Capitolo 12

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Jenny
Sono le 16:30.
Sto cercando di studiare per i prossimi esami ma la musica di Carla mi distrae.
È ancora convinta che io vada con lei a quella stupida festa.
È da circa un'ora che la cosa va avanti.
Meglio se vado in cucina a mangiare qualcosa anche perché di studiare per oggi mi sa che non se ne parla.
<Hai deciso di venire?>, chiede lei entrando con i capelli ancora bagnati.
<Si, e non vengo>, rispondo bevendo un bicchiere d'acqua.
<Dai, ci divertiremo..stiamo sempre a casa e se usciamo da questa casa è solo per andare all'università o al lavoro. Ce la dobbiamo una serata tutta per noi>, dice lei facendo gli occhi dolci.
<La serata tutta per noi, con due ragazzi..abbiamo idee diverse>, dico ridendo.
<Nessuno ti darà fastidio, io starò con Rob e forse..>.
<Non dire che passerò del tempo con Owen perché non è così, c'è mancato poco oggi che litigassimo di nuovo>, la interrompo io.
<Non stavo dicendo quello>, dice lei voltandosi e andando al frigo.
<Ma ti preeeeego vieni>, conclude.
<Va bene vengo>, dico e lei viene ad abbracciarmi.

Torno in camera e cerco di studiare almeno per un'altra ore e mezza.
Dopo di che vado sotto la doccia e rimango sotto l'acqua tiepida per almeno venti minuti.
Liscio i capelli, poco trucco come al solito e via a vestirsi.
Deciso di non mettere il solito jeans, opto quindi per una gonna di jeans e un top che lascia leggermente scoperta la pancia e ovviamente le mie adorate scarpe da tennis.
Penso di essere pronta.

<Jenny, i ragazzi sono qui fuori>, urla Carla correndo in cucina.
Che vuol dire che i ragazzi sono qui fuori?
Vado in cucina e i ragazzi sono lì.
Rob e Carla parlano e si guardano come se di fronte avessero la cosa più bella del mondo, mentre il burbero è al cellulare.
Si alza e nel voltarsi mi vede.
Mi guarda dal basso verso l'alto fino a fermarsi agli occhi.

<Ciao>, dico.
<Principessina>, risponde lui.
Mi viene da sorridere per il modo in cui l'ha detto.
Sempre serio ma più dolce.
Nessuna nota ironica o acida come accade sempre.
<Ciao Jenny>, mi saluta Rob spezzando quel momento strano.
<Allora andiamo? Io vado con Rob>, dice Carla iniziando ad uscire di casa.
<Io vi seguo>, dico.
<Perché non vai con Owen?>, mi chiede Rob.
<Tu sei pazzo, e poi non salgo sulla moto>, dico andando verso la mia auto.
<Non volevi farci un giro?>, chiede lui.
<Non con la gonna>, dico andando in macchina e sedendomi sul sedile.
Vedo la macchina di Rob andare via.
Perfetto.
Proprio alla grande.
<Posso salire?>.
Owen si appoggia al finestrino e mi guarda.
<Ovviamente no>, dico ridendo e mettendomi la cintura.
<Sai almeno dove andare?>, chiede ancora.
<No, ma chiamo Carla e mi faccio mandare l'indirizzo>.
<Se tu mi facessi salire non ci sarebbe bisogno di chiamarla e distrarla da Rob>, continua lui.
Continua a guardarmi e io devo distogliere lo sguardo.
<Facciamo che tu vai con la moto e io ti seguo?>, chiedo mettendo in moto.
<Facciamo che mi fai salire perché sulla moto oggi fa un freddo cane?>, chiede lui ridendo.
Guardo prima lui poi fuori il finestrino e si, si è alzato un po' di vento.
<Non ti farebbe male un po' di freddo sai?>, dico.
<Ma mi farai salire vero?, chiede lui.
<Entro due secondi, perché rischio di cambiare idea>.
Lui senza rispondere entra in macchina.
Lo guardo in attesa che metta la cintura.
Lui mi guarda e fa una smorfia come per dire cosa aspetto a partire.
<Tra quanto vuoi partire?>, chiede.
<Metti la cintura>, dico seria.
<Oh Dio, davvero dici?>, chiede ridendo.
<O la cintura oppure il tuo culo al freddo sulla moto, a te la scelta>.
Molto ma molto lentamente mette la cintura.
Finalmente si parte.
<E comunque io ho un bel culo>, dice lui guardandomi.
Io mantengo gli occhi fissi sulla strada e sento i suoi addosso, su ogni parte del mio corpo.
E la cosa mi distrae, e non poco.
<Nessuno ha detto che sia brutto>, rispondo io.
<Quindi ammetti che ho un bel culo?>.
<Non ammetto nulla>.
Dalla tasta dei pantaloni tira fuori il pacchetto di sigarette.
<Posso fumare qui?>, chiede.
Annuisco.
Accelero e poggio la testa sulla mano.
Inizia a squillarmi il telefono che è in borsa.
<Te lo passo?>, mi chiede Owen.
<Eh..si grazie, puoi vedere anche chi è?>.
Lui annuisce e prende il telefono.
<È tua mamma>.
Mi volto verso di lui e guardo il telefono squillare con il nome di mia mamma scritto sopra.
<Lascialo pure in borsa, non è importante>, dico rimettendo gli occhi sulla strada.
<Ancora in guerra?>, chiede.
Io lo ignoro.
<Terra chiama Jenny>, dice dopo cinque minuti di silenzio.
Parcheggio la macchina e scendiamo.
Siamo arrivati.
Carla e Rob ci aspettano vicino ad un bar molto conosciuto in zona.
Eccoli.
<Ma quanto ci avete messo?>, chiede Carla come se fosse impaziente di chissà cosa.
<Qualcuno non voleva partire senza la cintura>, disse Owen accendendosi una sigaretta.
<Dov'è questa grande band?>, chiesi guardandomi intorno.
La piazza è piena di gente e devo dire che questa festa non è per niente male.
<Impaziente principessina? Non sai che le cose belle tardano ad arrivare?>, dice lui.
<Se per cose belle intendi una band mai sentita prima, allora si spero che tardi il più possibile>.
Carla e Rob vanno a sedersi su un muretto alto che circonda la piazza ed io non voglio sempre stare in mezzo. Fare la candela insomma no.
Mi siedo quindi su due scalini prima del loro.
La serata si prospetta molto noiosa e il top che ho non mi riscalda per niente.
Dovevo portare il giubbotto di pelle.
<Ti hanno lasciata sola i fidanzatini?>, chiede Owen sedendosi vicino a me.
<No, non voglio essere il terzo incomodo>, rispondo guardando come Rob abbraccia Carla.
Non ho mai avuto cose del genere io.
E con Cole è stato tutto un casino dall'inizio.
<Quindi stasera mi toccherà fare da babysitter>, dice lui ironico.
<Che vorresti dire scusami?>, mi giro a guardarlo.
Stasera è più bello del solito.
<Che dovrò farti da babysitter>, dice ovvio.
<Ma nemmeno per sogno, so cavarmela da sola. Non ho bisogno di te>, dico puntandogli il dito contro.
<Abbassa quel ditino e non hai capito cosa volevo dire>, dice alzando le spalle.
<E cosa volevi dire?>, chiedo io.
Veniamo interrotti dal mio telefono che continua a squillare.
<Faresti meglio a rispondere>, mi suggerisce il ragazzo di fianco.
Sbuffo e mi alzo per allontanarmi da tutto quel rumore.
<Ciao mamma>, rispondo.
<Ciao, come stai?>, mi chiede.
<E me lo chiedi pure? Fino a due mesi fa pensavo di avere una famiglia e adesso non so più niente>, rispondo iniziando a sentire la rabbia montare.
<Avrei dovuto dirtelo prima lo so, ma le cose non sarebbero cambiate>, continua lei.
Il suo discorso perfetto.
<Si che avrebbe cambiato le cose. Mamma sono stanca di essere considerata una stupida che non capisce le cose. Stanca di vivere sotto la tua campana di vetro>.
<Amore io voglio solo il tuo bene>.
<Mamma questo è il tuo bene, non il mio>.
Detto ciò chiudo il telefono senza darle il tempo di rispondere.
Ancora un'altra parola e di mantenere la calma non se ne parlava più.

