Capitolo 49

6.2K 184 48
                                    

Owen
09:37
Sono sveglio da pochi minuti con di fianco la ragazza migliore del mondo.
Ieri sera, alla cena, è stato strano vederla seduta vicino a me con di fronte suo padre e mia madre. È stato strano perché non pensavo che sarebbe mai successo, o almeno non così presto. Ovviamente la cena non era nulla di impegnativo ma per me è stato importante conoscere il padre. Volevo fargli capire che per me questa relazione non è un gioco, Jenny è importante per me.
La guardo mentre dorme con la bocca socchiusa e le mani unite vicino al viso; non so perché, ma dorme sempre così, con le gambe piegate verso il busto.
Sembra una bambina quando con un dito le tocco il naso e lei fa una smorfia con le labbra.
Lo rifaccio e lei come risposta tende una mano verso la mia faccia e mi pizzica una guancia.
Quindi è sveglia.
<Io non ti pizzico mai>, piagnucolo quando apre gli occhi e sorride.
<Sei tu che mi disturbi mentre dormo>, replica lei alzandosi a metà busto.
<Volevo compagnia, dato che sono sveglio>, mi giustifico portandola giù con la schiena.
<Va bene>, dice lei mettendo la testa sotto la coperta.
Quando fa così c'è qualcosa sotto.
<Non dirmi che tra poco avrai il ciclo>, scherzo io poggiando la schiena alla testiera del letto.
<Si, lo odio>, sbuffa lei scoprendosi il volto.
Si siede a gambe incrociate e batte le mani sulla faccia per svegliarsi meglio.
<Quindi sei nervosa per questo?>, chiedo piegando la testa di lato.
<Si, ma anche perché oggi torno a casa>, sussurra lei giocando con la mia maglietta. Sale a cavalcioni su di me ed io le accarezzo le cosce morbide e lisce.
<Ti mancherò?>, chiedo stuzzicandola.
<Più che altro il fatto di trovare appena sveglia un cornetto>, ride lei spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<Quindi solo per la colazione?>, domando facendole la faccia da cucciolo.
<Non attacca con me>, risponde lei indicando la mia faccia ed iniziamo a ridere.
<A me mancherà non trovarti nel mio letto la mattina, non trovarti in cucina con addosso solo una maglietta e le mutande mentre prepari il caffè, non trovarti davanti le vetrate del salotto mentre guardi New York al tramonto, non trovarti in doccia nuda, non poter baciarti quando voglio, non poterti guardare dormire, non poterti infastidire..>, le spiego mentre lei mi guarda come se le stessi dedicando la poesia più bella di sempre.
<Ci vedremo all'università, poi posso venire da te o tu da me>, dice lei mentre con la mano entra sotto la mia maglietta.
<Non è la stessa cosa, ma pur di stare qualche minuto con te potrei sopportarlo>, continuo ridendo anche per il solletico provocato dalle sue mani.
Mi piace che lei voglia sempre un contatto fisico, mi piace che mi cerchi sempre con le mani o con lo sguardo. L'atteggiamento del corpo dice molto su qualcuno, su come si pone e si comporta.
<Sai a cosa pensavo?>, chiedo mentre lei fa risalire la mia maglietta per farmi capire di toglierla. Così faccio.
<Che sono fantasticosa?>, chiede a sua volta lei guardandomi negli occhi.
<E questa da dove esce?>, chiedo io ridendo.
<L'ho inventata io ieri con Jay>, risponde alzando le spalle.
<Per fortuna non c'ero>, la prendo in giro e lei mi dà un piccolo pugno sulla spalla.
<Anche violenta>, continuo prendendole la mano mentre lei guarda quel gesto con gli occhi dolci. Mi fa impazzire quando mi guarda così, mi osserva, come se ancora non mi conoscesse bene.
<Quindi a cosa pensavi?>, chiede lei alzando lo sguardo.
<Che noi non abbiamo avuto un primo appuntamento>, le spiego.
<Oh..>, sussurra lei quasi spazientita.
<È importante che non l'abbiamo avuto?>, chiede mettendo le mani sui confini dei miei tatuaggi. Fa sempre questa cosa con le mani, guarda e poi contorna toccandomi a malapena.
<Per te lo è?>, chiedo io.
Mi guarda e anche quelle piccole occhiaie la rendono la ragazza più bella che abbia mai visto.
<A me, detto sinceramente, non frega niente del primo appuntamento. Cioè, sto bene così con te, parlare di prima mattina, guardarti..>, dico prima che lei possa rispondere alla domanda precedente.
<Ma se per te ha valore, sono disposto a mettermi la cravatta, che detto tra noi non sopporto>, concludo mentre lei sorride accarezzandomi una guancia.
<Non sono una di quelle ragazze che devono seguire gli standard>, risponde lei guardando la sua mano che viaggia sul mio collo.
<Perché mi guardi così?>, chiedo curioso.
<Perché mi piaci, e mi piace guardare le cose belle>, risponde semplicemente mentre con la mano scende verso il petto lentamente. E a me lo sta facendo venire duro solo a guardarla.
Veniamo interrotti dal suo cellulare che inizia a suonare. Si sporge per prenderlo e risponde rimanendo sempre sulle mie gambe.
<Papà>, dice accettando la chiamata.
<Si, sono ancora lì>.
Mentre lei parla al telefono con le mani salgo lungo le sue cosce e mi fermo sul pizzo delle sue mutande grigie. Lei con la mano libera cerca di allontanare le mie ma gliela blocco.
<No, non credo che ci sia qualche problema>.
Salgo con le mani sotto la maglietta e poi gliela sfilo lentamente. Lei mi lascia fare.
So che le piace quando resta nuda davanti a me.
I suoi seni sono tondi e pieni. È una delle parti del suo corpo che mi piace di più.
Mi sporgo verso di lei e inizio a lasciare dei baci sopra di essi e lei si contorce dal piacere.
Ma non mi allontana. Con la mano libera sul mio collo sembra che mi voglia spingere verso di lei.
<Ok, si torno oggi>, risponde lei probabilmente ad una domanda del padre. Le prendo in bocca un capezzolo e inizio a succhiare e a giocare con la lingua mentre lei fatica a non ansimare. La guardo in viso mentre continuo a succhiare e per quanto la conosco sono sicura che della telefonata non stia capendo niente.
Chiude la telefonata molto sbrigativa e poi la sento ansimare.
<Non puoi fare così mentre parlo al telefono, con mio padre oltretutto>, dice lei quando la lascio libera dal mio tocco.
<Eri nervosa, volevo solo tranquillizzarti>, affermo spingendola verso di me quando torno con la schiena sul materasso.
Lei sopra di me sdraiata con i seni premuti sul mio petto.
<Cosa ha detto tuo padre?>, chiedo ridendo.
<Penso proprio che tua madre l'abbia colpito più del dovuto>, dice lei alzando di poco il busto.
<In quel senso?>, chiedo io incredulo.
<No, non credo. Secondo me diventeranno ottimi amici; vuole anche invitarla ad uscire>, risponde lei alzandosi più del dovuto in modo da essere faccia a faccia.
Si piega verso di me ed inizia a baciarmi il collo mentre muove i fianchi contro i miei.
Non possiamo farlo adesso, per quanto volessi, perché credo che mia mamma sia già sveglia e non vorrei farle sentire cosa faccio con la mia ragazza.

Ad Un Passo Dal CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora