Capitolo 1

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Jenny
Dannata sveglia del cavolo.
Odio alzarmi alle sette la mattina ed uscire alle otto, ma se si vuole ottenere qualcosa nella vita bisogna fare qualche piccolissimo sacrificio. Non tutto ci viene servito su un piatto d'oro. Medicina non mi ruba molto tempo, riesco ad organizzarmi bene tra scuola, studio, lavoro e del tempo libero per svagare un po'. Per fortuna ho la capacità di assimilare tanto e in poco tempo. Solo questo devo a mio padre. Esco dalla stanza già vestita e busso alla camera di fianco.

< Sveglia Carla>, urlo con poca grazia.
< Sono sveglia> biascica lei come se fosse ubriaca.

Il caffè è la mia droga.
La mattina è una specie di rito berlo con mezza scatola di biscotti.
Oggi più che mai devo essere ben sveglia per affrontare il mio primo esame: chimica generale. Sono cose già fatte alle superiori quindi super facili, ma come dico io "mai abbassare la guardia".

<Non finire tutti i biscotti>. Carla si siede di fronte e mi ruba la scatola di biscotti.
<Oggi ti aspetto all'uscita?>, continua lei.
<Si, penso di finire subito il compito, non dovrebbe essere molto difficile>.
Lei annuisce e mi dà un bacio sulla guancia prima di salire sopra a mettere le scarpe.

<Carla muoviti o ti lascio a piedi>, urlo mettendo a posto la tazza.
<Non puoi ricattarmi sempre con questa cosa>, urla lei.
<Si che posso>.

Il cortile dell'Università è stra pieno di ragazzi e sono solo le otto e un quarto.
<È solo il primo mese e già sono stanca di venire qui ogni giorno>, sbuffa la mia amica.
<Però quello che studi ti piace>, la derido io.
<Vengo solo per questo>.

La saluto e mi dirigo verso l'aula di chimica.
Mi siedo come sempre in fondo e aspetto che il prof mi dia il compito.
In meno di un'ora ho già finito. Prendo il mio zainetto e vado fuori.

"Sono fuori, ti aspetto"

Scrivo a Carla e mi siedo su un muretto.
Oggi il sole è davvero caldo e io amo averlo sulla faccia.

<Dobbiamo assolutamente andarci>, grida Carla correndo come una pazza.
Rido a quella scena e ricordo di qualche giorno fa quando stava quasi per cadere.

<Noi ci andremo>, ripete ormai senza fiato.
<Dove andremo di preciso?>.
<Venerdì al porto ci sarà un concerto aperto a tutti>.
<E perché noi non ne sapevamo nulla?>.
Lei prende posto vicino a me e continua..
<Praticamente la voce ha iniziato a spargersi oggi e poi ci sarà anche qualcun altro>.
<Chi?>, chiedo curiosa.
<Hanno tutti iniziato a parlare di un tizio che sta per tornare>.
<E a noi interessa perché...?>.
<Smettila di fare l'acida menefreghista, se tutti parlano di questo ragazzo e del suo amico un motivo ci sarà>.
<Per me può avere tutte le motivazioni di questo mondo, sta di fatto che le persone vogliono sempre qualcosa di cui sparlare>.
Odio chi giudica, chi sparla senza sapere. Chi apre la bocca tanto per darle aria.
<E se fosse un figo assurdo? E se fosse un modello? Uno di quelli in quegli spot pubblicitari che mostrano infradito>, parla quasi con la bava alla bocca.
<Perché proprio infradito?>, scoppio a ridere.
<È la prima cosa che mi è venuta in mente>.
<Comunque non so se posso venire, forse ho il turno al locale>.
<Cosa?? Chiedi a Max se può darti il giorno libero>, mi supplica con lo sguardo.
<Sai che non posso. Ti ricordo che la paga ci serve per vivere>.
<Va bene, però appena finisci poi mi raggiungi>, ribatte decisa.
<Sono più che sicura che sarai tu a raggiungere me>.
<Mi mandi da sola ad un concerto, magari incontro un tipo che si vuole approfittare di me..>
<O magari incontri l'amore della tua vita>, concludo io>.
<Si certo, nei miei sogni>.
<Quanto sei pessimista>.
Lei è così: vede il bicchiere sempre mezzo vuoto, ed è anche un po' come lo vedo io ma lei è davvero una bella ragazza. Ha avuto tanti ragazzi dietro ma lei diceva che in nessuno aveva trovato quello che cercava.
<Jenny i ragazzi pensano ad una sola cosa e vuoi che ti ricordi la mia ultima uscita?>.
<Me la ricordo benissimo>.
Il ragazzo con cui usciva l'aveva portata in un ristorante per far ingelosire una cameriera.
<Appunto, ho deciso che accetterò di uscire con qualcuno solo se a pelle mi darà qualcosa>, dice convinta.
<E tu..?>, continua lei con l'aria di chi la sapeva lunga.
<Io cosa?>.
<Possibile che al Moon non c'è stato un ragazzo carino che ti abbia chiesto una birra o qualsiasi altra cosa?>.
<Ci sono i ragazzi carini certo>.
<E allora? Cosa aspetti? Che ti vengano a prendere con la carrozza?>, chiede esasperata.
Dopo Cole le cose non sono andate molto bene. Avevo deciso di staccare per un po', non volevo un altro ragazzo che mi complicasse la vita. Sono passati dei mesi ormai ma quando vedevo un ragazzo che si avvicinava non potevo che allontanarmi.
<No, voglio solo essere lasciata in pace e pensare a studiare>.
<Jenny hai 19 anni, non ti devi fermare su idee di un coglione che non sa cosa si è perso>. Scende dal muretto e si mette di fronte.
Quando mi parlava così capivo quando forte fosse il nostro legame.
<Non si è perso granché se l'ha lasciato andare>.
<Ha perso tanto e l'ha capito quando sei stata tu a decidere che chiudere era la cosa migliore>.
<Andiamo a casa, oggi devi lavorare>.
<Non me lo ricordare>.
La mia auto era l'unica cosa che avevo accettato dai miei, mi sarebbe servita per poterci muovere più comodamente. E poi guidare mi piaceva.
<E se al concerto incontrassi i due ragazzi misteriosi?>.
<Ricordati di presentarti>, rido per la smorfia sulla sua faccia.

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