5. 4 del mattino

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-I might have given up lost at sea. But my heart is still in fire, with a burning desire, I'm going to find you again, like destiny.-

Mi-Yeun fu trasportata d'urgenza in ospedale e Jimin preoccupato corse dietro l'autoambulanza mentre nel frattempo posava il telefono dopo aver chiamato Taehyung. Quest'ultimo, allarmato, gli aveva detto che l'avrebbe subito raggiunto e aveva staccato la chiamata. A Jimin tremavano le mani mentre girava il volante e sospirò di sollievo quando  parcheggiò l'auto davanti l'enorme edificio e scese. Non appena fu in piedi si accorse che anche le gambe non si reggevano e sentendo il cuore palpitare velocemente seguì gli infermieri dentro mentre un dottore, il camice al vento e lo sguardo preoccupato, si avvicinava alla barella. Jimin riconobbe Jin, il ragazzo che alla cena aveva parlato per tutto il tempo con la sua migliore amica, che chino su Mi-Yeun spalancò gli occhi appena la riconobbe.
«Cos'è successo?» chiese a Jimin mentre controllava il battito della ragazza, sospirando quando si accorse che palpitava regolarmente.
«All'improvviso ha sentito un forte dolore al fianco ed è svenuta.» gli spiegò e solo in quel momento si accorse del tremolio che aveva distorto la sua voce.
Jin annuì, ordinò agli infermieri di trasportare la ragazza in sala operatoria e, sistemandosi la camicia sotto il tessuto bianco, scrisse qualcosa su una cartella.
«Può essere una semplice appendicite, non ti preoccupare.» gli batté una mano sulla spalla e sparì.
Sentendo il cuore battere ancora molto forte Jimin sospirò e si mise a sedere in una delle sedie in sala d'aspetto, battendo nervoso i piedi sul pavimento. Si era preso un bello spavento quando Mi-Yeun gli era caduta addosso priva di sensi e con gli occhi bianchi, ma dopo le parole di Jin si sentiva un po' meglio e piano a piano si stava calmando.
Taehyung arrivò dopo pochi minuti, pallido e tremante quasi quanto Jimin. Senza troppi preamboli si mise a sedere accanto a lui e inalando l'aria più forte che poteva per riprendere fiato guardò Jimin che per tranquillizzarlo gli poggiò una mano sulla spalla.
«C-come sta? Dov'è Mi-Yeun?» chiese tutto d'un fiato, sentendosi male.
«Tranquillo non preoccuparti, quel tuo amico, il medico, ha detto che può trattarsi di una semplice appendicite.» gli raccontò e lo sguardo di Taehyung sembrò riacquistare vita e sollievo.
Si portò una mano sul petto stringendolo forte e chiuse gli occhi deglutendo a fatica per la paura che aveva provato.
«Grazie al cielo.» 
Odiava Jin per averci provato con la ragazza che amava, ma si sentiva grato che lui si era subito occupato di lei e aveva dato quella notizia a Jimin.
«Ho quasi preso un malore quando mi hai detto che la stavano portando in ospedale.» aggiunse
Jimin stava per rispondere quando Taehyung si alzò di scatto e guardò Jin avvicinarsi con uno sguardo calmo e sereno.
«Oh Taehyung, che ci fai qui? Qualcuno ti ha dato un pugno per caso? Hai una ferita bella evidente.» disse prendendogli il viso e girandoglielo per poterlo controllare meglio ma Taehyung si liberò dalla sua presa e indietreggiò seccato.
«Come sta Mi-Yeun?»
«Ero proprio venuto ad informare il tuo amico di non preoccuparsi. Come sospettavo si tratta di appendicite e deve essere operata. La stanno preparando al momento. L'operazione durerà circa 40 minuti, ma poi il paziente dovrà restare per accertamenti e passerà la notte qui. Potete tornare domattina a trovarla.» spiegò e sia Jimin che Taehyung sospirarono per il sollievo. «Non preoccupatevi, è in buone mani. Adesso vado a prepararmi anch'io, ci vediamo domani.» s'inchinò salutandoli e poi sparì di nuovo nella stanza di prima.
A Taehyung non andava a genio che Jin la toccasse, ma se serviva a salvarle la vita avrebbe sopportato tutto.
«Allora torno a casa io. Ho proprio preso un grande spavento.» Jimin sbuffò ancora scosso mentre in compagnia di Taehyung, che si voltò più volte mentre camminava lungo il corridoio bianco, si avviava verso l'uscita dell'ospedale.
Fuori la luce del giorno era ancora luminosa e abbagliò entrambi non appena furono esposti all'aria fredda di gennaio. Taehyung controllò l'orario sul suo orologio e notando che fossero già le cinque sospirò.
«Torno in ufficio a tranquillizzare Hoseok e Jungkook, si sono spaventati non appena sono corso via. Ci sentiamo, Jimin.» e gli fece un cenno con la mano.
Taehyung il suo cuore ormai era impazzito e batteva fortissimo, desiderando con tutto se stesso che l'indomani fosse subito arrivato. Aveva pensato al peggio e ora si sentiva decisamente sollevato mentre tornava in azienda dai suoi dipendenti che lo aspettavano ansiosi. Taehyung spiegò loro di Mi-Yeun (facendo preoccupare Hoseok ma tranquillizzandolo immediatamente dopo il racconto dell'appendicite) e si misero d'accordo per andare da lei l'indomani, anche se Taehyung sarebbe voluto andare da solo per poterle parlare ancora una volta e bearsi dei suoi occhi mentre attendeva che il suo cuore fosse di nuovo pronto a buttarsi nelle braccia della sua amata che aspettava solo lui.
Fu distratto per la restante ora di lavoro e impaziente si alzò dalla sedia non appena l'orologio segnò le sei per poter finalmente tornare a casa. Anche se più tranquillo sentiva ancora l'ansia nello stomaco, che gli procurò un'insopportabile nausea, e si dovette sforzare tanto prima di riuscire a ingerire la carne di manzo di ottima qualità che Ji-Ni gli aveva preparato. Per un po' di minuti ci giocò semplicemente con le bacchette, la testa appoggiata sulla mano e gli occhi che guardavano senza vederlo quel piatto succulento. Solo quando Ji-Ni si affacciò per la terza volta per ricordargli di mangiare prima che si raffreddasse si decise a fare uno sforzo e a mangiare la sua cena. Bevve molta acqua prima di salire in camera sua e diede la buonanotte alla cuoca e a Jun, che lo guardarono di nuovo rattristiti visto i suoi atteggiamenti di nuovo svogliati, buttandosi sul letto di faccia mentre fissava l'orologio che segnava le otto e mezza. Era decisamente troppo presto. Avrebbe voluto che fosse già mezzanotte, così che addormentandosi il tempo sarebbe passato velocemente e avrebbe potuto correre da lei a chiederle come stava. Sbuffò mettendosi sotto le coperte e decise di accendere la tv, scelse un bel film e poi si mise comodo sui cuscini. Ma continuava a distrarsi ogni minuto, la sua testa era da tutt'altra parte e quando si riconcentrò sulla televisione si accorse di non aver  capito nulla di quello che era successo nel lungometraggio e lo rimise da capo. Dopo aver ripetuto l'azione per tre volte, visto che a un certo punto si perdeva di nuovo nei suoi pensieri senza comprendere niente, decise di spegnere la tv e provare a dormire. Erano le dieci e i suoi occhi e la sua mente erano più svegli che mai. Si girò e rigirò sul letto per più di una volta, gli occhi serrati e concentrato sul liberarsi dai pensieri per poter riposare, e solo dopo mille tentativi riuscì a cadere nelle braccia di Morfeo. Ma non durò a lungo, era ancora buio quando aprì gli occhi e si rese conto che l'ansia gli era di nuovo tornata nello stomaco. Respirando forte, arrabbiato con se stesso per non riuscire a stare calmo nemmeno un minuto, prese il telefono e lo sbloccò, chiudendo di scatto gli occhi non appena la luce abbagliante li accecarono, e quando finalmente si abituarono a quella luminosità controllò l'orario con uno sbuffo al cuore. Erano ancora le quattro in punto del mattino. Taehyung si passò una mano sugli occhi e sbadigliò cercando la chat con Mi-Yeun, intenzionato a inviarle un messaggio così che quando gli avrebbe risposto sarebbe stato sicuro che era sveglia e sarebbe corso da lei.
Si raschiò quindi la gola e appoggiandosi ai cuscini iniziò a digitare le parole che gli venivano dal cuore.

«Ciao Mi-Yeun! Come stai? Ho saputo che ti sei sentita male, così sono corso in ospedale da Jimin per controllare come stessi e-» si morse il labbro e cancellò tutto. No, era troppo banale quel messaggio per i suoi gusti.
Fissò le lettere sulla testiera e rifletté veloce mentre gli occhi gli chiedevano pietà.

«Mi-Yeun, come stai? So dell'operazione e vorrei augurati una buona guarigione per quando sarai-» di nuovo premette il tasto di cancellazione e piagnucolò disperato alla ricerca di qualcosa di sensato da dire, qualcosa che potesse descrivere al meglio i sentimenti che sentiva dentro. Taehyung avrebbe voluto dirle tutto, della paura, della sensazione di mancanza che sentiva nel petto da quando si erano allontanati, della gelosia, di quanto l'amasse e volesse essere lì accanto a lei in quel momento... ma al solo pensiero gli si riscaldavano le guance e sentiva il cuore accelerare di battiti. L'amore per lui significava tanto e di certo avrebbe voluto avere un carattere diverso, avrebbe voluto perdonare e accettare le cose con più velocità, ma non aveva scelto lui e questo gli dava fastidio. Sentire i battiti del suo cuore lontani gli faceva mancare il respiro, aumentava il senso di angoscia e di perdita. Voleva che il mondo si silenziasse così da poterli udire ancora, per non dimenticarsi che lei era lì e che il suo cuore palpitava per lui in attesa che lo custodisse e se ne prendesse cura.

«Ei Mi-Yeun spero tu stia bene, riprenditi e abbi cura di te. Quando starai bene verrò, ti amo.» scrisse e lo rilesse un'altra volta sospirando prima di cancellare le ultime due parole e inviarlo, controllando che lo avesse ricevuto; erano ancora le 04:15.

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