Capitolo 41

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Jenny
Eccolo.
Lo vedo uscire insieme a Rob e sembra che sia tutto intero.
Quando mi vede si ferma sul posto e non so nemmeno se sia contento di vedermi qui. Dalla sua espressione non si capisce molto, anzi non si capisce proprio niente.
Lo vedo avvicinarsi mentre io rimango poggiata alla macchina.
<Ciao Jenny, Carla è da te vero?>, mi chiede Rob prima di arrivare alla sua macchina.
<Si, sta giocando alla Play con Jay>, rispondo ridendo.
Il ragazzo che occupa i miei pensieri è a un metro da me e guarda la macchina del suo amico sfrecciare via.
<Perché sei venuta?>, mi chiede continuando a guardare la piccola nube di terra che la macchina ha alzato da terra.
<Non lo so..pensavo che avresti fatto qualcosa di cui poi ti saresti pentito>, rispondo giocando con le chiavi della mia macchina.
Mette le mani in tasca e respira sonoramente.
<C'era Rob con me>, continua lui come se il fatto di essere venuta fin non avesse importanza.
Non voglio rendermi ridicola e non voglio nemmeno stare in un posto dove non mi sento a mio agio.
<Ti costa così tanto non fare lo stronzo?>, chiedo alla fine incazzata.
<Ti costa così tanto fare quello che ti dico?>, chiede lui guardandomi questa volta.
Ha paura.
<Perché le colpe vanno sempre a me?>, replico con un'altra domanda. Nessuno dei due risponderà mai.
<Ti avevo detto chiaramente di non venire qui e tu che fai? Il contrario>, afferma mettendosi una mano nei capelli.
<Puoi per un momento smettere di preoccuparti? Sono venuta in macchina cazzo>, rispondo allontanandomi dalla macchina e da lui.
<Tu allora non ti rendi conto di quello che sta succedendo>, sussurra lui come se si volesse trattenere.
<Pensi che io sia una stupida? Ma non posso stare in casa segregata>, gli dico allargando le braccia per farle poi cadere a peso morto lungo i fianchi.
<Quanto pensi che ci metta quello squilibrato a farti fare un incidente?>, continua lui mettendomi le mani sulle spalle e stringendomi leggermente.
Non ci avevo pensato.
<Possiamo non pensare a questo? Non è successo ok? Sono viva e sto bene. Sono venuta qui e..>, dico scansando le sue mani e tornando verso la macchina.
<E..cosa? Continua Jenny>, replica lui seguendomi.
Apro la portiera per sedermi dentro ma lui la richiude. Il solito giochetto.
<Sono venuta qui per te, e non l'hai nemmeno apprezzato>, continuo prima di riaprire la portiera.
<Cosa ti fa capire che non l'ho apprezzato?>, chiede lui senza però chiudere la portiera.
<Davvero me lo stai chiedendo?>, dico sorpresa.
Questo ragazzo è un rebus.
<Solo perché mi comporto da stronzo a volte, non significa che non apprezzo niente>, spiega mentre fa il giro della macchina ed entra.
Adesso vuole che lo accompagni?
Sbuffo ed entro in macchina.
Metto in moto e parto.
<Mi dispiace>, sussurra mentre mi immetto sulla strada principale.
Continuo a guardare davanti a me senza rispondere.
<Questa sera dormi da me>, ordina poco dopo mentre si accende una sigaretta.
Farà mai a meno di quelle cose?
Mi volto verso di lui lasciando per un secondo lo sguardo dalla strada.
<Cosa? Non ci vengo da te>, rispondo quasi alzando la voce.
<Si che vieni invece>, continua lui.
<No Owen>, replico ancora.
Odio quando mi si danno degli ordini e soprattutto odio quando qualcuno pensa di farmi da padre.
<Perché ti comporti così adesso? Ho detto che mi dispiace>, urla quasi lui.
<E pensi che nella vita un misero "mi dispiace" possa bastare? Proprio non capisci>, rispondo io arrivando nel parcheggio del suo appartamento.
Spengo la macchina e aspetto che scenda.
<Cosa non capisco? Spiegamelo diamine>, urla lui frustato.
<Tu che cambi umore continuamente, tu che un secondo prima mi dai le chiavi di casa tua e un secondo dopo non esisto più, tu che da un momento all'altro mi allontani senza un cazzo di motivo>, urlo staccandomi la cintura e scendendo dalla macchina..stanca di stare nello stesso suo posto.
<Perché non capisci che voglio solo proteggerti?>, chiede lui dall'altra parte della macchina..poggiato con le braccia al tettuccio.
<Giocando a "guarda come sono stronzo" non mi proteggi da niente>, rispondo voltandomi nella sua direzione. A dividerci c'è solo una macchina.
<Sai perché mi comporto così?>, chiede poi guardando in alto il cielo celeste e sereno.
