Capitolo 40

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Jenny
Mi sveglio con il suono del cellulare.
Non ho mai ricevuto così tante chiamate come un questo periodo.
<Pronto>, rispondo con la voce assonnata dopo averlo afferrato dal comodino.
<Stavi dormendo?>, mi chiede Carla per niente sorpresa.
<Si>, rispondo sedendomi a gambe incrociate sul letto e tenendomi la testa con la mano.
A malapena so dove mi trovo.
<Posso venire da te?>, mi chiede e in sottofondo sento delle voci molto familiari.
<Non c'era nemmeno bisogno di chiederlo>, dico ridendo e alzandomi finalmente.
<Allora a tra poco>, continua lei chiudendo poi la chiamata.
Guardo l'ora e vedo che segna le cinque meno venti.
Ciò significa che tra venti minuti Owen incontrerà il padre. Non riesco ancora nemmeno a capire cosa gli sia passato per la mente prima.
Chi lo capisce è davvero bravo.
Apro la porta della camera e guardando verso destra noto che quella di Jay è socchiusa.
Sbircio e vedo che è sul letto e che guarda il soffitto.
<Jay>, sussurro.
Lui volta lo sguardo verso il mio e sorride leggermente.
<Sorellina>, risponde lui ed io vado a sedermi sul letto.
<Come mai sei qui? Pensavo che andassi con Owen>, continua lui.
<Lo pensavo anche io, ma diciamo che abbiamo discusso..>, rispondo io alzando gli occhi al cielo.
<Anzi, non abbiamo discusso>, mi correggo subito dopo.
<Vuoi spiegarti meglio?>, chiede lui ridendo.
<Non so cos'è successo..ha iniziato il gioco del silenzio senza un motivo>, concludo alzandomi dopo aver sentito il campanello suonare.
<Dagli tempo ok?>, mi dice prima di prendere un libro dalla scrivania.
<Non prometto nulla>.
Esco dalla stanza e corro al piano di sotto.
<Carla>, la chiamo vedendola parlare con mia madre.
<Oh finalmente>, risponde lei alzando le braccia al cielo.
<Sai da quando ti aspetto?>, continua lei ridendo.
<Ma se sei qui da nemmeno cinque minuti>, replico prendendo dalla cucina un bicchiere d'acqua.
<Sei sempre la solita esagerata>, concludo.
Saliamo in camera mia e lei come sempre si sdraia sul letto. Se c'è una persona più pigra di me quella persona è proprio Carla.
<Che ci fai qui?>, chiede lei prendendo un cuscino e osservando le cuciture.
Perché tutti mi chiedono questo oggi?
<Dovrei essere in un altro posto?>, chiedo a mia volta sedendomi sulla sedia della scrivania ma con il corpo rivolto verso la testiera.
<Da Owen per esempio>, dice lei andando dritto al punto.
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo.
<Non ci credo che tu non sappia nulla, quando ti ho chiamato mi sembra di aver sentito anche la sua voce>, spiego giocando con una ciocca di capelli.
<Ho chiesto di te ma non ha detto niente, è molto loquace il ragazzo>, continua lei ironica.
<Abbiamo discusso..più o meno>, rispondo.
<Strano che ancora non fosse successo>, dice lei alzando le spalle.
<Ma non abbiamo discusso davvero..lui ha alzato il solito muro>, continuo guardando la punta dei miei piedi.
<Sai com'è fatto Owen..>, inizia lei.
<Ma lui cambia umore sempre..prima mi dice che gli piaccio, mi dà le chiavi del suo appartamento per andare da lui per qualche giorno e poi diventa muto e si allontana>, dico io tutto d'un fiato.
<Aspetta, aspetta..ti ha detto che gli piaci? E ti ha dato una copia delle sue chiavi?>, chiede lei alzandosi dal letto come se qualcuno gli avesse dato la scossa.
<Si, ma ha già rovinato tutto. Non ti esaltare>, dico spegnendo subito il suo sorriso.
<Guastafeste>, sussurra lei tra sé e sé.
<E le chiavi dove sono?>, mi chiedo subito dopo.
<Gliele ho ridate>, rispondo poggiando la fronte sulla testiera della sedia.
<Cosa? Perché?>, mi chiede lei con tono quasi di rimprovero.
<Perché mi sono stancata dei suoi continui cambi d'umore, perché è come se mi tenesse lì con un piede fuori e l'altro dentro la sua vita>, rispondo quasi esasperata.
<Jenny, sai che Owen non ha un carattere proprio facile e che spesso alle parole preferisce i fatti>, mi spiega lei.
<Si, lo so..ma io cercavo solo di stargli vicino e lui si è allontanato. Cosa dovevo fare? Inseguirlo?>, chiedo alzandomi dalla sedia.
<Non devi ragionare con la testa, agisci con il cuore>, continua lei sorridendo.
Con il cuore?
Questa scatola chiamata cuore mi ha sempre portato sulla strada sbagliata, mi ha fatto fare scelte sbagliate.
<Cosa vorresti fare adesso?>, chiede lei come una perfetta psicologa.
<Non so..forse andare da lui>, rispondo pensierosa.
<E poi?>, continua lei.
<E poi urlargli contro>.
<E poi?>, chiede ancora lei.
<E poi fare pace>, rispondo come se potessi già immaginarmi la scena.
<Ognuno dimostra quello che prova in modi diversi e credo che Owen voglia solo tenerti al sicuro>, spiega lei alzandosi dal letto.
<Ma non sono una bambina, so cavarmela benissimo da sola>, rispondo io seguendola.
<Ed è questo che ad Owen fa paura>.
Non capisco bene cosa voglia dire.
Scendiamo sotto e Jay sta giocando alla PlayStation.
<Non sapevo fossi qui>, dice Jay non togliendo lo sguardo dalla tv.
<Mi mancavi e sono venuta a trovarti>, lo prende in giro Carla sedendosi vicino a lui.
<Certo, ti mancavo così tanto da strapparti i capelli vero?>, continua lui dandole corda.
<Beh si, qualche ciocca è volata qua e là>, risponde lei ridendo e prendendo in mano un altro Joystick.
<Ancora pelata non sei, staresti bene senza capelli sai?>, replica lui.
Uno peggio dell'altro.
<Non è vero>, risponde lei facendo il labbruccio e toccandosi i capelli come se davvero li stesse perdendo da un momento all'altro.
Mi siedo sul divano e li guardo giocare mentre la mia mente pensa ad altro.
Chissà come starà andando la visita.
E se lui si arrabbia?
E se facesse qualche sciocchezza?
<Io esco un attimo>, dico di punto in bianco e alzandomi.

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