Capitolo 36

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Jenny
Entriamo in macchina e nessuno dei due prova ad aprire parola, anzi, il signorino alza la musica per evitare proprio questo.
Non so cosa gli passa per la testa e vorrei tanto saperlo e adesso che ci penso bene, sono stata una stupida. Penso di aver esagerato.
Lo guardo mentre sbadiglia e sorrido.
I capelli sempre ben in ordine e lo sguardo di chi sta sempre sull'attenti.
<Mi stai analizzando?>, chiede lui voltandosi solo per un secondo.
<Ti osservo>, rispondo arrossendo.
<L'ho notato sai?>, continua lui abbassando la radio.
Vuole parlare.
<Cosa?>, chiedo prendendo dalla borsa il telefono che inizia a vibrare.
Jay.
<Rispondi prima>, aggiunge lui buttando un occhio sul telefono.
<Rispondi tu prima o cambierai argomento come sempre>, rispondo seria.
<Ti guardi sempre attorno>, risponde lui accennando ad un sorriso.
<Rispondi adesso, o non smetterà di chiamare>, continua sbuffando.
<Jay>, rispondo felice.
<Finalmente qualcuno che risponde>, replica subito lui.
<Il tuo amichetto dov'è?>, chiede lui incazzato.
<Quale amico?>, chiedo facendo finta di non capire. So che parla di Owen.
<Di quello stronzo che probabilmente ti sta attaccato ore>, risponde lui esasperato.
<Metti in viva voce>, bisbiglia Owen.
Faccio come dice.
<Che vuoi Jay?>, chiede Owen.
<Ti sto chiamando da mezz'ora, il telefono dove lo hai?>.
Perché tutta questa frustrazione?
<Sto guidando>, risponde lui semplicemente con tono calmo rispetto a quello dell'amico.
<E non puoi rispondere? Metti le cuffie o altre cavolate>, continua l'altro.
<Qualcuno di mia conoscenza è molto preciso e rompi palle su queste cose>, risponde Owen guardandomi e sorridendo.
Si riferisce a me??
<Si, lo so. Jenny è stramaledettamente precisa>.
Alzo gli occhi al cielo e mi volto verso il mio finestrino.
Ma guarda tu!
<Che volevi allora?>, chiede a questo punto il burbero.
<Devi tornare il più presto possibile>, esordisce Jay.
Io ed Owen ci guardiamo in contemporanea.
<Che succede?>, chiede subito lui.
<Niente, ma muoviti ok?>.
<Jay dimmi che succede>, Owen non si arrende.
<Merda..ok, ma non incazzarti>, lo avverte Jay.
Lo sa che lui si incazza anche per un non nulla?
<Mi conosci>, risponde lui alzando gli occhi al cielo.
<Appunto te lo dico>. Jay sta cercando di prendere tempo; è evidente che non sa come dirglielo.
Ma dirgli cosa esattamente?
<Evita queste stronzate con me e andiamo al punto Jay>, afferma stizzito il ragazzo di fianco a me che stringe il volante più del dovuto.
<Hanno perquisito casa di Jenny>.
Io sbianco ed Owen respira profondamente per calmarsi.
<Non doveva essere domani?>, chiedo io.
Sono confusa.
<In teoria>, risponde Jay.
<E in pratica?>, continua Owen.
<Questa mattina chiama la polizia da noi, dice di aver saputo di un furto in casa vostra..>, inizia Jay e a me cade il telefono dalle mani.
<Cazzo..>, lo riprendo e guardo Owen con lo sguardo assente.
<Continua>, invito Jay a parlare.
<..A loro era sembrato strano che proprio adesso qualcuno fosse entrato in casa vostra, così hanno perquisito e hanno trovato una pistola>, conclude.
Per la seconda volta mi cade il telefono e continuo a guardare in basso.
Owen accelera e mi incita a prendere il telefono.
<Jenny cazzo prendi il telefono>, urla Owen.
Faccio come dice.
<Jay, arriviamo il più presto possibile. Tu chiamaci in qualsiasi momento>.
Chiude così la telefonata.
<Jenny..>, mi chiama Owen mettendo una mano sulla mia coscia ma io mi scanso.
<Jenny ascoltami..>, cerca di dire lui per niente irritato dal fatto di essermi scansata.
<Ascoltami un cazzo Owen, hai sentito cosa ha detto?>, chiedo urlando.
<Merda, dobbiamo fermarci>.
Alla prima stazione di rifornimento mette la freccia sulla destra e si ferma.
Rob ci segue.
<Perché ci siamo fermati?>, chiede Rob una volta scesi dalle macchina.
Owen guarda me in attesa che dica qualcosa, ma al momento non riesco a pensare come vorrei.
<Allora? Qualcuno vuole spiegarci cosa succede?>, chiede Carla vendendomi in contro.
<Hanno..hanno trovato una pistola in casa nostra>, balbetto.
Lei rimane con le braccia a mezz'aria e la bocca semi aperta.
<Cosa?>, chiede Rob accendendosi una sigaretta.
<Com'è possibile?>, chiede Carla agitandosi.
<Sono entrati in casa vostra e l'hanno messa a soqquadro>, spiega Owen senza tanti giri di parole.
Una pistola in casa mia!
<Non troveranno mai le nostre impronte vero Owen?>, chiedo io andandogli di fronte e con le lacrime agli occhi.
<Dimmelo..dimmi che non succederà niente>, lo prego mettendomi le mani nei capelli.
<Vieni qui..>.
Mi prende per la vita e mi abbraccia.
Io rimango con le mani sul suo petto e stringo forte il suo maglione.
<Te lo prometto, dovessi anche tornare dentro>, sussurra lui.
<No, non andrai dentro>, replico alzando lo sguardo.
Lui mi sorride quasi come se fosse costretto, quasi come se fosse sicuro che le cose non sono così facili come vuole far credere.
<Rob vieni a prendere le sigarette?>, chiede Owen staccandosi dal mio abbraccio.
È una scusa.
Li guardo entrare dentro ed io mi volto verso Carla che è andata a sedersi in macchina.
La raggiungo.
<Cosa succederà?>, chiede lei.
<Non lo so>, sbuffo.
<E se dovessero trovare le nostre impronte su quella pistola? Cosa succede poi?>, chiede lei in preda al panico.
<Non troveranno le nostre impronte. È impossibile, non l'abbiamo toccata>, le spiego.
Speriamo però che in queste ore non trovino altro.
I ragazzi tornano ed io vado in macchina.
<Quindi?>, chiedo non credendo minimamente alla storia delle sigarette.
<Quindi cosa?>, chiede il burbero mettendo in moto.
<Credi davvero che io sia stupida?>, chiedo abbassando la radio.
<Che intendi dire?>, chiede lui come se poco fa non avessimo avuto nessuna notizia.
<Owen..>, lo richiamo subito.
<Non preoccuparti>, risponde lui alzando il volume della musica.
Lo riabbasso.
<Che c'è ancora?>, chiede lui urlando.
<Vai a fatto fottere Owen>, dico prima di voltarmi dall'altra parte e chiudere gli occhi.
Provo a dormire, ma per tutto il viaggio non riesco a non pensare ad altro. A quella pistola in casa mia.
E a mia mamma o mio papà.
Non mi hanno chiamata ma sono sicura che sanno anche loro.
E forse, sarà stato proprio Jay e convincerli a non fare nulla.
Suona il mio cellulare.
<Puoi anche smettere di far finta di dormire>, sputa acido Owen.
Puoi anche smettere di fare lo stronzo antipatico.
Prendo il cellulare e vedo che è Jay, speriamo che porti buone notizie.
<Jay>, sussurro.
Continuo a rimanere nella stessa posizione di prima, con gli occhi al di fuori del finestrino.
<Come stai sorellina?>, chiede lui cercando di farmi sorridere.
<Sono stata meglio>, rispondo giocando con le cuciture della cintura.
<Vedrai che si sistema tutto>, dice lui rassicurante.
<A casa tua c'è un posto?>, chiedo io.
<Si, per te sempre>, risponde lui sorridendo.
<Allora, a dopo>.
Chiudo la chiamata e sbuffo.
Dopo cinque ore di macchina ci fermiamo per andare al bagno e prendere qualcosa da mangiare.
<Io vado a dormire da Rob>, mi informa Carla mentre laviamo le mani al bagno.
<Mi sembra un'ottima idea, io vado da Jay>, risponde asciugando le mani sotto quella specie di arnese che non sa fare nemmeno il suo lavoro.
<Hai detto di no ad Owen?>, chiede lei uscendo.
<A chi?>, chiedo io andando verso la macchina.
<Oh, non te l'ha chiesto a quanto vedo>, continua lei come se non volesse dirmelo.
<Cosa doveva dirmi?>, chiedo incuriosita.
<Chiediglielo tu>, replica lei con quel sorriso di chi la sa veramente lunga.
Arrivate alla macchina, decido di guidare io.
Penso che Owen sia stanco, anche per tutto quello che abbiamo saputo.
Ma come sempre non lo ammetterebbe mai.
<Ti ho preso delle patatine e un panino>, mi dice Owen arrivando con Rob.
<Guido io>, lo avverto senza nemmeno dire grazie per le cose che mi ha comprato. Una vera stupida.
<Non se ne parla>, replica lui togliendomi dalle mani le chiavi.
<La macchina è mia>.
<Ma la vita è mia>, continua lui.
Mette il cibo sui sedili posteriori e aspetta che io entri in macchina.
Ma non lo faccio.
<Lasciami guidare, sei stanco>, affermo io.
<Ce la posso fare>, replica lui stizzito.
<Non fare sempre il solito orgoglioso>, rispondo alzando gli occhi al cielo.
Lui sorride.
<Cosa devo fare con te?>, chiede ironico.
Si avvicina al mio collo e lascia un bacio su di esso.
<Prendi principessina>, dice poi lasciandomi nelle mani le chiavi.
Si, guido io.
Metto in moto e si parte.
<Vuoi mangiare qualcosa?>, chiede lui riempiendosi la bocca di quel panino stra farcito.
<No, adesso non ho fame>, rispondo.
<Senti..>, inizio a dire io.
<Mh mh>, mugugna lui leccandosi dalle labbra un po' di maionese.
Jenny, non distrarti.
<Mi devi chiedere qualcosa?>, chiedo così di getto.
Non ho mica scordato le parole di Carla.
<Tipo cosa?>, chiede lui corrucciando la fronte.
<Dimmelo tu>, rispondo alzando le spalle.
<Di che stai parlando?>, chiede lui curioso.
Apre il finestrino e si accende una sigaretta.
Me ne deve ancora una.
Io non dimentico.
<Non lo so..Carla mi ha detto che dovevi chiedermi qualcosa>, dico io vaga.
<Rob parla sempre troppo>, sussurra lui a se stesso.
<Non ti dovevo dire nulla>, afferma lui poco dopo inspirando continuamente dalla sua sigaretta.
<Nervoso?>, chiedo io ridendo.
<Perché mai dovrei esserlo?>, chiede a sua volta lui.
<Agitato allora>, suppongo io.
<Ti sei attaccata a quelle parole di quella sera?>.
Eh chi se la scorda, il nostro quasi bacio.
<Le ho prese alla lettera>, rispondo ridendo.
<L'ho notato>, risponde lui.
<È vero>, continua con la voce roca.
Mi giro verso di lui per invitarlo a continuare.
<Dovevo chiederti qualcosa, ma hai già risolto>, afferma lui poggiando la testa sul sedile.
Mi giro un secondo e gli occhi mi cadono sul suo pomo d'adamo che sale e scende a causa dell'acqua che sta bevendo, e non so perché ma mi viene in mente la sera prima in piscina.
Concentrati!
<Chiedi lo stesso>, continuo io.
Scuote la testa ed io mi arrendo.
Siamo quasi arrivati ed Owen sta dormendo.
Ha dormito per quasi tutto il viaggio; ed era lui quello che non era stanco.
Rob parcheggia davanti casa mia e solo a vedere la porta mi sale l'angoscia.
Guardo i due fidanzati che entrano in casa, mentre io guardo il ragazzo di fianco a me. Tolgo la cintura e mi giro verso di lui. Lo osservo.
Osservo come le sue labbra sono sempre corrucciate e mai tranquille, come il suo petto si alza e si abbassa, come la mia mano arriva fino alla sua guancia e lui d'istinto si muove verso di essa.
Lo lascio dormire.
Devo prendere qualcosa per dormire da Jay.
Entro in casa e guardo casa un po' sottosopra: in cucina i mobiletti sono svuotati, cibo ovunque..vetri rotti di qualche bottiglia sparsi qua e là..in salotto i Cd che avevamo sono sparsi per terra, mentre i cuscini sono stati aperti per far uscire le piume.
Attraverso il corridoio e sento le voci di Carla e Rob nella sua camera.
La porta della mia invece è chiusa.
La apro e il letto è sotto sopra, il materasso quasi per terra, le coperte gettate alla meno peggio, i cassetti svuotati..vestiti a terra, cornici e vetri rotti.
Un disastro.
Non voglio rimanere qui un attimo di più.
Prendo un borsone e metto tutto quello che posso recuperare, almeno i vestiti sono interi.
<Noi andiamo allora>, mi informa Carla abbracciandomi.
<Ci vediamo lì allora, porti il bello addormentato?>, chiede Rob ridendo.
Annuisco soltanto.
Metto il borsone nel cofano ed entro in macchina.
Accompagno il burbero sotto il suo palazzo, dorme come un ghiro.
Scendo e vado ad aprire alla sua portiera.
<Owen>, sussurro.
Non si muove.
<Owen..>, ripeto toccandogli una spalla e dandogli un pizzicotto.
<Faccia da cazzo>, continuo sorridendo.
Lui si volta aprendo gli occhi.
<Quanto sei stronza, un bacio sarebbe stato meglio>, sorride lui.
Stacca la cintura e scende.
<Oh siamo da me>, afferma lui guardando il suo palazzo e poi guarda me.
Prende il suo borsone dal cofano.
<Hai già preso le cose da casa tua?>, chiede lui indicando l'altro borsone in macchina.
<Quello che ne rimane>, sussurro io.
<Non volevo trascinarti in questa cosa>, replica lui esausto.
Si appoggia alla macchina e mi guarda, poggiando a terra la borsa.
<Non è colpa tua se mi hanno distrutto casa>, cerco di dire io.
<Se non avessi conosciuto me..>, mi interrompe lui.
<Se non avessi conosciuto te..sarei ancora quella stupida ragazzina paurosa di tutto>, concludo io.
Lui mi guarda come se gli avessi detto la cosa più bella del mondo.
Mi trascina vicino a sé e mi abbraccia.
<Sei più forte di quanto tu creda principessina>, dice lui soffiando il respiro sul mio collo.
Il suo profumo mi inonda e non posso fare a meno che chiudere gli occhi.
Alzo la testa per guardarlo e trovo già i suoi occhi su di me.
<Volevo chiederti di dormire da me>, sussurra lui ad un millimetro dalle mie labbra. Ne traccia il contorno con le dita e io le schiudo leggermente.
Dormire da lui?? Rischio di andare a fuoco.
<Ma forse è meglio se vai da Jay>, continua lui.
Strofina il suo naso contro il mio e mi viene da sorridere.
<Da quanto volevi chiedermelo?>, chiedo io sorpresa.
<Appena Jay ci ha chiamato>, risponde lui staccandosi e prendendo il suo borsone.
Perché diavolo non me l'ha chiesto? Che testardo. È quasi al portone, lo prendo per un braccio e mi avvicino.
Gli lascio un bacio leggero sulle labbra, quasi impercettibile.
Lui sorride.
<Quello che mi ci vuole per stare bene>.
Si volta e vedo chiudersi alle spalle il portone.
Entro in macchina e prendo subito il telefono.

"Avrei accettato".
Destinatario: Owen.

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