<Perché sei uno stronzo>, rispondo facendomi scappare un piccolo sorriso che lui nota subito.
<Perché penso che tu non abbia bisogno di me>, continua ma guardando sempre il cielo sopra di lui.
<Cioè..guardati. Sei una ragazza forte, con la risposta sempre pronta ed io che voglio proteggerti. E mi sento strano>, conclude abbassando lo sguardo sulle sue scarpe.
E sorrido.
Sorrido perché penso a quanto sia fragile e a quante paure questo ragazzo abbia.
A quante certezze abbia bisogno dalla vita e dalle persone.
<Chi ti dice che non abbia bisogno di te?>, chiedo guardandolo mentre alza lo sguardo verso il mio.
<Resta da me>, risponde lui.
<Owen ho già detto di no>, continuo sorridendo.
<Mi fai diventare matto>, replica lui mordendosi le labbra.
Guerra e pace: il nostro rapporto.
<Devo andare adesso>, dico prima di mettermi in macchina.
<Aspetta cazzo>, esclama lui entrando di nuovo in macchina.
<Che stai facendo?>, chiedo mettendo in moto.
<Se tu non resti, io vengo con te>, risponde tranquillo mettendosi la cintura.
<Oddio..>, sussurro strofinandomi gli occhi.
<Jenny tu non sai..>, inizia lui.
<Cosa? Cosa non so?>, lo interrompo quasi urlando.
<Quel pazzo di mio padre sa tutto di te, cazzo. Tutto. Ed io non voglio che ti succeda qualcosa>, risponde lui sporgendosi verso di me.
<Perché sembra che tu voglia tenermi in una gabbia di vetro? Non sono un uccellino da tenere lì chiuso>, rispondo abbassando la radio.
<Credi che non lo sappia? Sei una tigre tu>, continua lui sorridendo, ed io lo seguo.
<Ma ci tengo a te, tanto Jenny ed io..cazzo voglio solo starti vicino>, dice poggiando la testa al finestrino.
Non voglio sentirmi chiusa in una gabbia solo perché un pazzo ci ha presi di mira. È quello che lui non capisce e che anche stando con lui non sarei mai al sicuro. Nessuno lo è in una situazione del genere.
<Strano detto da te>, sussurro poggiando la testa sul volante.
<Perché dobbiamo tornare di nuovo su questo argomento?>, chiede lui quasi stizzito.
<Non ci stiamo tornando, ho solo constatato una cosa>, rispondo voltandomi verso di lui.
<Non c'è modo di convincerti a stare da me vero?>, chiede ancora.
<Non credo>, sussurro.
<Dio quanto sei testarda>, dice lui ridendo e sganciandosi la cintura.
<Prendile lo stesso>, mi dice poi prendendo dalla tasca dei pantaloni le chiavi che io avevo poggiato sul suo tavolino.
Le prendo e lo vedo scendere dalla macchina.
<Guida piano e stai sempre in compagnia, mai sola ok?>, mi avverte arrivando davanti il mio finestrino.
Annuisco e lui si avvicina al mio viso, lasciandoci sopra un tenero bacio.
<Solo questo misero bacetto?>, chiedo io ridendo.
<Tu non dormi da me ed io non ti do un bacio vero>, risponde lui alzando le spalle e andandosene.

Mi dirigo verso casa e non nego di avere un po' d'ansia. Continuo a guardare dallo specchietto retrovisore con la paura di vedere qualsiasi macchina sbucare dal nulla.
<Siete ancora qui?>, chiedo vedendo i tre moschettieri giocare ancora alla Play.
<E come mai tu sei qui?>, chiede Carla muovendo il joystick come una forsennata.
<Perché abito qui?>, chiedo ironica.
<Pensavo che saresti rimasta da Owen>, continua Jay.
<Pensavi male fratellino>, rispondo sedendomi vicino a lui.
<Vado a prendere il telefono in camera tua >, mi dice Carla iniziando a salire le scale.
<Avete litigato?>, mi chiede Rob riferendosi sicuramente al migliore amico.
<Più o meno>, rispondo continuando a guardare lo schermo della tv dove due macchine da corsa distruggono tutto per arrivare primi.
<Rob mi ha raccontato che ti ha chiesto di dormire da lui per qualche giorno>, afferma Jay.
<Si, ma ho detto di no>, rispondo.
E dire che avrei voluto davvero dormire con lui.
<Gli piaci..e quando ti piace una persona cerchi di farla sentire al sicuro>, continua lui da perfetto saggio.
<Questo lo s..>.
<E questo cos'è?>, chiede Carla scendendo le scale di tutta fretta.
In mano sventola un piccolo pezzo di carta.
Sembra un bigliettino.
Oh merda.
Quel biglietto.
