Jenny
<Mi piaci principessina>.
Hai presente quando aspetti qualcosa e poi alla fine quel qualcosa arriva?
Quando ti senti così piena di gioia che non riesci a dire nemmeno una parola?
Quando non riesci a realizzare bene quello che sta succedendo?
Quando finalmente ti senti bene..Lui ha ancora gli occhi chiusi, la fronte sulla mia, le mani ai lati della mia testa poggiate sull'enorme vetrata..ed io immersa nel rumore del battito del mio cuore che arriva fino alle orecchie.
<Mi piaci e..>, cerca di dire lui.
Vedo i suoi muscoli rilassarli, ma l'espressione facciale è quella di qualcuno che non sa bene come esprimersi.
<E sai quando non riesci più a fare a meno di qualcosa?>, chiede come se volesse davvero avere una risposta.
<Rispondimi Jenny..>, sussurra.
<Eh..si, lo so>, rispondo. Le mie mani trovano un posto nei suoi capelli e lui sorride di conseguenza.
<E sai quando pensi che con quel qualcosa puoi essere invincibile?>, chiede ancora sussurrando con voce roca e calda.
<Si>.
Perché è come mi sento quando sono con lui.
Invincibile.
<E sai quando ti viene una gran voglia di baciare quel qualcosa?>, chiede avvicinandosi.
Annuisco soltanto.
Sfiora il mio naso con il suo e quando provo ad avvicinarmi per eliminare quella minima distanza, lui si allontana di poco.
Con le mani ancora sui suoi capelli tento di avvicinarlo ancora e lui non oppone resistenza.
Le sue labbra sono sempre così calde e morbide. Mi schiaccia contro la vetrata per avermi ancora più vicino e solleva una mia gamba che avvolgo attorno alla sua vita in modo che i nostri bacini si tocchino.
La sua lingua cerca subito la mia e il suo bacino si muove contro il mio.
Inizia a lasciare sul mio collo dei baci umidi e caldi..potrei morire anche così.
Una mia mano attraversa tutto il suo petto fino ad arrivare alla cintura dei pantaloni.
<No aspetta>, sussurra lui col fiato pesante e poggiando una sua mano sulla mia.
Lo guardo e poi guardo le nostre mani sulla sua cintura.
<Scu..>, dico subito cercando di allontanarmi ma lui mi ferma sul posto.
<Non scusarti..lo voglio, voglio che tu mi tocchi ma non adesso>, mi sussurra lui aprendo gli occhi.
<Siamo..siamo soli e..>.
Mi sento una completa idiota in questo momento.
Vorrei sbattere la testa su questa cavolo di vetrata.
<Il tuo telefono sta squillando da un po'>, sorride lui indicando dietro di sé il mio telefono sul tavolino del salotto.
Non me ne ero nemmeno accorta.
Sono stata talmente presa dal momento da eliminare tutto quello che ho intorno.
Lo guardo in attesa che mi faccia passare ma non si muove di una virgola.
<Mi fai passare?>, chiedo sorridendo.
<No>, risponde lui.
<Devo rispondere>, continuo io indicando il telefono.
<Dammi un bacio prima>, sussurra lui sulla mie labbra.
Mi avvicino al suo viso e passo la mia lingua sulle sue labbra e lui mugugna.
<Ok..ok vai a rispondere>, replica lui spostandosi.
Prendo il telefono e sulla schermata appare un numero che non ho salvato in rubrica.
<Chi è?>, chiede Owen poggiato al tavolo della cucina.
<Non lo so>.
Accetto la chiamata.
Se fosse la centrale?
<Pronto>.
<Jenny Evans, giusto?>, chiede una voce forte e dura dall'altra parte del telefono.
<Si, con chi parlo?>, chiedo a mia volta.
Guardo Owen che a queste parole viene verso di me.
<Se ti dico che chiamo dal carcere chi ti viene in mente?>, continua l'uomo.
Oh cazzo.
Guardo Owen che mi chiede con lo sguardo di dire qualcosa.
<Cosa vuole da me?>, chiedo ancora.
Ho i brividi solo a sentire la voce dell'uomo che ha drogato il ragazzo qui vicino a me e ha alzato le mani sulla madre.
<Chi cazzo è?>, sussurra Owen alzandomi il mento.
