Capitolo 44

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Jenny
Sento l'acqua della doccia scorrere.
Ho pochi minuti per togliere il piumone e chiamare Carla. Siamo solite raccontarci tutto appena succede qualcosa, bello o brutto che sia.
Tolgo il piumone e lo raccolgo per bene poggiandolo in un angolo per terra. Poi prendo il telefono e noto una chiamata della mia amica. La richiamo ma non risponde. Suona a vuoto. L'orologio segna le undici e mezza, potrebbe star dormendo o l'opzione più probabile è che si stia dando da fare con Rob. Vado in cucina e prendo un bicchiere d'acqua. Mi Poggio al tavolo e penso ad Owen. Al ragazzo che sta facendo la doccia. Al ragazzo con cui ho appena perso la verginità. Al ragazzo di cui mi sono fidata così tanto. Ho sempre pensato che quando sarei arrivata a questo punto è perché una persona mi era davvero entrata dentro. Mi era arrivata al cuore. È questo l'amore di cui tanto si parla? È questa quella sensazione di vuoto ma allo stesso tempo di pienezza che si sente quando si parla di amore? Ma io sono innamorata? Ormai con Owen ci conosciamo da un po', e l'ho visto sotto tanti punti di vista. Ho conosciuto tanti lati del suo carattere.
Con le mani nei capelli guardo il bicchiere d'acqua mezzo pieno e poi lo bevo tutto d'un sorso.
<Ti serve un po' di alcol?>.
La voce di Owen mi fa quasi balzare dalla sedia. Mi volto verso di lui e se ne sta poggiato al divano con le mani nelle tasche del pantaloncino rosso. I capelli bagnati e il petto nudo.
<Perché?>, chiedo io alzandomi lasciando lì il bicchiere.
<Perché sembrava una tipica scena dei film, hai presente?>, continua lui seguendomi in camera da letto.
Prendo dalla borsa l'intimo e un nuovo pigiama, questo è meglio se lo lavo dopo.
I miei occhi vanno sul piumone nell'angolo e lui segue il mio sguardo.
<Io..il piumone era..>, cerco di dire agitando le mani.
<Hai fatto bene, ne metto uno pulito>, dice lui sorridendo.
<Vai a farti una doccia, ti aspetto qui>, continua lui dandomi un bacio sulla fronte. La cosa più carina del mondo. Sono tanti i gesti carini che lui ha nei miei confronti. Sono quelle tante piccole attenzioni che davvero mi fanno capire che per lui non è una cosa qualsiasi.
Vado in bagno e tolgo il pigiama sporco.
Si dice che dopo averlo fatto per la prima volta ci si vede in modo diverso. Mi avvicino allo specchio e sul seno noto subito tre segni lasciati da Owen.
Sorrido e la mia mano vaga su di loro.
Mi avvicino ancora di più allo specchio e mi guardo bene in volto: gli occhi hanno una strana luce, le guance leggermente arrossate e i capelli poco arruffati. Sembro un'altra me, più grande.
Rimango sotto la doccia per pochi minuti, poi metto le mutandine e il pigiama di seta blu notte.
I capelli, invece, li raccolgo in uno chignon. Esco dal bagno e vedo Owen sdraiato sul letto.
Vado dalla parte opposta alla sua e sposto il piumone per mettermi dentro. Mi sdraio di profilo, verso di lui.
Ha gli occhi chiusi e le braccia sotto la testa, sta dormendo?
Guardo il profilo ben delineato, le braccia muscolose, il petto che si muove piano piano.
Con una mano gli tocco il naso, ma non si muove.
<Owen>, sussurro avvicinandomi.
Mi tengo sulle braccia, a pancia in giù.
<Owen>, sussurro di nuovo al suo orecchio.
<Mh>, mugola lui girando la testa verso di me.
<Stai dormendo?>, chiedo quando anche col corpo si gira nella mia direzione.
<Ti aspettavo ma ci metti troppo per una doccia>, risponde lui sorridendo aprendo gli occhi.
<Esagerato>, replico poggiando la testa sul cuscino.
