Capitolo 42

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Jenny
Suono il campanello e aspetto che venga ad aprire.
Aspetto ma niente, forse non c'è.
Prendo il cellulare e provo a chiamarlo, ma nemmeno qui risponde.
È sparito?
Sbuffo e mi appoggio alla porta nell'attesa che arrivi presto.
Dopo mezz'ora passata a stare seduta per terra e a guardare il muro di fronte me mi si accende la lampadina.
Ho le chiavi.
Apro la porta ed entro.
È tutto immerso nel buio.
Accendo le luci e vado a poggiare il mio borsone in camera sua. Guardo il telefono un'ultima volta per essere sicura che non abbia risposto e poi decido di fare una doccia.
Dove può essere a quest'ora?
Non penso che sia con Rob altrimenti Carla me l'avrebbe detto sicuramente.
Prendo il mio pigiama, l'intimo pulito e il mio bagnoschiuma alla vaniglia.
Lo porto sempre dietro quando non sto a casa mia.
Il bagno non è piccolo, anzi.
Un'enorme doccia ne occupa quasi la metà e un enorme specchio si trova al suo opposto.
Le mattonelle color perla in contrasto con l'arredamento nero gli danno un'aria molto elegante.
Al muro sono appese anche delle mensole dove mette gli asciugamani puliti mentre sotto di esse c'è un cesto per la biancheria sporca.
Tutto troppo ordinato.
Prendo un asciugamano e mi butto in doccia, lego i capelli in modo disordinato e getto gli indumenti sporchi nella cesta.
Regolo l'acqua sul getto caldo e mi beo della sensazione di calore e di rilassamento.
Dieci minuti dopo ho finito.
Esco e avvolgo un asciugamano attorno al mio corpo.  Lavo i denti e sciolgo i capelli che prima avevo legato.
Cavolo, ho dimenticato la crema.
Apro la porta del bagno e torno in camera di Owen.
Noto che la lucina del telefono brilla, c'è qualche notifica.
Il burbero mi ha chiamata cinque minuti fa.
<Perché cazzo non risponde>.
La voce proviene dal salotto dove sento chiudere la porta di casa.
È tornato.
Oh no, è tornato!!!
Ed io sono mezza nuda nella sua camera.
Sono entrata senza il suo permesso, e come se non bastasse..ho anche usato il suo bagno.
Da suicidio proprio.
Mi alzo dal letto, prendo la crema e cerco di correre in bagno, ma la luce della stanza si accende ed io mi fermo sul posto.
<Oh merda..>, sento sussurrare dietro le mie spalle.
E chi ha il coraggio di girarsi adesso?
<Principessina..?>, chiede lui quasi ironico.
Mi volto e vedo che è sudato..è andato a correre.
Guardo la sua espressione di sorpresa e i suoi occhi che vanno su e giù per tutto il mio corpo.
<Ciao>, dico sbattendomi la mano in faccia mentalmente.
Che stupida.
<Che..che ci fai qui?>, mi chiede lui rimanendo però sulla porta della camera.
<Diciamo che ho accettato il tuo invito>, rispondo tenendomi stretta il nodo fatto all'asciugamano.
<Si, lo..lo vedo>, risponde lui balbettando.
<Ti ho chiamato ma non rispondevi e così sono entrata>, rispondo voltandomi per andare in bagno e mettermi qualcosa addosso.
<Sai che potrei denunciarti?>, chiede lui ridendo. Mi volto di nuovo e lo vedo entrare in camera. Mi passa vicino per raggiungere l'armadio e prende un pantaloncino.
<Mi hai dato tu le chiavi idiota>, rispondo mentre lo guardo prendere anche un paio di boxer.
<Si, ma avresti dovuto chiedermi il permesso principessina>, continua lui ironico.
Senza rispondere vado verso il bagno e cerco di chiudere la porta ma lui me lo impedisce.
<Che stai facendo?>, chiedo cercando di chiudere la porta ma lui è nettamente più forte.
<Sto cercando di entrare in bagno, mi sembra ovvio>, risponde lui spingendo delicatamente la porta entrando definitivamente.
<Non vedi che ci sono io?>, chiedo poggiando le mani sui fianchi.