Gli faccio segno di stare zitto e di aspettare.
<So che mio figlio verrà qui a parlare con me..>, continua l'uomo con un tono quasi di superiorità.
<Ma io vorrei che ci fossi anche tu>, conclude l'uomo.
<Senta io non so cosa voglia lei da me, ma io non verrò a parlare con un..>, mi fermo trattenendomi dal dire qualcosa di troppo.
<Jenny..cazzo dimmi chi è>, quasi urla Owen.
<Noto che mio figlio è con te, digli che non vedo l'ora di vederlo e di vedere anche te>.
Detto questo chiude la telefonata, ed io rimango imbambolata a guardare la schermata del telefono.
<Puoi dirmi chi era adesso?>, chiede ancora Owen con tono spaventato.
Lo guardo e lui sembra capire.
<Dimmi che non era..che non era lui>, sussurra venendomi incontro.
Mi prende per le spalle ed aspetta una mia risposta.
<Era lui>, dico soltanto.
<E che cazzo vuole? Come ha fatto ad avere il tuo numero?>, chiede guardando verso destra.
<Guardami e calmati>, replico obbligandolo a voltare la testa verso di me.
<Che vuole da te?>, chiede insistentemente.
<Ha detto che vuole vedere anche me>, sussurro guardando verso il basso.
<Tu non verrai, che sia chiaro>, chiude il discorso lui andando in camera da letto.
<Owen aspetta>, urlo seguendolo.
È la prima volta che entro in camera sua.
Il grande letto è di un nero opaco, nettamente a contrasto con l'armadio bianco e una piccola libreria a muro in un angolo. Nessuna foto o quadro.
Il minimo indispensabile, tipico da Owen.
<Non mi farai cambiare idea Jenny. Tu non vedrai mai quell'uomo>, ordina ancora mentre cerca non so cosa in un comodino.
<Ti posso accompagnare però, rimango fuori>, cerco di dire.
Non vorrei lasciarlo solo in un momento come quello.
<No, mi aspetterai a casa>.
Risposta che mi aspettavo. Ma penso davvero che debba fare questo incontro da solo.
<Eccola>, esclama lui.
È una chiave.
<Tieni, questa è tua>, mi dice prendendomi una mano e mettendoci la chiave dentro.
<Che cos'è?>, chiedo guardando la chiave e dopo lui.
<È una chiave dell'appartamento>, risponde lui sedendosi sul letto.
<E cosa dovrei farci?>, chiedo ancora non capendo bene.
<Voglio che per qualche giorno tu rimanga qui..>, risponde lui guardandosi le mani.
<Owen..>, cerco di dire ma lui si alza e viene vicino a me.
<O se non vuoi, puoi venire qui quando vuoi..ad ogni ora>, conclude lui spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<Ci penserò>, rispondo sorridendo.
<Conoscendoti, è già qualcosa>, continua lui tornando in salotto.
Stare con lui, 24 ore al giorno.
Sempre.
Sarebbe bello, ma purtroppo il solito problema che ci affligge da un po' torna sempre nei pensieri.
<Quando dovrai andare da tuo padre?>, chiedo trovandolo in cucina mentre cucina qualcosa.
<Questo pomeriggio, alle cinque>, risponde lui versando la pasta nell'acqua bollente.
<Ti aiuto?>, chiedo indicando la tavola e tutto il resto.
Lui annuisce.
Non so perché, ma sento che l'atmosfera di prima non c'è più.
<Stai bene?>, chiedo ancora mettendo sul tavolo bicchieri e piatti.
<Jenny non dobbiamo parlare per forza>, sputa lui continuando a mescolare il sugo.
Ecco, l'atmosfera di prima non c'è più.
Non rispondo.
Mi siedo a tavola e aspetto in silenzio, ma continuo a guardarlo.
Guardo come si muove agile tra i fornelli, le spalle tese e quasi in ansia.
So che vedere suo padre non è quello che avrebbe mai voluto fare e so che non si sente a suo agio.
Mi squilla di nuovo il cellulare, ma questa volta è un numero che conosco perfettamente.
<Papà>, rispondo felice di sentirlo.
<Come stai tesoro? Tua mamma mi ha raccontato tutto>, chiede subito lui.
E sento dalla sua voce che è veramente preoccupato.
