Jenny
<Papà>.
<Tesoro, mi mancavi e ti ho chiamata>, dice l'uomo dall'altra parte del telefono.
Sono le 20:48.
Owen è andato a prendere delle pizze mentre io sono qui che aspetto che il ragazzo appena uscito torni con la cena.
Pomeriggio sono andata da mia madre.
Owen come sempre ha preferito accompagnarmi ma gli ho detto di andare da Jay e di non rimanere sotto con mia madre che avrebbe potuto dirgli di tutto.
Lei è stata sulla difensiva dall'inizio ma penso di averla fatta un po' ragionare. Da mamma, è normale che sia preoccupata per sua figlia e non le do affatto torto, però devo vivere la mia vita. Con attenzione si, ma devo viverla.
<Mi manchi anche tu papà>, ammetto.
Non sono il tipo di persona che esterna i propri sentimenti con tanta facilità ma quando lo faccio è perché di tenermele dentro non ce la faccio più.
<Quando vieni a trovarmi?>, chiede subito ridendo.
<Presto, te lo prometto>, rispondo cercando già nella mia mente in che periodo potrei andare da lui.
<E con quel ragazzo come vanno le cose?>.
<Si chiama Owen papà..le cose vanno bene>, rispondo sorridendo.
Penso che in questo periodo la mia vita stia prendendo una giusta direzione, lasciando da parte l'episodio del padre di Owen.
Con mia mamma il rapporto va bene, non benissimo certamente..ma sempre meglio di niente; mentre con mio papà il rapporto è più intenso.
<Owen eh..? Mi raccomando, fai attenzione. Sei sempre la mia bambina>, mi avverte lui.
<A proposito di Owen, devo dirti una cosa>, inizio ripensando alla telefonata con Josephine.
<Non dirmi che sei in dolce attesa tesoro>, scherza lui.
<Abbiamo organizzato una cena: io, Owen, sua madre e tu>, continuo senza badare alla sua affermazione di prima. Se penso a questa mattina...
<Mi fa piacere venire, almeno lo conoscerò di persona questo ragazzo>, dice lui da perfetto padre.
<Questo sabato, ti mando l'indirizzo del ristorante poi. Un bacio>, affermo chiudendo subito la chiamata non appena vedo Owen con due pizze entrare dalla porta.
<Ecco per te la tua Margherita>, dice posando la pizza sul tavolino. Ho già l'acquolina in bocca.
<E per me, una con prosciutto>, continua lui sedendosi vicino a me.
<Ho detto a mio padre della cena di sabato>, lo avviso staccando una fetta e portandomela alla bocca.
<Ahh la cenetta di famiglia>, dice lui ridendo.
<Sei un guastafeste>, replico dandogli un colpetto sulla spalla.
<Ti ho portato la pizza però>, dice lui come se avesse affrontato chissà quale eroica impresa.
<Molto gentile da parte tua>, affermo prendendo un'altra fetta.
<Mi piace quando ti ingozzi>, scherza ancora lui.
<Non mi ingozzo>, replico subito mangiando ancora.
<Ah no? Hai già mangiato mezza pizza>, constata lui indicando il cartone mezzo vuoto.
<Ho fame, devo crescere io sai?>, lo informo dando un morso anche alla sua di pizza.
<Si, concordo..sei piccolina tu>, continua lui allontanando la sua fetta dalle mie labbra.
<Non sono poi così piccolina>, replico alzando le spalle.
<Ah principessina, principessina>, cantilena lui bevendo un sorso della sua coca-cola.Finiamo al pizza e buttiamo i cartoni nella spazzatura.
Il telefono di Owen squilla.
<Rob che c'è?>, risponde lui.
Sempre molto gentile.
Mentre lui parla col suo amico decido di fare una doccia.
Prendo tutto il necessario e vado in bagno.
L'acqua calda sulla pelle è la cosa migliore della giornata. Io sono strana, faccio la doccia con l'acqua calda anche in estate.
Sicuramente Owen e Rob stanno parlando di quello che è successo questa mattina, di Carla e del suo test.
Quando questa mattina Owen ha detto che gli dispiaceva che il test fosse negativo, nonostante non fosse mio, ho capito una cosa: se fosse stato mio, lui avrebbe accettato qualsiasi risultato. E questo non può che riempirmi di gioia. A questa età non so come sarebbe avere un figlio, vorrei prima avere un lavoro stabile in modo da farlo crescere nel migliore dei modi. Voglio essere una brava mamma in futuro.Non so da quanto tempo sono in doccia, ma quando due mani si poggiano sui miei fianchi capisco che di tempo ne è passato. E queste mani le riconoscerei ovunque.
Mi irrigidisco e mi rilasso in un istante.
<Sai da quanto tempo sei qui dentro?>, chiede il ragazzo alle mie spalle mentre mi poggio con la schiena sul suo petto.
<Da un po'..?>, chiedo ironica.
<Da un bel po' principessina>, sussurra lui al mio orecchio prima di lasciare un bacio sul mio collo. Fa salire le sue mani sulla mia pancia fino ad arrivare ai seni. Alzo le mani intrecciandole dietro al suo collo mentre lui gioca con i miei capezzoli.
L'acqua che scorre sui nostri corpi ormai sembra solo fare da collante per tenerci uniti.
Con una mano scende verso il mio inguine e io serro le cosce presa dall'eccitazione.
<Lasciati toccare Jenny>, sussurra ancora Owen con voce roca.
Tra le gambe lascio un piccolo spazio in modo che lui possa infilare la sua mano..e così fa.
<Sei già pronta principessina>, dice mentre con un dito tocca il punto sensibile.
Quando infila un dito dentro di me, spingo il mio corpo contro il suo ansimando e posso sentire il suo membro contro le mie natiche.
<Owen..>, ansimo.
Mi tortura muovendo le dita troppo lentamente.
<Cosa vuoi Jenny?>, mi chiede provocatorio.
Slaccio una mano dal suo collo e la porto sulla sua tra le mie gambe.
<Ferma..ferma>, mi dice lui ma io volendo di più, faccio pressione sulla sua mano.
<L'hai voluto tu>, mi avverte il ragazzo dietro mentre infila un secondo dito e inizia a muoverli poi velocemente.
Ormai nella doccia non si sentono altro che i miei ansimi e lo spazio attorno a noi è formato solo da vapore.
Le gambe mi tremano e i muscoli si irrigidiscono, sto per venire.
<Oh no no..>, sussurra Owen allontanando la mano dal mio corpo capendo che ormai ero al limite.
<Troppo tardi>, rispondo rilassandomi e prendendo fiato. Sono venuta un secondo prima che lui togliesse la mano.
<Non puoi giocare sporco Owen>, dico voltandomi verso di lui.
<Ah no?>, chiede lui sorridendo.
Scuoto la testa mentre lui con la mani sale e scende lungo la mia schiena. I miei seni premuti contro il suo petto e la sua erezione tra i nostri corpi.
Mi alzo sulle punte e lui ansima quando volontariamente con la mano sfioro il suo membro.
<Mi provochi?>, chiede lui spostando i miei capelli dietro la schiena.
<In che modo potrei farlo?..Tipo così?>, chiedo sfiorando la punta del suo membro.
<Cazzo Jenny>, ansima chiudendo gli occhi.
Lo chiudo attorno alla mia mano e inizio a muoverla su e giù, per tutta la lunghezza. Guardo il modo in cui si contorce sotto al mio tocco, il modo in cui butta la testa indietro e il modo in cui il suo petto si muove freneticamente.
Lo sento sempre di più ingrossarsi..
<Jenny non puoi..>, replica lui quando rallento e lentamente allontano la mano da lui.
<Sei perfida..>, dice lui iniziando a pompare con la sua mano l'erezione.
<Diciamo che ho imparato dal migliore>, sussurro ad un palmo dal suo viso.
Mi volta di scatto facendo scontrare la mia schiena contro il suo petto. Ormai l'acqua sta iniziando a raffreddarsi e i brividi riempiono il mio corpo.
<Ti farei mia dappertutto: qui, in camera, sul tavolo della cucina, sul divano, in macchina..>, dice con voce roca e autoritaria.
<Ed io vorrei che tu mi facessi tua dovunque tu voglia>, rispondo chiudendo l'acqua ormai fredda.
<Ma sai..le cose bisogna meritarsele nella vita>, continua lui sbruffone non allontanandosi di un centimetro.
<Posso rimediare in fretta per l'episodio di poco fa>, rispondo sensuale mettendogli una mano nei capelli dopo essermi voltata verso di lui.
Mi spinge verso le mattonelle della doccia che a contatto col mio corpo mi fanno sussultare.
<Rimedia allora>, conclude lui prima di poggiare le sue labbra sulle mie. La sua lingua calda è già a contatto con la mia mentre avvolgo una gamba attorno al suo bacino facendo scontrare le nostre intimità.
Lui mi solleva da terra e mi spinge ancora di più verso di sé.
Con le gambe attorno ai suoi fianchi e le mani sul suo collo continuiamo a baciarci capendo quanto abbiamo voglia l'uno dell'altro.
L'ambiente attorno a noi inizia a raffreddarsi e nuda così, inizio a tremare.
Ci stacchiamo ormai senza fiato e piano piano regolarizziamo il respiro.
Il campanello di casa suona.
<Giuro che se è ancora Carla la sbatto fuori>, mi avverte lui mentre delicatamente mi fa tornare con i piedi per terra.
<Mettiti qualcosa e raggiungimi>, dice prima di lasciarmi ancora un bacio.
Mette velocemente i vestiti che aveva portato qui in bagno e poi lo vedo sparire dietro la porta.
Io faccio lo stesso: asciugo velocemente il mio corpo e metto un paio di pantaloncini sportivi che uso come pigiama e un top che lascia la pancia scoperta.
Metto i calzini e poi vado dritta in salotto dove trovo l'agente Carter.
<Buonasera>, mi dice subito vedendomi arrivare.
<Salve>, rispondo guardando Owen che se ne sta in piedi davanti alla poltrona.
<È successo qualcosa?>, chiedo subito.
Quando un agente di polizia viene a farti visita non porta mai buone notizie.
<L'agente mi stava spiegando cosa succede>, mi risponde Owen prima di avvicinarmi a lui.
<Sapete che siamo sulle tracce degli uomini che lavorano per suo padre>, inizia l'agente mettendo sul tavolo un fascicolo non molto sottile.
<Si, avete scoperto qualcosa?>, chiede Owen con voce ferma e sicura.
<I miei uomini li hanno arrestati circa tre ore fa, tutti>, spiega Carter.
<Cosa..?>, chiedo io come se mi avessero tolto dal petto un macigno.
<Una persona fidata si è finta uno dei suoi. Grazie ad una telecamera nascosta siamo riusciti ad individuare il loro nascondiglio e anche tutti coloro che facevano parte di quella banda>, continua l'agente.
Senza aspettare altro, mi stacco da Owen e apro il fascicolo. Ci sono un sacco di foto, nomi, foto di droga, armi, volti mai visti prima.
<E adesso cosa succederà?>, chiede Owen come se per lui non fosse una buona notizia.
<Adesso abbiamo tutto quello che ci serve per farli stare dentro per un bel po', sono persone con precedenti, non estranei alla legge>, dice Carter con tono autoritario.
<E siamo più che sicuri che parleranno, ci diranno tutto e suo padre resterà dentro ancora per molto>, conclude l'agente guardando me.
<Quindi questa storia è conclusa? Possiamo stare tranquilli?>, chiedo io con ansia.
<Il signor Brown non uscirà di prigione e nemmeno i suoi uomini, li abbiamo presi tutti. Quindi si, è conclusa>, afferma l'agente sorridendo.
<Grazie mille agente>, dice Owen porgendogli una mano che l'uomo afferra subito.
<È il mio compito, mi sembrava giusto avvisarvi di persona e non farvi venire in centrale nuovamente. Vi auguro buona serata>. Owen lo accompagna alla porta e poi la chiude alle sue spalle.
Viene verso di me e mi abbraccia.
<È finito?>, chiede come se ancora non fosse vero.
<È finito..è finito tutto Owen>, rispondo stringendolo a me.Questa sera andiamo a dormire molto più sereni delle altri notti. Finalmente questa storia può considerarsi conclusa. Owen ha subito chiamato Rob e Jay per avvisarli dell'accaduto e loro hanno subito detto che avremmo dovuto festeggiare. Io ho chiamato Carla e lei era pazza di gioia.
Non potevamo avere notizia più bella oggi.
Non poteva mancare la telefonata di Josephine che è arrivata poco dopo. Ho visto gli occhi del ragazzo che adesso dorme di fianco a me leggermente umidi mentre parlava con la madre. Sembrava che finalmente tornasse a respirare.
Stringo la sua mano che si trova sul mio fianco e lui mugugna.
<Sei sveglia?>, chiede lui avvicinandomi a sé.
<Dormi Owen>, sussurro mentre lui mi lascia un bacio sul collo.La mattina mi sveglio e quando mi giro nel letto lo sento vuoto. Muovo a vuoto la mano tastando il letto ma a quanto pare sono sola. Mi stropiccio gli occhi e mi alzo a metà busto; giro la testa verso la parte vuota e poi prendo il telefono per vedere che ore sono.
09:03
Mi alzo dal letto e vado in salotto ma di lui nessuna traccia e nemmeno in cucina. Sul tavolo trovo un piatto con dentro un cornetto e una tazza di latte a parte. Sorrido e sotto al piatto noto un biglietto."Non sono bravo come te in cucina e i dolci non sono la mia specialità. Ho preso un cornetto in una pasticceria, spero che ti piaccia. Sono andato a correre, torno presto.
P.S. Non ingozzarti come al solito.•Faccia da cazzo•
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Ad Un Passo Dal Cuore
RomanceJenny è sempre stata una ragazza amante dello studio e della lettura. Una ragazza con poche cavolate per la testa, una per cui però riusciresti a perdere la testa. Tutti sempre lì pronti ad aspettarsi qualcosa da lei, come se fosse quasi dovuto; com...