Capitolo 30

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Jenny
Da quando Owen mi ha raccontato tutto sono passati esattamente sette giorni e a causa degli esami non ci siamo visti per niente, se non all'università.
Ho dovuto fare tre esami e adesso dobbiamo aspettare un mese che i corsi inizino di nuovo.
La sveglia segna le 09:28 ed io sono ancora a letto.
Dal salotto sento Carla che parla con qualcuno, molto probabilmente è Rob.
Sono molto affiatati come coppia e ultimamente lei è stata molto paranoica per gli esami, ma si è tutto risolto per fortuna.
Quando sento delle urla sono costretta ad alzarmi.
Apro la porta della mia camera di corsa e arrivo in salotto.
Carla.
Rob.
Owen.
Anche lui? Non ho sentito la sua voce.
Avrà fatto l'asociale anche questa volta.
Indossa un jeans, una felpa grigia e il classico giubbotto di pelle.
<Bel pigiama principessina>, mi prende in giro lui guardandomi da capo a piedi.
Il mio pigiama consiste in un pantaloncino e una maglia con degli orsacchiotti sopra. Anche quando inizia a fare freddo non riesco a dormire con i pantaloni del pigiama lunghi. Sempre corti.
<Buongiorno anche a te Owen>, dico andando in cucina.
Prendo una tazza e questa volta decido di preparami un tè caldo. Ho un po' di mal di testa e qualcosa di caldo mi farà bene.
<Sempre molto carina e gentile tu eh?>.
Owen si siede al tavolo e come sempre inizia a mangiare tutto quello che si trova davanti.
<Cosa devo portarmi?>, chiede Carla a Rob mentre ci raggiungono.
<Dove andate?>, chiedo io non sapendo minimamente di cosa stesse parlando.
<Un costume vero?>, chiede ancora Carla ignorandomi.
<Si, c'è tipo una piscina>, risponde Rob mangiando una fetta biscottata con la nutella.
<Qualcuno mi vuole spiegare?>, chiedo ancora mettendo in infusione la bustina di tè nell'acqua bollente.
<Se tu ti fossi alzata prima lo sapresti>, mi canzona Owen.
<Scusa tanto se volevo dormire>, rispondo ironica.
<Non ti scuso>, risponde lui alzando le spalle.
<Poi voi da quanto siete qui?>, chiedo io iniziando a bere il mio favoloso tè.
<Io da poco, Rob da tanto>, risponde lui riempiendosi la bocca di biscotti.
Casa mia oltre che un ospedale sta diventando anche un bar.
<Mi sa che hanno fatto le loro cosine>, mi sussurra lui facendomi l'occhiolino.
<Sei disgustoso burbero>, rispondo ridendo.
<Smettetela di fare allusioni sessuali su noi due>, ci interrompe Carla dando uno schiaffetto sulla nuca di Owen.
<Ben fatto Carla>, dico io ridendo.
<Maniaca, posso denunciarti>, la minaccia Owen.
<Certo certo>, risponde lei agitando le mani in aria.
<Dove andate allora?>, chiedo per l'ennesima volta.
<Andiamo in montagna>, esclama lei battendo le mani.
Poco entusiasta.
<Si, i miei hanno una casa per le vacanze lì e possiamo andarci per un fine settimana>, risponde Rob spiegandomi.
<Questo fine settimana>, esulta Carla.
Finalmente questo fine settimana avrò un po' di pace.
<Dovresti portarti anche tu un costume>, mi dice Carla iniziando a togliere dalle mani di Owen i biscotti.
<Cosa?>, chiedo affogandomi col tè.
<Non mangiare tutti i miei biscotti>, minaccia Carla contro Owen.
<Ma ho fame>, sbuffa lui.
<Non mi interessa burbero, sei tipo una pattumiera. Mangi di tutto>, gli risponde Carla dandogli questa volta solo un biscotto.
Opera di beneficenza.
<Vieni anche tu no?>, mi spiega Carla tornando su di me.
<Pensavo fosse un weekend romantico>, dico io sorpresa.
<Non voglio fare il terzo incomodo, quindi vieni anche tu>, spiega brevemente Owen.
Quindi ci sarà anche lui.
Era scontato.
<Grazie per la tua generosità Owen>, rispondo ironica mettendo tutte le tazze e le posate nel lavello, mentre Carla conserva biscotti, cereali e fette biscottate prima che Owen finisca tutto.
<Allora vieni?>, mi chiede Carla abbracciandomi da dietro.
<Va bene va bene>, rispondo quasi arresa.
Dopo tutto penso che non andrà poi così male, dopo tutto questo studio e gli ultimi avvenimenti un momento di relax ci vuole.
Sono stata a casa di mia mamma parecchie volte e devo dire che il nostro rapporto migliora di giorno in giorno. La vedo innamorata, e penso che questa cosa l'abbia migliorata molto.
In questi giorni ho passato molto tempo con Jay.
Mi ha parlato di sua madre e di quanto sia stato difficile per lui lasciarla andare. Quando aveva 10 anni si è ammalata di tumore. Anche con le terapie le cose non miglioravano e Jay voleva sempre stare al suo fianco. Di notte dormiva sempre con lei.