<Sto bene, tutto sotto controllo>, rispondo continuando a guardare il ragazzo davanti a me che continua a darmi le spalle.
<Tra qualche giorno iniziano i corsi>, mi avvisa lui.
È vero.
In tutto questo mi sono proprio dimenticata dell'Università.
Almeno ci sarà qualcosa che mi farà distrarre un po'.
<Si, lo so>, rispondo.
<Sei a casa?>, mi chiede lui.
E adesso cosa rispondo?
<Eh..no, sono..sono da..>, cerco di dire io con la mano sulla fronte.
<Da un ragazzo, ho capito tesoro>, conclude lui al mio posto.
<Siete amici?>, chiede ancora lui ridendo.
Perché adesso dobbiamo parlare di questo??
<Si..più o meno>, rispondo.
Finalmente Owen si gira ma solo perché la pasta è pronta.
Riempie entrambi i piatti e poi si siede.
<Come si chiama?>, chiede ancora mio padre. Alzo gli occhi al cielo.
<Papà, dobbiamo parlarne proprio adesso?>, chiedo io sicuramente rossa in viso.
Guardo Owen che intanto ha iniziato a mangiare.
<Va bene, ti lascio in pace tesoro ma poi un giorno voglio conoscerlo>, conclude lui arrendendosi.
<Ti voglio bene papà>, rispondo io prima di chiudere la telefonata.
Inizio a mangiare la pasta ed il burbero continua a tenere lo sguardo verso il suo piatto.
Cosa ho detto di male per non essere nemmeno guardata in faccia?
Ed io dovrei restare a dormire qui?
Mangio molto velocemente e metto il piatto nel lavello. Inizio a lavare le stoviglie sporche finché Owen non mette nel lavello anche il suo di piatto.
<Faccio io>, dice dopo quasi un'ora di silenzio.
<Posso farlo, tranquillo>, rispondo continuando a fare quello che ho iniziato.
Sussurra un "va bene" e va in salotto.
Perché deve essere sempre così lunatico?
Non mi sembra di essergli stata troppo addosso; volevo solo capire come stava.
Ma lui, come sempre, si è chiuso a riccio ed ha alzato quel muro invalicabile.
Asciugo le mani, prendo il telefono, la borsa e vado in salotto dove lui sta guardando un film.
<Io torno da Jay>, dico muovendomi sui talloni. Lui non mi guarda neppure.
Dimmi di rimanere.
<Queste non mi servono>, continuo mettendo la chiave che mi aveva dato prima sul tavolino.
Lui guarda la chiave e dall'espressione penso che non se lo aspettasse.
Fermami.
Dimmi di restare.
Ma lui annuisce soltanto.
Vado verso la porta e indugio un po' prima di aprirla..ma quando vedo che si alza e va in camera sua capisco che non mi fermerà e che non mi resta che andare via.
Scendo le scale di corsa ed arrivo in macchina col fiatone. Metto in moto e vado verso casa.
Nemmeno un saluto.
Nemmeno un "ciao".
Senza aver fatto nulla.
Senza aver detto nulla.
Solo per aver cercato di stargli vicino.
Solo per fargli capire che non è da solo.
Io ci sono, per lui.<Mamma sono a casa>, urlo entrando in casa.
<Tesoro finalmente, com'è andata?>, mi chiede lei uscendo dalla cucina con un grembiule a fiori rosa e giallo.
<Bene>, rispondo andando verso le scale.
<Sei stata da quel ragazzo?>, chiede lei facendomi fermare sul posto.
<Si, perché?>, chiedo sapendo già che adesso partirà una bella ramanzina.
<Perché non mi piace, ti ha messo in questo guaio>, risponde lei. Come previsto giudica ancor prima di conoscere.
Su questo non è cambiata molto.
<Mamma lui non c'entra nulla, non dare colpe a persone che non ne hanno>, replico chiudendo così la nostra conversazione e andando in camera.
Mi butto sul letto a peso morto e provo a chiudere occhio..
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Ad Un Passo Dal Cuore
RomanceJenny è sempre stata una ragazza amante dello studio e della lettura. Una ragazza con poche cavolate per la testa, una per cui però riusciresti a perdere la testa. Tutti sempre lì pronti ad aspettarsi qualcosa da lei, come se fosse quasi dovuto; com...