LXXVII. Marlene

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《Sono tornata!》 Urlo chiudendomi la porta alle spalle e aspettandomi un saluto da parte di Sirius, che però non arriva.
《Sirius? Ci sei?》
Silenzio.
È uno scherzo?
《Sirius?》
Chiedo, questa volta con voce tremante.
La risposta non arriva.
Se fosse stato uno scherzo l'avrebbe già fatto a questo punto, sentendomi così vulnerabile.
Appoggio al muro la cartella e il pacchetto regalo che ho comprato per lui, e faccio un bel respiro.
Non é possibile che i Mangiamorte ci abbiano trovati, abbiano ucciso Sirius e mi stiano aspettando in cucina, vero?
Beh, Regulus ci ha trovati, quindi non è così impossibile.
Faccio un passo in avanti, prendendo la bacchetta in mano e stringendola come se mi stessi aggrappando alla mia stessa vita, e il pavimento scricchiola in modo quasi spettrale.
Prendo un altro respiro e mi convinco ad avanzare ancora, magari non è niente, solo uno stupido scherzo.
Però il solo pensiero che Sirius potrebbe essere stato ucciso mi fa venire le lacrime agli occhi.
Alzo la bacchetta, con le nocche bianche, pronta per attaccare nel caso ci sia un estraneo in cucina, e mi affaccio velocemente.
In cucina c'è un enorme cane nero che mi salta addosso non appena mi vede, facendomi cadere a terra, e inizia a leccarmi la faccia.
《Sirius! Mi hai fatto prendere un colpo! Non rispondevi e io ho pensato che...》
Non riesco a continuare la frase, mi nette troppa angoscia, quindi mi metto a piangere dallo spavento, stringendo il cane e facendogli delle carezze, ma allo stesso tempo sono sollevata, perchè lui sta bene.
Non riesco a smetterla, non riesco a controllarmi.
Sirius torna in forma umana, nudo, e mi guarda perplesso.
《Ehi, ehi, ehi, non pensavo che ti avrei spaventata così tanto, scusami, non piangere, per favore.》
Porta una mano sulla mia guancia e me la accarezza dolcemente, asciugandomi le lacrime e baciandomi più volte la tempia destra.
《Ho pensato che ti avessero...》
Non riesco a concludere la frase perchè riprendo a singhiozzare, ma lui capisce e mi stringe a sè, scostandomi i capelli dietro la schiena e dandomi conforto.
《Scusami. Volevo solo farti una sorpresa per i nostri due mesi da marito e moglie, mi dispiace.》
Trovo la forza di sorridergli.
《Anche io ti ho preso un regalo.》
Lui mi bacia dolcemente.
《Io ho provato a farti una torta, ma è uscita un mattone, quindi sono andato a comprartela.》
Indica il tavolo della cucina, dove c'è un'enorme torta circondata da moltissime rose, ridendo pacatamente, senza mai lasciarmi andare.
Mi asciugo le lacrime con il dorso delle mani e lo abbraccio.
《Grazie, sei molto dolce.》
Lui si morde le labbra, poi mi guarda negli occhi.
《Marl... scusami. Non avevo neanche pensato che lo scherzo avrebbe potuto avere questo effetto, ma ora me ne rendo conto e sono stato un cretino. Avevo delle buone intenzioni, lo giuro.》
《Lo so, tranquillo, sono solo felice che tu stia bene. E non sei affatto un cretino, sei stato dolce, e molto premuroso. Anche io ho sbagliato a farmi prendere così dalla paura.》
《Anche a me è capitato, Marl...  Quando mi sono alzato stamattina e tu non c'eri ho avuto un attacco di panico, poi mi sono ricordato che sei andata a lezione. Penso che, data la situazione in cui siamo, sia normale. Però resta il fatto che non mi piaccia vivere così, senza sapere se, quando torno a casa, tu ci sarai ad aspettarmi o no.》
Annuisco e lo bacio.
《Dobbiamo sopportarlo ancora per poco. E ricordati, saremo sempre insieme, anche se saremo lontani.》
Lui mi stringe le mani e fa un sospiro, cercando di contenere le lacrime che ha negli occhi.
《Vorrei essere ottimista come te.》
Si alza e mi aiuta a fare lo stesso.
《Te la senti di mangiare la torta?》 Mi chiede, portando una mano sulla mia vita e accarezzandomi dolcemente.
《Certo. Tu non ti vesti?》
Lo indico e scoppiamo a ridere, il momento di tristezza se n'é già andato.
《Ehi, nei miei piani c'era farti una sorpresa e fare l'amore subito dopo.
E poi non hai parlato di un regalo per me? Amo quando l'attenzione è su di me.》
Sorrido e annuisco.
《Esatto. Lo apri e poi proseguiamo come intendevi tu?》
Lui alza entrambe le sopracciglia e sorride.
《Yess!》
Torno alla porta e prendo il suo regalo, per poi portarglielo.
Sirius lo scarta velocemente, e ne estrae un anello a forma di teschio e dei jeans neri strappati alle ginocchia, riponendoli subito con fretta.
《Rock and roll! Grazie Marl! Ora tocca al mio regalo, però.》 Si sporge in avanti e mi bacia, per poi prendermi in braccio e sdraiarmi sul bancone della cucina.
A quanto pare aveva fretta.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora