Capitolo 35

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Jenny
<Mh..vuoi restare a dormire?>, mi chiede lui.
Siamo ancora sul ciglio della porta, lui con solo il costume ed io infagottata.
Restare a dormire?
Jenny non farti pensieri poco casti.
Jenny non andare in panico.
<Dormiremo e basta>, specifica lui quando mi vede tipo come un pesce lesso.
<No..io devo cambiarmi>, dico guardando da tutt'altra parte.
<Vai a cambiarti allora, ma resta con me>.
Lo dice come se mi stesse pregando di accettare, come se non volesse rimanere da solo.
<Va bene, prima devo fare anche una doccia però>, dico andando verso la porta alle mie spalle.
<Possiamo farla insieme>, afferma lui sorridendo.
<Nei tuoi sogni>, rispondo andando in camera.
Lo lascio lì sulla porta.
Ok, obbiettivo: fare una doccia in meno di venti minuti, non andare nel panico..e di nuovo, non andare nel panico.
In doccia lavo i capelli, ma non ho intenzione di asciugarli.
Uscita dalla doccia mi asciugo e come sempre applico la mia crema alla vaniglia. Metto il mio pigiama con gli orsacchiotti e lego i capelli in uno chignon basso, solo per non sembrare una pazza. Metto dei calzini e busso alla camera di Owen.
Continuo a strofinare un piede sull'altro per l'ansia.
Ma poi ansia per cosa? È solo Owen.
Appunto, è Owen.
Da quando oggi pomeriggio ho capito che mi piace, mi sembra di vivere le cose in modo più amplificato. Con lui penso che sia sempre stato così ma non me ne sono mai accorta.
<Principessina>.
Owen apre la porta con solo un pantaloncino e ha i capelli bagnati. Avrà fatto anche lui una doccia.
Entro in camera sua e come sempre è molto ordinata. Di solito i maschi lasciano tutto dove capita, ma lui sembra uno ossessionato dall'ordine.
Lui va a sdraiarsi sul letto mentre io me ne sto seduta nell'angolo.
<Vuoi rimanere lì per tutta la notte?>, chiede lui mettendo le mani dietro la testa.
I miei occhi sono fissi sui suoi tatuaggi e sul suo petto che si alza e si abbassa respirando.
Se voglio rimanere qui tutta la notte? Magari.
<Hai mai dormito con un ragazzo?>, chiede ancora.
<No, tu?>, chiedo io a mia volta.
<E Cole? Hai presente Cole vero? Faccia da "bleah" e carattere da "oh mio dio"..?>, chiede lui facendomi ridere.
<Si ce l'ho presente>, rispondo avvicinandomi.
<Ecco, cancellalo>, afferma guardando il soffitto.
<Perché nomini sempre Cole?>, chiedo incuriosita mettendomi sotto le coperte. Lui rimane sopra esse.
<Perché non mi piace>, risponde lui guardando il soffitto.
Gelosia? Si Jenny, nei tuoi sogni.
<Quindi non hai mai dormito con lui?>, chiede lui ancora non convinto della mia risposta precedente.
<No>, rispondo decisa.
Si alza e si mette sotto le coperte avvicinandosi a me. Mette una mano sul mio fianco e ci avviciniamo ancora di più, mentre io rifugio la mia mano nei suoi capelli. Lui come un bambino chiude gli occhi e si lascia andare; ed io metto una gamba sulle sue.
<Si, così va meglio>, sussurra lui sorridendo appena.
<Owen..>, lo chiamo.
<Mh..>, mugugna lui ancora con gli occhi chiusi.
<Che significato hanno i tatuaggi?>, chiedo incuriosita.
Lui apre gli occhi ed il blu mi rapisce.
<Devono per forza avere un significato?>, chiede lui.
Con il pollice fa dei piccoli cerchi sulla mia pelle; ed è strano come ogni volta cerchiamo quel piccolo contatto, anche con gesti così piccoli.
Annuisco.
<Quale vuoi sapere per primo?>, chiede lui spostandosi e alzandosi con il busto e si poggia alla testiera del letto. Mi siedo a gambe incrociate sul letto.
<Il tornado>, rispondo.
<Vieni più vicino principessina>, mi tende la mano e la afferro. Mi porta sulle sue gambe.
Porto la mia mano sul tatuaggio e lo contorno con le dita; si trova sulle costole sulla destra.
<Sai cosa fanno i tornadi?>, mi chiede lui costringendomi ad alzare gli occhi dal disegno.
<Non so..distruggono tutto quello che incontrano>, rispondo non sapendo esattamente quale risposta lui si aspetti.
<Mi ricorda questo>, continua lui.
<Non capisco Owen>, aggiungo io con la fronte aggrottata.
<Mi ricorda che la vita è come un tornado, ti può distruggere in un secondo..ma non mi serve per abbattermi, ma per rendermi più forte>, conclude lui con le mani sulle mie cosce.
<Lo schiaccia pensieri invece?>, chiedo ancora.
Entrambi si trovano vicini ma questo rispetto al primo è più dettagliato, le sfumature del nero gli  danno un'aria più realistica.
<Porta via i brutti pensieri o incubi>, spiega semplicemente lui.
<Hai incubi?>, chiedo.
Lui mi guarda e non abbassa mai lo sguardo.
<Prima si, con la storia di mio padre la mente era l'unica cosa da cui non riuscivo a scappare>.
E non potrò mai capire il dolore che ha dentro, non potrò mai capire quanto abbia sofferto, non potrò mai capire quanto abbia lottato.
<Non dici niente?>, mi chiede lui risvegliandomi dai miei pensieri.
<Questo invece?>, chiedo indicando la M sul cuore.
<Per mia mamma>, risponde soltanto. E non serve spiegare altro.
<Intendi farne altri?>, chiedo tracciando con la mano tutto il suo petto.
<Si, penso di sì>, risponde lui seguendo con lo sguardo la mia mano.
<Voglio farmene anche io uno>, dico di getto.
Ci ho sempre pensato di avere qualcosa di mio sulla pelle, qualcosa di piccolo e poco vistoso.
Qualcosa con un significato.
<Le principessine non hanno tatuaggi>, scherza lui.
<Io li avrò>, rispondo facendogli la linguaccia.
Si stende portandomi con sé.
<Domani ce ne andremo da qui>, afferma lui pensieroso. Ritorniamo ad incastrarci come prima.
La vacanza è finita: si torna alla realtà.
<Si lo so>, rispondo quasi triste.
Lui si accoccola nello spazio tra il mio collo e il cuscino e con una mano mi avvicina a sé.
<Cambierà qualcosa?>, chiedo io incerta.
Lui alza la testa e mi guarda.
<Cioè?>, chiede lui non capendo.
Mi stendo a pancia in su e guardo il soffitto.
<Tra di noi>, rispondo guardandolo.
Abbassa per un attimo lo sguardo ed io ritorno a fissare il soffitto.
<Cosa c'è tra di noi?>, mi chiede.
<Secondo te?>, rispondo con una domanda.
Non voglio dirgli che mi piace e poi sentirmi dire che non è lo stesso, non voglio fare la figura della stupida.
<Non lo so>, risponde dopo un po'.
Non lo sa.
<Cioè? Spiegati>, chiedo non avendone abbastanza della risposta.
<Dobbiamo dargli un nome per forza?>, chiede ancora lui quasi infastidito.
Non ne usciremo mai da questa conversazione.
Mi volto e lo vedo sbuffare.
<Non so cos'è ok?>, risponde lui alzandosi.
Si mette le mani nei capelli e dopo aver fatto due volte il giro della stanza si siede sul letto di nuovo.
Eh non so perché mi alzo dal letto e vado alla porta, o forse lo so.
Mi aspettavo una risposta diversa, una risposta sincera.
E non voglio che mi dica che gli piaccio se non è così, ma non voglio nemmeno essere trattata come un gioco. Non mi ha dato nessun motivo per pensarlo, però non voglio che lui finisca nella mia lista di persone da dimenticare.
Anche un "ci tengo a te" sarebbe stato meglio di un "non lo so" a cui non si vuole dare un nome.
<Dove vai?>, chiede lui prima che io esca dalla stanza.
<In camera mia>, rispondo non voltandomi.
<Perché?>, chiede.
Come fa a non capire?
È così difficile?
Mi volto e lo guardo senza dire una parola.
Lui si alza e viene vicino a me.
<Cos'è successo per fartene andare?>, chiede ancora.
<Niente, voglio solo andare in camera mia e dormire>.
Mi volto di nuovo e chiudo la porta della mia camera alle mie spalle. Respiro lentamente e mi butto sul letto cercando di capire cosa fare.
Credo che il fatto che lui mi piaccia non sia una buona cosa. Non voglio che sia come con Cole.
Non voglio un altro ragazzo come lui.
So che ci rimango male per poco, forse anche per niente..e non sono nemmeno una ragazza che se non ottiene quello che vuole inizia a sbattere per terra il piede come le bambine viziate, no. Ma ci rimango male quando nelle cose inizio a metterci il cuore.
Riesco ad addormentarmi quando ormai sono le tre e un quarto.

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