<Vieni qui principessina>. Poggio la testa sul suo petto, il bacino che si scontra con il suo fianco, una gamba sulle sue e il cuore felice.
<Stai bene?>, chiede lui dopo un po'.
<Benissimo, tu?>, chiedo a mia volta.
<Una favola Jenny>, risponde lui e posso vederlo sorridere quando alzo il volto dal suo petto caldo.
<Quindi non ti sei pentita?>, chiede ancora.
Ecco dove voleva arrivare.
<Dovrei essermi pentita?>, chiedo guardandolo negli occhi.
<Dovresti rispondermi tu>, risponde lui portando una ciocca dei miei capelli dietro l'orecchio.
<Owen non mi sono pentita, per niente. Lo volevo..lo volevo così tanto e non mi pentirei mai di una cosa così bella>, gli spiego sicura.
<Quanto sei bella principessina>, inizia lui guardando il soffitto.
<E non parlo fisicamente...Dio, su quello sei strabiliante>, dice lui marcando l'aggettivo che in cucina avevo usato io.
<Intendo proprio come persona, stupenda>, conclude guardandomi.
<Posso farti una domanda scomoda? Più o meno>, chiedo un po' nervosa.
Lui annuisce.
<L'hai fatto con Emily?>, chiedo abbassando il viso.
Purtroppo questa cosa mi è venuta in mente quando ha detto che non era la prima volta. Ma su questo ne ero sicura. Solo che poi mi è tornata in mente Emily, la sua ex e così sono iniziate le domande. Noi ragazze siamo così.
<È importante per te saperlo?>, chiede lui mentre con una mano vaga sul mio viso dolcemente.
<Non così importante, però..>, rispondo alzando le spalle.
<Si, è successo. Stavamo insieme e penso che sia normale>, spiega lui.
Stavano insieme.
E noi?
Noi cosa siamo?
Siamo fidanzati?
C'è qualcosa di speciale tra noi, ma...?
<Le rotelle del tuo cervello stanno girando troppo>, continua lui ridendo.
<Non è vero>, replico ridendo anch'io.
<E tu con quel Cole?>, chiede lui facendo una smorfia.
<Te l'ho già detto, non è successo niente>, rispondo tranquilla.
<No, hai detto che non siete arrivati fino in fondo>, puntualizza lui.
<Sei geloso?>, chiedo sorridendo.
<Rispondi e ti risponderò>, replica lui.
Maschi.
<È successo qualcosa, ma penso che se non sono arrivata fino a questo punto è perché non lo volevo>, spiego fissandomi su una ciocca dei suoi capelli.
<Si, sono geloso. Ti ha..ti ha toccata>, sputa lui chiudendo gli occhi beandosi delle mie carezze.
<È successo tanto tempo fa, adesso ci sei tu faccia da cazzo>, continuo ridendo.
<Mi mancava sentirmi chiamare così>, dice lui.
<Principessina se non ti copri quel seno non credo di poter ragionare ancora per molto>, continua alzandomi la spallina del pigiama. Tutta rossa in viso copro la scollatura e mi poggio al suo petto.
<Non potevi dirmelo prima?>, chiedo ancora imbarazzata.
<Era una bella vista, e poi mi piaceva guardare i segni che ti ho lasciato>, sussurra lui sui miei capelli dove poi lascia un bacio.
I succhiotti.
<Idiota>, replico ridendo.
<Ho sentito che il locale in cui lavoravi aprirà a breve>, dice lui.
Me ne ero quasi dimenticata del lavoro.
<Lo lascerò>, affermo.
Era da un po' che ci stavo pensando, non credo di riuscire a conciliare lavoro e studio. È un po' troppo fare entrambe le cose.
<Come mai? Mi piaceva vederti dietro il bancone>, sorride lui.
<Andrò a stare da mia mamma definitivamente e a lei non è mai piaciuto che io lavorassi in quel locale e per quanto Max sia una persona fantastica non era un posto per me>, spiego brevemente.
<Penso che tu abbia ragione e poi devi anche pensare allo studio, potresti trovare un lavoro in un ospedale>, continua lui ed io annuisco sbadigliando.
<Che dici? Proviamo a dormire?>, chiede anche lui sbadigliando.
Annuisco e alzando la testa gli do un bacio a stampo.

Mi sveglio sentendo qualcosa sul mio petto.
Un piccolo bagliore di luce entra dalle tende che coprono le vetrate. Con una mano mi copro gli occhi e li stropiccio prima di aprirli. Vedo subito una chioma scura: Owen.
Sta dormendo sul mio petto e mi stringe i fianchi.
Sorrido e senza svegliarlo cerco di prendere dal comodino il telefono che lampeggia. Sono le nove e mezza, possibile che abbia dormito così tanto?
Un messaggio di Carla.

"SOS".

Me l'ha mandato un'ora fa e strano che ancora non si sia presentata alla porta. Forse non sa che sono a pochi passi da lei.
La chiamo.

<Per fortuna hai chiamato>, dice lei come se fosse impazzita.
<Cosa vuol dire quel messaggio?>, chiedo sicura che qualsiasi cosa sia stia esagerando come sempre.
<Vengo a casa tua e ti spiego tutto, meglio parlare di persona>, risponde lei mentre sento dei rumori in sottofondo. Credo che si stia mettendo le scarpe.
<In realtà non sono a casa mia>, dico sussurrando.
<E dove sei? E perché sussurri?>, chiede lei.
<Sono da Owen, ho dormito qui>, rispondo guardando il ragazzo appena nominato muoversi leggermente.
<E quando pensavi di dirmelo? Mi devi raccontare tutto>, urla lei piena di curiosità.
<Ti ho chiamata ieri sera>, replico ridendo immaginando la sua faccia.
<Dormivo già, comunque mezz'ora e sono da voi. Voglio tutto nei minimi dettagli>. Detto questo chiude la telefonata. Penso che abbia già capito cosa sia successo.
Devo andare al bagno o la mia vescica potrebbe scoppiare da un momento all'altro.
Sposto un braccio di Owen e cerco di scivolare via dalla sua presa ma lui inizia a mugugnare qualcosa di incomprensibile.
Ci riprovo e questa volta riesco a posare i piedi per terra. Corro in bagno e dato che ormai sono sveglia, sciacquo la faccia con acqua fredda e lavo anche i denti.
Torno in camera ed Owen adesso dorme a pancia in su. Sembra un bambino, ha i capelli tutti scompigliati e la bocca semi aperta.
La voglia di svegliarlo è tanta ma meglio lasciarlo dormire.
Vado in salotto e sposto le tende in modo che entri la luce e guardo il panorama che si può vedere da quassù. Mi stiracchio e poi vado a preparare la colazione, almeno per me.
Metto sulla tavola una piccola tovaglietta nera a quadri verdi e su di essa un pacco di biscotti.
Poi prendo un pentolino e metto a riscaldare il latte e nello stesso tempo metto a preparare anche il caffè.
Lui non può mancare.
Due mani entrano nella mia visuale e un corpo caldo si poggia al mio.
<Già sveglia?>, chiede il ragazzo dietro di me con voce roca; segno che si è svegliato adesso.
Mi volto e sorrido alla vista dei segni lasciati dal cuscino sulla sua guancia.
<Buongiorno>, dice sorridendo anche lui.
<Dormito bene?>, chiedo tornando a dare un'occhiata al mio latte ormai caldo.
Owen non si sposta di un millimetro, sta aspettando qualcosa.
<Mai dormito così bene in vita mia, anche se poi mi hai lasciato da solo>, dice riferendosi al fatto che si è svegliato da solo nel letto.
<Dovevo andare in bagno e poi dormivi così bene che non ho voluto svegliarti>, spiego mettendo il latte in una tazza e sentendo l'odore del caffè diffondersi per tutta la cucina.
<Mi piace l'idea di saperti qui, a casa mia. Svegliarmi con te. Svegliarmi e vederti nella mia cucina>, dice lui strofinando il suo naso sul mio collo.
Piace anche a me questa cosa, ma non posso stare qui per sempre. Almeno non per adesso.
Metto il caffè nel latte e poi mi volto di nuovo verso Owen.
Mi alzo leggermente sulle punte e gli do un bacio sulle labbra che lui non tarda a farlo diventare passionale. La sua lingua entra subito in contatto con la mia e mi solleva dalle cosce portandomi sul tavolo. Le sue mani sono ferme sulle mie cosce e poi risale arrivando fino al pizzo delle mutande. Sale ancora fino ad arrivare al seno e posso sentire già i capezzoli duri contro il suo petto. Scendo a baciargli il collo e decido anche io di lasciare un segno.
Inizio a succhiare piano e lui si spinge contro di me preso dall'eccitazione.
Passo la lingua sopra la zona marchiata e lui ansima.
<Andiamo a letto?>, chiede lui con la mano ancora su uno dei miei seni.
<Non posso>, rispondo sussurrando.
Anche se lo vorrei.
<Carla sta per arrivare>, spiego passando la dita sulle sua labbra gonfie per il bacio.
<Quando mai la tua amica non rovina un momento nostro?>, chiede lui ironico e ridendo.
<Sai com'è fatta>, rispondo alzando le spalle.
Mi dà un bacio a stampo e poi mi passa la tazza rimasta sul mobile della cucina.
<Buona colazione principessina>.

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