voglio bene>, gli dico.
<Anche io, e sono contento che ti sia confidata con me>, dice lui abbracciandomi.
<E come bacia Owen?>, chiede Jay mentre lo aiuto a scendere le scale.
<Non te lo dico Jay>, dico ridendo.
<Dalla tua faccia secondo me bacia molto bene>, risponde lui con un sorriso.
Arriviamo a tavola.
Carl è seduto vicino mia madre, mentre io e Jay dalla parte opposta.
La tavola è piena di cose da mangiare e sono tutti i miei piatti preferiti.
<Sono contento che tu sia qui Jenny>.
È Carl a parlare; mi è sempre sembrato una persona a posto.
<Anche io>, rispondo sincera.
Vedo mia mamma più serena, sorride di più.
<Io volevo chiederti scusa tesoro>, inizia mia mamma.
<Con tuo papà le cose non andavano bene, l'amore non c'era più e io avevo bisogno di una persona che mi amasse davvero>, conclude lei prendendo la mano dell'uomo al suo fianco.
<E hai fatto bene mamma, ma potevi farmelo sapere in maniera diversa>, rispondo io sincera.
<Mi dispiace per questo>.
<È tutto passato mamma, è tutto ok. Tutti sbagliamo e possiamo ricominciare se vuoi>, le dico sorridendole.
Lei annuisce felicissima e Jay da sotto il tavolo mi stringe una mano.
Sono davvero contenta che ci sia lui e sono anche felice di poter recuperare il rapporto con mia mamma; certo, non sarà facile ma è sempre meglio di niente.
23:07
La cena è finita da un sacco e adesso sono in salotto con Jay mentre mia mamma e Carl puliscono la cucina.
Il campanello suona.
<Vado io>, dico andando all'ingresso.
Due uomini della polizia sono qui davanti la porta.
<Jenny Evans?>, chiede uno dei due.
<Si, sono io>, rispondo ai poliziotti che continuano a guardarmi.
<Può seguirci in centrale?>.

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