<Jenny>.
Dannazione.
Ci mancava solo lui adesso.
<Cole>, dico semplicemente.
Non è cambiato per niente in questi mesi. È sempre lo stesso.
Sempre la stessa aria da presuntuoso.
<Speravo di vederti>, inizia lui.
Non di nuovo.
Non di nuovo le stesse scuse.
<Non sprecare il fiato, qualsiasi cosa tu voglia dirmi non mi interessa>, dico iniziando ad andare verso Carla e gli altri.
Lei non c'era più seduta sul muretto e l'unica persona che conosco è Owen che è rimasto lì dove l'ho lasciato.
<Jenny ti voglio solo parlare dieci minuti>, dice Cole seguendomi e prendendomi per il braccio.
<Non voglio parlare con te e non abbiamo più niente da dirci, quindi addio>, dico staccando il mio braccio dalla sua mano.
<Cosa ti costa ascoltarmi solo cinque minuti?>, chiede ancora.
<Non voglio ascoltarti>, ripeto ancora vedendo che Owen si è girato per guardarci.
<Sembra che tu non voglia nemmeno litigare più>, dice lui notando che mi è indifferente.
<Perché è così>, confermo.
<Lei ultimamente litiga solo con me>, dice Owen mettendosi in mezzo.
<Hai un fidanzato?>, chiede lui incredulo.
<Lui non è il mio fidanzato e poi cosa ci sarebbe di male se mai ne avessi uno?>, chiedo.
<Non è la mia fidanzata, ma hai fatto un grave errore a lasciarla andare sai?>.
È carino da parte sue prendere le mie difese.
Ci guardiamo e so che i nostri occhi si parlano più di una bocca che si muove.
<Togliti dai coglioni, voglio parlare con lei>, risponde Cole prendendomi questa volta per il polso.
<Cole>, lo avverto.
<La signorina ha detto di no, quindi perché non te ne vai e fai a tutti un piacere?>, chiede Owen visibilmente infastidito.
<Un favore a chi? A te?>, chiede Cole ridendo.
<No, a lei. E se non le lasci subito il polso il tuo braccio farà una brutta fine stasera>, lo avverte Owen.
Lui stesso stacca il mio polso dal suo braccio.
<Cole che diavolo ci fai qui?>, urla Carla arrivando correndo con Rob dietro che cerca di fermarla.
<Ciao Carla, c'è Jeremy in giro>.
Fantastico.
<Non me ne può fregar di meno. Che vuoi?>, gli chiede lei.
<Voglio parlare con Jenny ma lei non vuole>, risponde guardandomi.
<Quindi ciao>, risponde Owen.
<E ti stupisci? Dopo che l'hai..>, inizia Carla ma io la interrompo.
<Carla basta..>.
Lei mi guarda ma so che stavolta nemmeno io potrò fermarla.
<No Jenny, adesso dirò tutto quello che penso a questo qui>, dice lei come se fosse appena iniziata una tempesta.
<Voglio scusarmi con lei, e l'unica cosa che ho ottenuto è parlare con lui e adesso con te>, indica lei e Owen.
<Ancora scuse? Ti sei dimenticato di quando di tutte le volte che te ne andavi o di quando le dicevi..>.
<Cazzo Carla basta>, urlo io andandomene da quella situazione.
Riparlare sempre delle stesse cose mi dava quasi alla nausea.
E so che Carla cerca solo di proteggermi e so anche che dovrò chiederle scusa per come mi sono comportata. Ma non ce ne sarà bisogno.
Ci capiremo con uno sguardo.
Bella serata del cavolo.
Arrivo alla macchina, entro e metto in moto.
<Mi devi accompagnare>.
Owen.

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