LXXVIII. Peter

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《Questa sera deve essere perfetta, hai capito?》
Chiedo al mio riflesso sullo specchio, puntando la punta dell'indice sul petto di quel Peter che appare tanto risoluto.
《Questa sera devi tornare nel gruppo dei tuoi amici. Ti sei allontanato per paura che loro scoprissero che hai avuto dei contatti con i Mangiamorte, causando per sbaglio l'assassinio dei genitori di Lily, ma è stato un errore.
Regulus non lo ha detto a Marlene, e se glielo ha detto lei non lo ha riferito agli altri, quindi puoi stare tranquillo e riavvicinarti a loro. Sono i tuoi migliori e unici amici, non puoi perderli così.
Quindi vai a quel Luna Park, rimboccati le maniche, non vomitare e riconquistali.》
Faccio un bel respiro e sorrido nel modo più convincente possibile, per poi prendere la lacca e spruzzarmela sui capelli in modo che non vengano scompigliati troppo in seguito.
Sono pronto.
Sia fisicamente che psicologicamente, ed è la prima volta che succede.
Ci tengo troppo a loro.
Non sono una persona cattiva, lo giuro, sono solo molto molto spaventato e influenzabile, e se ho fatto del male mi scuso infinitamente, non volevo, è stato uno sbaglio.
Solo uno sbaglio, me lo ripeto ogni notte prima di dormire, così come penso al patto che ho fatto con il Signore Oscuro: Marlene sarà mia.
Lui è l'unico che mi può aiutare.
È un patto che io non ho nemmeno cercato, è stato lui a leggermi nella mente e ha scelto di aiutarmi, quindi questo non mi rende colpevole in alcun modo, e poi si tratta di una sciocchezza rispetto alla guerra.
Scendo le scale e vado in soggiorno, dove mia mamma sta stirando ascoltando la radio e cantando.
《Secondo te dovrei portare la felpa?》 Le chiedo.
《Si, tesoro, la sera fa freddo e al massimo te la leghi in vita.》
《Va bene, grazie.》
《Vai da solo o ti passa a prendere qualcuno?》
《Vengono a prendermi due miei amici. Remus lo conosci, Mary no, ma te ne ho parlato di sicuro.》
《Giusto. Invitali a prendere dei biscotti, li ho fatti apposta.》
《Non so se ci conviene mangiare prima delle giostre, e poi siamo di fretta. Grazie comunque, mamma.》
《Di nulla, tesoro. Li mangerai domani a colazione.》
Prendo la felpa dall'appendi abiti e me la lego in vita, per poi dare un bacio sulla guancia a mia mamma e salutarla.
Esco di casa e mi siedo sulla panchina che si trova accanto all'ingresso, aspettando Remus e Mary.
Guardo l'orologio, sono in anticipo di cinque minuti, quindi mi tocca aspettare.
Penso a Marlene, e come sarà bello quando staremo finalmente insieme, fino a quando i miei amici non si smaterializzano davanti a me.
《Ehi, Peter! É da tanto che aspettavi?》 Mi chiede Mary, sorridendomi.
《No, no, tranquilli.》 Mi alzo dalla panchina e mi avvicino a loro. 《Sono pronto! Andiamo?》
《Certo. Afferrami la mano.》 Remus mi tende la sua mano e io la stringo nella mia, come quando mi insegnava gli incantesimi.

《Devi stare calmo e concentrato, okay? Ti giuro che non è difficile.》 Mi sussurra Remus, premendo la sua mano sulla mia e agitando la bacchetta.
La sua mano trema leggermente sulla mia, e io gli sorrido per metterlo a suo agio. Ci conosciamo da pochissimo, e lui sta già dedicando il suo tempo per aiutarmi.
《Dai Peter! Ce la puoi fare.》 Tifa per me James, distogliendo un attimo lo sguardo dal suo libro sul Quidditch.
Persino James Potter mi sta incoraggiando. Un ragazzo con cui non avrei mai creduto di avere qualcosa in comune.
《Wingardium Leviosa.》 La piuma rimane al suo posto. 《Non ce la faccio,   è inutile.》
《Non ce la faccio non esiste!》 Esclama Sirius, alzandosi dal suo letto e camminando con passi pesanti verso me e Remus. 《Ce l'abbiamo fatta tutti, anche quell'imbranata di Mary MacDonald, persino Lily Evans, che viene da una famiglia di Babbani. Se loro ce l'hanno fatta ce la puoi fare anche tu. Riprova, convinto, e ci riuscirai.》
E ora ci si mette anche Sirius Black, ad aiutarmi. Ero già stupito dell'incoraggiamento di James, ma ora ci si mette anche il più popolare del nostro anno. Dopo un mese lo adorano già tutti, insegnanto esclusi, e lui parla con me.
Si, siamo compagni di stanza, siamo obbligati a stare insieme, ma non siamo obbligati a parlare ed essere amici.
《Ricordati, agitare e colpire. E Sirius ha ragione, devi credere in te stesso, o è inutile.》
《Okay.》 Stringo nuovamente la bacchetta e Remus toglie la mano dalla mia. 《Wingardium Leviosa.》
La piuma inizia a levitare.
《Wo-hoo! Ce l'hai fatta!》 Urla Sirius.
《Lo sapevo. Congratulazioni, Peter.》 Mi dice James, sorridendo.
《Perfetto, direi. D'ora in avanti sarà tutto più facile, hai capito il meccanismo.》
《Grazie, ragazzi. Senza il vostro aiuto non ce l'avrei mai fatta.》
《Non è assolutamente vero, hai fatto tutto da solo.》 Ribatte Sirius, sistemandosi il ciuffo ordinatamente sulla testa.
《Beh, tra amici ci si aiuta, no?》 Chiede James sorridendo.
Anche io, Remus e Sirius sorridiamo.
《Mai cosa più vera è stata detta.》

Giuro solennemente di non avere buone intenzioniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora