Jenny
<Devo parlare con Jay>.
Era dalla sera prima che non riuscivo a togliermi le sue parole dalla testa. Doveva dirmi qualcosa ed io quel qualcosa lo dovevo sapere.
<Jenny magari voleva invitarti ad uscire>.
<Carla una persona se vuole invitarti ad uscire lo fa, senza dirti che quello non era il momento giusto>.
La mattina è sempre faticoso fare discorsi sensati, almeno per me.
<Ok, ma come la metti che ti conosceva?>. Chiede Carla allacciando la cintura di sicurezza.
<Appunto, non lo so>. Ammetto.
<Secondo me voleva chiederti di uscire>. Carla era ferma sulla sua decisione.
<Ed io avrei detto di no>.
<Jenny se un ragazzo ti dovesse chiedere di uscire tu devi andare>, insiste lei.
<Uscirò con qualcuno solo quando lo deciderò io>.
<Allora se aspettiamo te ci vorranno secoli>, mi prende in giro.
Dopo aver parcheggiato la macchina andiamo a lezione.
Lei aveva grafica e io inglese. Lo odiavo.
Le lingue non sono mai state il mio forte.
Per fortuna devo studiarlo solo per il primo anno. Furono le tre ore più noiose della mia vita. Per fortuna oggi ho solo questa; avrei dovuto avere anche Analisi ma era periodo di lauree e alcuni prof non erano presenti."Sono in cortile sul retro con Rob"
Carla.Perfetto.
Anche lei ha finito, possiamo tornare a casa a fare un bel niente.
Sono seduti su un muretto e sorpresa delle sorprese c'è anche Owen.<Ciao>, saluto alzando di poco la mano.
<Ciao Jenny>, mi saluta Rob.
<Non aspettarti un saluto da me>, dice l'acido.
<Non mi aspetto niente da tipi come te>.
<Ok fermatevi qui>.
Carla si mise in mezzo come per dividerci.
<Io torno a casa, tu ch..>.
Vengo interrotta.
<Ma guarda chi abbiamo qui>.
La voce arrivava da dietro di me.
Mi volto.
È un ragazzo alto con vari tatuaggi alle braccia e anche sul collo. Non deve essere più grande di noi, più o meno la stessa età.
<Che cazzo vuoi Caleb?>, chiese Owen.
<Non sapevo che sareste venuti all'università, dopo l'ultimo episodio pensavo vi fosse proibito>.
Quale episodio?
Io e Carla ci lanciamo sguardi e lei alza le spalle come per dire che non sa di cosa stesse parlando.
<Pensavi male, detto questo addio e tante belle cose>, taglia corto Owen.
<Owen non è che vorresti vendermi qualcosa?>, chiede un altro ragazzo.
<Non ho niente>, rispose lui monocorde.
Stanno parlando di droga.
Owen vende droga?
Ma no.
Me ne sarei accorta dagli occhi o dal modo di comportarsi. E i suoi non sono i movimenti di un drogato.
<Caleb vattene adesso>. Adesso fu Rob a parlare. Lui è molto più calmo e ragionevole rispetto all'amico. Sono opposti.
<Queste sono le vostre nuove conquiste?>, chiede ancora.
Rob si mette davanti a Carla come per volerla difendere. Cosa molto carina.
<Nessuna conquista>, risponde Owen.
<La biondina è davvero carina>.
Si riferisce a me.
Che sguardo da maniaco.
Carla mi guarda e sa a cosa sto pensando.
<Frena gli spiriti>, sputo acida io.
<Nome di merda, taci>.
Osa ancora chiamarmi così?
<Vedo che andate d'accordo>, ride l'omone.
<Cosa cazzo vuoi? Si può sapere?>, chiede Rob.
<Volevo solo vedere come eravate conciati, sai dopo il riformatorio>.
Dopo aver lanciato la bomba se ne va.
Sono stati in riformatorio?
Mi serve un attimo per assimilare la cosa.<Rob ma che significa?>, chiede Carla incerta facendo ruotare il ragazzo verso di lei.
<Siamo stati in riformatorio per un po'>, risponde Rob guardando l'amico.
<Perché?>. Carla continua con le domande ed io sono stanca.
<Ti racconterò tutto>. Rob le avrebbe detto tutto ed era la cosa migliore dato che le interessa. Ed io in quelle cose non volevo nemmeno entrarci, figuriamoci a saperle.
Owen mi guarda senza nessun tipo di emozione quasi.
<Ecco perché ieri a scuola ci guardavano tutti>, dico poco dopo.
<Ed ecco anche perché non potete andare in ospedale, ora torna tutto>, continuo.
Tutti i pezzi sono al posto giusto.
<Si, siamo ancora sotto cauzione e...>, Rob è sincero e dal suo tono si capisce che si vergogna un po' a dire quelle cose ma Carla lo abbraccia. Cerca di farlo sentire tranquillo.
<E se foste andati in ospedale avrebbero iniziato a farvi decine di domande o nel peggiore dei casi avrebbero chiamato la polizia>.
<Io me ne vado>, dico poco dopo.
<Cos'è nome di merda, adesso che sai quello che sanno tutti hai paura?>, chiede Owen staccandosi dal muretto e venendo verso di me.
<Io ho un nome ed è bene che tu lo usi>, inizio.
<Ammetti che hai paura e userò il tuo nome d'ora in poi>. Vuole solo aver ragione.
Vuole solo che ammetta che ho paura di loro.
<A me che voi siate stati in un riformatorio poco importa. Non importa cosa abbiate fatto per finire lì dentro>.
<Non ti importa? E se avessimo ucciso qualcuno?>, chiede lui serio.
<Se così fosse quello è il passato, adesso siete qui no quindi tanto colpevoli forse non siete>, rispondo decisa.
<Che ingenua. Vuoi che ti venda della droga?>, chiede dal nulla.
<Non ti faccio così stupido da portarti della droga dietro se sei sotto cauzione>.
<Se Rob dovesse dire a Carla tutta la verità, tu vorresti saperla?>, chiede andandosi a sedere.
<No, e sai perché? Perché nella vita di una persona possono succedere tante cose che noi non possiamo comprendere. Non chiederei nemmeno io a Carla di raccontarmi queste cose>.
<Ci vediamo a casa Carla>, la saluto e vado via.
Il ritorno a casa fu breve.
Volevo solo fare un bagno caldo e poi riposare.
Era rimasta della pizza della sera prima, avrei riscaldata quella, non avevo voglia di cucinare o fare altro.
Il fatto che Owen e Rob fossero stati in riformatorio non cambiava la mia opinione su di loro.
Robert è gentile e carino appena conosciuto e lo era anche ora.
Owen è una faccia da cazzo prima e lo è ancora adesso.
Solo perché qualcuno commette un errore in passato non vuol dire che debba essere condannato.
Se una persona si pente perché non dargli una seconda possibilità. Poi sono del parere che dipende sempre dal danno fatto, non credo che tutto sia perdonabile."Torno questa sera, non mandare la casa a fuoco"
Chi poteva essere se non quella pazza della mia amica. Quando stavamo per qualche ora separate ci veniva spontaneo cercarci sempre.
Era una sorta di "ci sono anche se non mi vedi".
E penso che il concetto di amicizia sia proprio questo. Esserci sempre.
La pizza di ieri sera devo dire che è davvero buona.
Din!
Don!
Vado alla porta e dallo spioncino vedo che è Jay. Apro subito.
<Ciao>.
<Ciao Jenny>, mi saluta lui.
<Entra pure>.
Si accomoda in cucina.
È molto carino. Il taglio sul labbro è più sgonfio e quello sul sopracciglio è solo rosso.
Almeno il mio lavoro so farlo bene.
<Avevo bisogno di parlarti>, mi dice.
<Si, anche io ma non sapevo come trovarti>.
Gli offro un bicchiere di succo e un pezzo di torta.
<Non so nemmeno da dove iniziare, credo che tu non sappia nulla altrimenti sapresti chi sono>.
Continua a passarsi la mano nei capelli. È nervoso. E comincio ad esserlo anche se non inizia a dire qualcosa.
<Tu come mi conosci?>, chiedo.
<Tua mamma mi ha parlato di te>.
Cosa?
Possibile che ci fosse sempre lei di mezzo?
La mia vita gira attorno alla sua.
<Non m'importa cosa dice di me o quello che racconta alle sue amiche>.
Sono davvero stufa della sua presenza sempre come un'ombra.
<No, non capisci Jenny>, sbuffa Jay.
<Parla chiaro allora perché tutti questi misteri non mi piacciono>. La torta che sto mangiando mi andrà di traverso se non mi calmo un po'.
<Da qualche mese avevo notato una macchina parcheggiata sempre i fine settimana a casa mia. All'inizio pensavo che fossero incontri di lavoro..>.
<Non capisco Jay...>, la voce mi trema.
<Vedevo sempre una donna entrare nell'ufficio di mio padre. Quando chiedevo di lei mi veniva detto che era per lavoro. Una settimana fa la porta del suo ufficio era aperta e c'era la stessa donna delle altre volte>, si ferma.
<E...continua>, lo incito.
L'ansia è alle stelle.
E spero che non dica quello che sto pensando.
<Si stavano baciando, erano sul punto di..>.
<Ho capito>, lo interrompo.
Non può essere mia mamma.
Lei non farebbe mai una cosa del genere.
<Quando ho detto a mio padre che li avevo visti lui ha potuto solo confermare. Ha detto che da quando la mamma è morta si sentiva solo. Poi ha conosciuto tua mamma per lavoro e da lì è iniziata la loro storia>. Si alza camminando avanti e dietro.
<E da quanto va avanti questo storia?>, chiedo sapendo che la risposta non mi sarebbe piaciuta.
<Da un anno>.
Mi crolla il mondo addosso.
Non riesco a dire nulla.
<La prima volta che ho parlato con lei è stato due giorni fa. Ero arrabbiato con loro, con lei soprattutto..>, mi confida urlando.
<Non volevo che prendesse il posto di mia mamma, non volevo vedere nessuno di fianco a mio padre>.
Nelle sue parole c'è tanta sofferenza.
Mia madre pensa solo a se stessa.
<Mi ha detto che ha anche lei una figlia, che si chiama Jenny, e a cui non aveva detto niente. Quella sera mi è sembrato un segno del destino. Dovevo dirtelo io>, conclude lui.
<Non..e se fosse un'altra donna?>, chiedo speranzosa.
<Jenny credi che se non ne fossi sicuro te l'avrei detto? La cosa va avanti da un anno e nessuno parlava. Dovevamo sapere>.
<Ho fatto una foto alla sua auto>.
Prende il telefono dai pantaloni e mi mostra la foto.
È lei.
È la sua.
Inutile cercare di far finta.
<Pensi che dovrei dirglielo?>, chiedo.
<A te cosa va di fare?>, mi chiede a sua volta.
<Urlarle contro la verità, ma negherebbe tutto, anche con la foto della macchina>, ammetto più a me stessa che a lui.
La conosco troppo bene quella donna.
<Vieni con me>.
<Cosa?>, chiede lui stupito.
<Dovresti parlarci da sola Jenny>, continua lui.
<No, tu non la conosci, negherebbe e mi farebbe passare davanti a papà come una pazza. Con te davanti non potrebbe negare no?>.
Dovevo sapere la verità dopo tutte quelle bugie.
Lui annuisce semplicemente e ci scambiamo i numeri di telefono per metterci d'accordo.
<Buonanotte Jenny e mi dispiace che tu l'abbia saputo così>, si scusa.
<Jay non è colpa tua, anzi te ne sono grata>.
<Buonanotte>.
Chiusi la porta e mi appoggiai su di essa.
Mia mamma aveva appena distrutto tutto.
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Ad Un Passo Dal Cuore
RomanceJenny è sempre stata una ragazza amante dello studio e della lettura. Una ragazza con poche cavolate per la testa, una per cui però riusciresti a perdere la testa. Tutti sempre lì pronti ad aspettarsi qualcosa da lei, come se fosse quasi dovuto; com...