<Oh lo vedo molto bene, ma dovrei farmi una doccia>, risponde lui chiudendo la porta.
<Ma io devo cambiarmi, e devo anche mettermi la crema>, replico indicando il flacone che ho in mano.
<Puoi cambiarti qui e per quanto riguarda la crema, posso pensarci io>, continua lui strappandomi dalle mani il contenitore.
È pazzo.
<Non ci pensare nemmeno>, rispondo prima di riprendermi la mia crema.
<Lasciami prendere almeno il pigiama e vado a cambiarmi in camera>, dico esausta indicando la mia roba sul mobiletto dello specchio alle sue spalle.
<Quando finirò di fare la doccia potrai prendere quello che vuoi>, dice togliendosi la felpa e i pantaloni della tuta. Rimane solo in boxer ed io sto andando letteralmente a fuoco.
Qualcuno ha un estintore?
<Sei tutta rossa o sbaglio?>, chiede lui ridendo.
Mi prende in giro lo stronzo.
<Lasciami prendere la mia roba così puoi farti la doccia in santa pace>, rispondo sporgendomi per arrivare fino al mobiletto.
<No no, ti preferisco così>, ammette lui.
<Brutto idiota, lasciami passare ho detto>, replico facendo la finta arrabbiata.
<Prego signorina>, scimmietta lui facendomi passare. Prendo la mia roba e sono quasi uscita dal bagno quando lui mi tira per un braccio e mi poggia al muro vicino la porta.
Si avvicina al mio corpo, ci guardiamo e lui poggia una mano sul mio fianco, sull'asciugamano.
<Mi piace questa cosa>, sussurra lui poggiando la sua fronte sulla mia.
<Quale cosa?>, chiedo stringendo al petto l'asciugamano. Ci manca solo che si apra adesso.
<Tu nuda..nel mio bagno..nella mia doccia..avvolta solo da un misero asciugamano>, risponde muovendo l'altra mano dalla coscia nuda fino all'asciugamano. Ci gioca e poi fa salire la sua mano lentamente..troppo lentamente.
I brividi che provo sono indescrivibili e la sua mano così morbida, che si muove piano fino al mio fianco.
<Meglio se vado di là>, sussurro posando una mano sul suo petto come per allontanarlo.
<So che lo vuoi anche tu principessina>, sussurra ancora.
<No..io, smettila idiota>. Mi risveglio dalle sue carezze ed esco velocemente dal bagno mentre lo sento ridere di gusto.
Aspetto un po' prima di cambiarmi, non sia mai che esca da un momento all'altro. Quando sento l'acqua della doccia scorrere inizio a mettermi la crema su tutto il corpo, poi metto l'intimo e infine il pigiama nero. Vado in salotto e indecisa se accendere o meno la televisione mi siedo sul divano. In camera da letto sento un telefono che squilla.
Corro a vedere chi sia ma stranamente non è il mio, ma quello di Owen.
<Se è il mio puoi rispondere>, mi avverte lui gridando dal bagno.
Josephine.
Esito un po' prima di prima di spostare la barra verso destra e portare il cellulare all'orecchio.
<Pronto>, dico esitante.
Inizio a camminare avanti e dietro per il nervosismo.
<Ho sbagliato numero..?>, chiede lei.
<Oh..no, Owen è..è occupato>, balbetto io.
<Ah capisco, e tu sei?>, mi chiede lei ancora.
<Sono Jenny, non so se si ricorda>, rispondo camminando fino al salotto e poi in cucina.
<Oh ma certo, come stai tesoro?>, mi chiede lei con tono affettuoso.
<Bene, grazie. Lei?>, chiedo a mia volta.
<L'età inizia a farsi sentire, i primi acciacchi>, risponde  lei ridendo.
È ufficiale.
Completamente diversa dal figlio.
<Ma se è giovanissima>, continuo io sentendo la porta del bagno aprirsi.
<Mio figlio ha combinato qualche pasticcio? Se sei da lui presumo di sì>.
È normale che lo pensa; ogni volta che ci siamo visti suo figlio o ha fatto lo stronzo oppure aveva picchiato qualcuno.
Vedo il burbero arrivare in salotto con un pantaloncino grigio e una t-shirt nera, e i capelli ancora bagnati per la doccia. Possibile che stia bene con tutto?
<Cara..ci sei?>, chiede la donna.
<Si si..Owen sta bene, niente guai>, rispondo sicura mentre il ragazzo si volta verso di me quando sente il suo nome.
<È mia mamma?>, bisbiglia lui dal salotto.
Io annuisco e lui alza gli occhi al cielo.
Sorrido per la sua reazione.
<Siete fidanzati?>, chiede poi lei di punto in bianco.
Perché mi ritrovo sempre io a dover rispondere a queste domande?
<No, ehm...noi, beh..ecco..>, cerco di dire non sapendo bene cosa rispondere. Ma la risposta è semplice.
<No, non lo siamo>, concludo poi sicura.
<Mi farebbe piacere vederti e conoscerti meglio, mio figlio non mi parla mai di te>, confessa lei ed io guardo Owen che se ne sta in piedi vicino al divano, con le mani in tasca e lo sguardo verso di me.
<In che senso?>, chiedo io curiosa.
<Di che sta parlando?>, chiede di nuovo Owen andando verso le vetrate per aprire le tende.
Faccio un segno con le mani per fargli capire che poi gli dirò tutto.
<Quando chiedo di te lui cambia subito argomento>, risponde lei ridendo.
Sarebbe stato strano se avesse risposto, conoscendolo.
<Si, capisco di cosa parla>, replico io sorridendo.
Owen mi guarda e mi fa segno che va sul balcone ed io annuisco.
<Perché una sera di queste non andiamo a cena? Così mio figlio non potrà più scappare>, chiede lei ridendo.
<Mi sembra un'ottima idea>, rispondo felice.
Dalla prima volta che l'ho vista mi ha fatto subito un'ottima impressione. E so che loro hanno un bel rapporto, anche per tutto quello che hanno passato.
<Benissimo, adesso ti lascio. Buonanotte e salutami Owen>, dice lei.
<Si certo. Buonanotte>, rispondo io chiudendo poi la chiamata.
Vado verso la vetrata e lo vedo poggiato al balcone mentre fuma.
<Guardi la luna?>, chiedo mettendomi di fianco.
<In attesa di guardare te, si>, risponde lui voltandosi verso di me.
<Perché hai cambiato idea?>, chiede lui guardando di nuovo la luna come se fosse in soprappensiero.
<Perché voglio starti vicino>, rispondo tenendo ancora in mano il suo telefono.
<Ti faccio pietà>, afferma lui spegnendo la sigaretta nel posacenere di fianco a lui.
<Cosa? No>, rispondo mettendo una mia mano sopra la sua ma lui la scansa.
Ma che diavolo succede adesso????
Lui sbuffa e sta per entrare dentro ma io gli prendo la mano.
<Se voglio starti vicino non vuol dire che mi fai pena>, dico avvicinandolo a me.
Lui mette le mani ai lati del mio corpo sulla ringhiera, ma guarda in basso.
<Se ti voglio stare vicino è perché mi piaci Owen, se sono venuta qui è perché mi piaci>, continuo sorridendo.
Lui alza la testa ed incastra i suoi occhi nei miei.
<Dici sul serio?>, chiede lui.
Annuisco.
Le mie mani sono aggrappate alla sua maglietta e lui le guarda mentre gioco con essa.
<Non devi metterti sulla difensiva, non con me>, sussurro quando mi abbraccia.
Le sue mani sulla mia schiena che mi stringono forte, il mio cuore che sembra abbia avuto una scossa elettrica..ed il suo, che sembra uscirgli dal petto.
<Te l'ho già detto che sei speciale?>, chiede lui staccandosi e ritornando alla posizione di prima.
<No, ma so che lo pensi>, rispondo ridendo.
<Sei anche nella mia testa oltre che nella mia vita?>, chiede ancora lui mordendosi le labbra. Ed io rimango incantata per quel gesto.
<Sono dappertutto ormai>, rispondo alzando le spalle.
<Ed è questo che mi piace>, continua lui baciandomi il naso.
<Ordiniamo qualcosa da mangiare?>, mi chiede lui.
E a questa domanda non posso dire di no: diamo il via ad una delle serate più belle della mia vita.

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