Mi alzo per strapparglielo dalle mani ma lei lo nasconde dietro la schiena.
<Chi te l'ha dato?>, mi chiede ancora lei.
<Cos'è?>, chiede Rob.
<È tipo una minaccia di morte>, risponde la mia amica fissandomi.
<Che minaccia?>, chiede a questo punto Jay alzandosi prendendo le stampelle.
<Niente>, rispondo per rassicurarlo.
<Niente? A chi si riferisce? A Rob, Jay o Owen?>, chiede Carla come se fosse impazzita.
Rob le strappa il biglietto dalle mani e lo legge per poi passarlo a Jay.
<Dove l'hai preso?>, mi chiede Jay con gli occhi infuocati.
<L'agente che mi ha interrogato dice che fosse per me..e forse anche la pistola. Una sorta di avvertimento insomma>, spiego sedendomi sul divano.
<Muovi il culo e vieni da Jay, adesso>, sbraita Rob al telefono.
Sicuramente contro Owen.
<E tu ce l'avresti tenuto nascosto?>, mi chiede Carla.
<No, ve l'avremmo detto>, sussurro.
Vorrei solo un giorno senza nessuna preoccupazione. Chiedo tanto?
<Quindi anche Owen lo sa?>, chiede Rob.
<E naturalmente il biglietto si riferisce a lui. È lui che quel bastardo del padre vuole dentro>, sussurra più a se stesso che a noi.
Sentiamo il rombo di un motore in cortile, ciò significa che Owen è arrivato.
Suona il campanello e Jay va ad aprire.
<Me l'avresti detto?>, chiede subito Rob sbattendogli addosso il biglietto.
Il ragazzo lo ferma con le mani e capisce subito di che si tratta.
<Certo che ve l'avrei detto, ma per un attimo me ne ero dimenticato>, risponde lui quasi in colpa.
Poi guarda me.
<Come cazzo puoi dimenticarti di una cosa del genere?>, chiede ancora Rob.
<Ti vuoi calmare? Dovevo risolvere altre cose>, replica il burbero guardando di nuovo me.
Sta parlando di me.
<Cazzo...cosa hai intenzione di fare?>, gli chiede Jay.
<Sincero? Non lo so>, risponde lui sedendosi sul divano con la testa tra le mani.
E quanto vorrei abbracciarlo adesso.
<Ci penserà la polizia, noi dobbiamo solo cercare di stare lontano dai guai e stare attenti>, parla Carla cercando di mantenere la calma.
<Avresti dovuto dirmelo>, continua Rob. Questa volta però dà una pacca sulla spalla del burbero.
Guardo l'orologio appeso al muro e vedo che sono le sette e mezza.
<Beh, noi andiamo adesso>, dice Rob prendendo Carla per la mano.
<Ci vediamo domani>, ci saluta lei.
Chiudono la porta alle loro spalle e poi Jay va di sopra a fare una doccia.
Rimaniamo solo io ed Owen.
<Ci vediamo domani?>, mi chiede lui poggiando la mano sulla maniglia della porta.
Annuisco soltanto e lo vedo andare via. Per la seconda volta oggi.
Mangio qualcosa e poi salgo subito in camera. Sul comodino noto le chiavi di Owen.
Le attacco al mio portachiavi.
Non voglio lasciarlo solo in questo momento. So che non mostra davvero come si sente. Un finto duro.
Magari posso stare da lui fino al rientro all'università, cioè tra una settimana.
Prendo un piccolo borsone e metto dentro quello che serve per qualche giorno.
Metto le scarpe e vado ad avvisare Jay.
<Quindi vai dal tuo amato?>, chiede lui indicando il borsone nelle mie mani.
<Idiota>, rispondo entrando in camera sua.
<Ti farà bene stare un po' con lui>, continua lui sorridendo.
<Lo penso anche io>, sussurro.
<Eh allora perché gli hai detto di no prima?>, chiede lui alzando gli occhi al cielo.
<Perché sono una stupida. E anche perché non volevo essere un peso per lui>, rispondo alzando le spalle.
<Oh quanto sei testarda. Gli piaci, questo dovrebbe bastarti>, continua lui allargando le braccia come per invitarmi ad abbracciarlo.
Lo faccio.
<Stai serena>, mi sussurra prima di sciogliere l'abbraccio.
Lo saluto e scendo al piano di sotto.
Metto in moto la macchina e penso che stia facendo una cazzata.
Con lui è sempre così: un momento prima sono sicura e poi un momento dopo sono insicura.
E forse è proprio questo che succede quando ti piace davvero qualcuno.
Puoi ragionare quanto vuoi, ma poi sarà sempre il cuore a guidarti.
Arrivo davanti al suo appartamento e mi dondolo sui talloni.
Cerco di regolarizzare il respiro per via della corsa fatta per le scale e poi finalmente suono il campanello.

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