A dieci anni si ha una percezione della vita diversa da quella che si può avere a 19 anni. Due anni dopo è morta e lui ha iniziato ad andare ogni giorni al cimitero. Le raccontava ogni giorno quello che aveva fatto, cosa aveva studiato a scuola, le parlava dei suoi amici. Se all'inizio c'era solo dolore, adesso di lei ricorda solo le cose belle, quelle che gli hanno lasciato un segno.
Continuo a lavare le stoviglie con i pensieri a mille, tant'è che non mi sono accorta che Carla e Rob sono in salotto e lei continua a fargli domande su questa presunta casa in montagna.
<Ti isoli sempre così dal mondo?>, mi chiede Owen seduto ancora al tavolo.
Mi riprendo dai miei pensieri e chiudo l'acqua che scorre.
Mi asciugo le mani e mi volto verso di lui.
<Dipende>, rispondo pulendo sul tavolo le briciole lasciate dagli altri.
<Con te è tutto un "dipende"?>, chiede lui ridendo.
<Dipende>, rispondo alzando le spalle e sorridendo.
<So che sei stata da Jay tanto tempo in questi giorni>, dice lui con un doppio fine.
<Si, dovrà tenere il gesso ancora per un po'>, gli spiego conservando le stoviglie appena lavate.
<Lo so, ci stiamo riavvicinando>, afferma lui.
<Mi fa piacere>, dico sorridendo.
<E con tua mamma?>, chiede ancora lui.
<Le cose stanno andando bene, piano piano tutto si sta sistemando>.
Vado in salotto e lo lascio lì con la faccia da pesce lesso.
<Deve finire questa storia che te ne vai sempre e mi lasci da solo>, dice lui seguendomi.
<Bla..bla..bla>, rispondo facendo anche il segno con le mani.
<Non state litigando vero?>, ci chiede Rob.
<Per il momento no>, risponde Owen prendendo posto sul divano e accendendo la tv.
<Quindi quando si parte?>, chiedo io andando in camera.
<Domani mattina presto>, mi risponde Owen seguendomi.
<Cosa stai facendo esattamente?>, chiedo fermandolo sulla soglia della mia camera.
<Voglio entrare, mi sembra chiaro no?>, chiede lui piegando la testa di lato.
<Non puoi entrare, mi sembra chiaro no?>, rispondo io col suo stesso tono.
<Dimmi la verità>, afferma lui serio.
<Quale verità?>, chiedo tenendolo ancora sulla porta.
<Che nascondi qualcuno sotto al letto o nell'armadio>, dice lui avvicinandosi.
<In effetti, anche nel letto>, rispondo io seria.
<Allora quello devo essere io>, risponde lui sorridendo con negli occhi quella scintilla.
<No, mi sembra che sia biondo>, affermo pensierosa.
<Meglio i ragazzi mori>, ride lui mordendosi le labbra.
<Avrei da ridire>, dico mettendo una mano sul petto per farlo indietreggiare.
<Mi farai entrare prima o poi>, afferma lui serio.
<Ma non adesso, ciao>, dico chiudendo la porta davanti il suo viso.
Metto un pantalone a vita alta e un maglioncino di colore senape. Scarpe da tennis e i capelli li lascio sciolti.
Metto a posto un po' la camera e il telefono sul comodino inizia a squillare.
Jay.
<Ciao sorellina>, mi saluta lui dall'altro capo del telefono.
Adesso si è fissato con questa storia della sorellina, che a dir la verità non mi dispiace più di tanto. Certo, fa uno strano effetto ma penso che lui sia il fratello che non ho mai avuto.
Ed io ho sempre voluto qualcuno con cui giocare da piccola oltre che Carla.
<Ciao fratellino>, lo prendo in giro io.
<Non chiamarmi fratellino>, sbuffa lui.
<Come vuoi che ti chiami?>, chiedo mettendo a posto il cuscino.
<Fratellone>, afferma ovvio lui.
<Ma se abbiamo la stessa età Jay>, rispondo alzando gli occhi al cielo.
<Allora solo fratello>, dice lui convinto.
<Fratellino>, continuo io ridendo.
<Lasciamo stare..cosa fai?>, chiede lui.
<Sto mettendo a posto la camera tu?>, chiedo anche io.
<A letto, mi annoio a morte>, sbuffa lui disperato.
<Lo immagino Jay>, dico prendendolo in giro.
<Sei perfida tu>, risponde lui ridendo.
<Con chi parli?>, chiede Owen da dietro la porta.
È ancora qui?
<Chi urla?>, chiede Jay.
<Owen>, rispondo semplicemente.
<Con nessuno Owen, vattene>, rispondo urlando.
<Con quello dell'armadio?>, chiede ancora.
Quanto può essere idiota questo ragazzo?
<Dai, vai da lui. Ci sentiamo più tardi>, mi dice Jay.
Lo saluto e chiudo la chiamata.
<Cosa vuoi?>, chiedo aprendo la porta e trovandolo lì fermo.
<Con chi parlavi?>, chiede lui sorridendo.
<Con Jay>, rispondo andando in salotto.
<Come sta?>, chiede lui seguendomi.
<Bene>, rispondo semplicemente.
<Non vedo l'ora di fare un bagno in quella piscina>, dice Carla immaginando già il momento.
<Ma te lo immagini Jenny?>, mi chiede lei.
<Cosa?>.
<Ha una piscina all'esterno, con l'acqua calda>, dice lei sognando ad occhi aperti.
<Tu ami l'acqua calda>, continua lei sicura.
È vero.
Io faccio la doccia sempre con l'acqua calda, anche in estate. Le cose fredde le odio, non fanno per me.
<Quindi faremo il bagno tutti insieme>.
Certo, mentre lei si bacerà con Rob per tutta la serata. Speriamo di non sentire rumori in questi giorni.

La giornata passa così: i ragazzi vanno a casa loro per preparare le valige, avvertendoci che sarebbero passati a prenderci all'incirca verso le sei di mattina. È un viaggio abbastanza lungo e loro vogliono arrivare il più presto possibile. Io e Carla puliamo tutta casa, così da non trovarla sporca al nostro ritorno e poi di sera di corsa a fare le valige.
Per cena Carla prepara un enorme insalata e della carne, mentre io preparo un sorbetto al limone.
In pratica io mi occupo quasi spesso del dolce.

<Io vado a letto, domani dobbiamo alzarci presto>, mi dice Carla sbadigliando e andando verso camera sua.
<Buonanotte>, dico io.
<Notte Jenny>.

Vado in camera mia e mi metto subito a letto.
È mezzanotte; ed è meglio dormire o domani non mi alzerò nemmeno sotto tortura.

Mi sveglio alle cinque e mezza grazie alle urla di Carla che mi sta praticamente buttando giù dal letto.
<Puoi fare con delicatezza per favore?>, chiedo io sbadigliando.
<I ragazzi saranno qui tra mezz'ora, alza il tuo bel culetto dal letto>, risponde lei uscendo da camera mia.

Dopo esserci vestite e aver controllato per l'ennesima volta le valige usciamo di casa.
Ancora i ragazzi non sono arrivati e sono le 06:00.
<Menomale che ero io quella in ritardo>, dico ironica mettendo la mia valigia in macchina.
<Stanno per arrivare>, risponde lei.
Da lontano infatti vediamo la macchina di Jay arrivare.
<Pronte?>, chiede Jay scendendo dalla macchina per aiutare Carla a mettere la sua valigia nel cofano.
Si, siamo pronte.

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