LXXXIV. Marlene

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《Ehi, sono tornata.》 Dico, chiudendomi la porta alle spalle.
Spero proprio che Sirius, Lily e James non si accorgano che ho pianto, però il tremore della mia voce potrebbe tradirmi.
《Sto provando a cucinare le lasagne come mi hai detto tu, ma mi sa che sto facendo un casino.》 Mi urla James dalla cucina, quindi, dopo essermi tolta la felpa, vado da lui, per vedere che cosa sta combinando.
Sul bancone della cucina c'è del ragù. Ragù ovunque.
《Che cosa c'è che non va?》
Ignoro il ragù.
Mi sorride, spingendosi gli occhiali sul naso con il medio.
《Guarda.》 Apre leggermente il forno. 《Mi sa che ho messo troppo ragù.》
In effetti c'è della lasagna in quel ragù, ma per una sera va bene anche così.
《Hai ragione, la prossima volta basta che ne metti un pò di meno. Tanto di meno. Per questa sera però va bene.》
Mi sorride.
《Grazie! Sirius comunque ti sta aspettando in camera da letto, non oso immaginare per cosa.》
Gli sorrido anche io.
《Pronto per il grande giorno?》
Lui annuisce con un grande sorriso sulle labbra, e grande fierezza.
《Meno due! Sono agitato, ma anche molto molto felice. Beata te che ti sei sposata senza preavviso e senza dover organizzare tutto da cima a fondo.》
Ridiamo entrambi.
《Beato te che avrai una festa e una moglie splendida.》
《Comunque ti conviene andare da Sirius, penso che potrebbe uccidermi  per averlo fatto aspettare troppo e non voglio dover mancare al mio matrimonio.》
Annuisco e gli do un veloce bacio sulla guancia.
《Non fare troppi pasticci.》
《Certo, capo!》
Esco dalla cucina e mi dirigo nella camera mia e di Sirius.

《Ho sentito che mi stavi aspettando.》
Non ho molta voglia di fare l'amore con lui dopo aver pianto, ma un pò di coccole mi farebbero bene, quindi cerco di entrare nel modo più sexy possibile, con la voce più sensuale che mi riesce.
《Chiudi la porta!》 Mi intima Sirius, che è stranamente vestito, e ha in mano una copia della Gazzetta del Profeta.
Oh no, ha in faccia quello sguardo da complottista che gli viene quando ha idee strane.
Non mi resta altro da fare che chiudere la porta e sedermi accanto a lui, sul letto.
《Che c'è?》 Chiedo.
《Malcom Porter è morto per colpa nostra, noi abbiamo scaricato su di lui inconsciamente quello che ci ha detto Regulus, e lo hanno ucciso.
Ma non è questo che mi turba, ben venga, è uno in meno dei loro, invece è il fatto che tra di noi ci sia una spia e non può essere Severus, perchè sono certo che lui non lo sapeva, non era ancora nell'Ordine.》 Lo dice sussurrando, come per non farsi sentire da James o Lily, o persino qualcun altro.
Poso la mia mano sulla sua e gliela strofino lentamente, per cercare di tranquillizzarlo, dato che sembra molto agitato.
《E tu vuoi scoprire chi è?》
《N-non lo so... Questa persona ci sta mettendo in grave rischio e... mi sento di non potermi più fidare di nessuno.》 
Si infila le mani tra i capelli, gemendo.
《Marl... non ce la faccio più. Voglio tirarmi indietro, e vorrei che lo facessi anche tu. Non puoi capire che giornata ho passato, ho iniziato ad avere dubbi su ognuno dei nostri amici, e poi è venuta la paura di quello che potrebbe succederci. Non voglio dover trovare la tua testa in cucina, non voglio vivere senza di te, non voglio svegliarmi la notte al minimo rumore.》
Inizio a piangere di nuovo.
《Sirius, b-basta.》
Le cose che sta dicendo mi fanno paura proprio perché sono vere, e per questo non riesco a sopportarle.
Mi stringe tra le sue braccia, baciandomi la testa.
《Scappiamo e andiamo lontano, fino a quando la guerra non sarà finita, ti prego. Nel frattempo ci troveremo un lavoro e costruiremo la nostra famiglia, andrà tutto bene.》
《Non possiamo lasciare tutto, Sirius. Ci siamo presi un impegno, difficile, sì, ma è per il nostro bene. Non possiamo aspettare che siano gli altri a combattere per noi.》
Lui si stacca leggermente e si asciuga le lacrime.
《Si, giusto, erano solo dei pensieri sciocchi.》
Scuoto il capo e lo stringo forte a me.
《Ti seguirei in capo al mondo, lo sai, ma non possiamo scappare, non ora che siamo così vicini a farcela. Dobbiamo combattere per il nostro futuro, però ti capisco, anche a me fa paura.》
Lui annuisce e facciamo entrambi dei grandi respiri per tranquillizzarci.
《Come è andata la tua giornata, invece? Spero meglio della mia.》 Mi chiede, spostandomi le ciocche di capelli dietro alle orecchie.
E niente, ricomincio a piangere.
《Ehi, no, basta piangere, ti prego. Cosa è successo?》
《Ho fatto un test di gravidanza e alla fine era negativo. Ma io ero così sicura...》
Lui mi prende il volto tra le mani.
《Perchè non me l'hai detto?》
Alzo le spalle.
《Non volevo deluderti.》
《Non potresti mai. La prossima volta affronteremo la cosa insieme. E se va male c'è sempre tempo per riprovare.》
Annuisco e lo bacio.
Mentre ricambia mi asciuga le lacrime con i pollici.
《Adesso basta piangere, o James penserà che lo facciamo perchè non vogliamo mangiare le sue lasagne.》
Ridiamo leggermente in coro.

Giuro solennemente di non avere buone intenzioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora