37. Inaspettato

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"Don't go tonight, stay here one more time."

Mi-Yeun fissò il soffitto di camera sua priva di alcuna emozione negli occhi, ferita e stanca. Non faceva che pensare alla conversazione avvenuta in ufficio con Taehyung appena due ore prima e si stava letteralmente torturando la mente a quel ricordo:
Per un po' si erano guardati senza spiccicare una sola parola, impegnati l'un l'altro a fissarsi intensamente. Mi-Yeun aveva notato con dispiacere che Taehyung fosse parecchio pallido e il viso così stanco che non riuscì a fare a meno di pensare che non avesse ancora risolto il problema che da tempo ormai lo teneva sveglio dalle quattro. Il suo cuore batteva freneticamente per colpa della sua presenza e una domanda la stava tormentando da ormai cinque minuti buoni, che ci faceva lì Taehyung? Come mai si presentava dopo tutto quel tempo? Dopo l'ennesimo minuto passato in silenzio, e i suoi occhi ancora addosso a lei, Mi-Yeun si sistemò meglio sulla sedia e cercò di stare calma, senza lasciare trasparire nessun sentimento o parola di troppo. Sperava si fosse presentato per risolvere le loro questioni, ma aveva anche avvertito il suo cuore di non sperare troppo per non starci male, visto che con lui non si poteva mai sapere cosa sarebbe successo. Quando quel silenzio divenne insostenibile fece per dire qualcosa, ma Taehyung la fermò parlando per primo.
«Sono qui per una psicoanalisi.» disse.
La sua voce era notevolmente bassa e roca, come se non avesse aperto bocca per giorni, e il suo sguardo divenne ancora più lucido non appena finì la frase, non riuscendo per nessun motivo a interrompere il contatto visivo con lei. Era come se vederla gli stesse provocando una gioia immensa ma allo stesso tempo non fosse del tutto contento visto che ormai non si vedevano più. Mi-Yeun lo fissò curiosa e allo stesso tempo un po' arrabbiata. Possibile che Jimin non le avesse detto che Taehyung si sarebbe presentato, visto che bisognava prenotarsi per una visita? O era stato tutto architettato da loro come al solito?
«Il suo percorso è stato un discontinuo.» rispose cercando di mantenere un tono di voce morbido e calmo, che però risultò troppo falso per i suoi gusti. Maledicendosi mentalmente si concentrò sulla cartella di Taehyung così che non lo guardasse in quelli iridi, perché la stavano distruggendo. I suoi occhi erano troppo tristi per riuscire a guardarlo un altro minuto in più.
«Lo so, ma oggi più che mai ho bisogno di te.»
Per un attimo il cuore di Mi-Yeun sembrò cessare di battere. A cosa si riferiva? Quella frase era stata un po' vacua a parer suo. Aveva bisogno di lei come psicologa o di lei come persona di cui aveva bisogno per stare bene? Sapeva che Taehyung era bravo con le parole, che era anche troppo intelligente per pronunciare frasi che potessero renderlo vulnerabile.
«Bene, allora inizi pure a parlare.»
Taehyung tentennò ancora, fissandola come se distogliere lo sguardo gli avrebbe fatto male, poi si sistemò un po' meglio, stringendosi nella felpa di tessuto grigio che Mi-Yeun considerò troppo poco per le temperature basse che c'erano, infatti sembrava tremare.
«Ancora non riesco a dormire, come le ho detto quasi un mese fa, mi sveglio sempre alle quattro del mattino ed è diventato insostenibile per me. Ho anche provato a bere della camomilla, come mi ha consigliato, ma niente riesce a farmi venire sonno. Sono sempre sveglio allo stesso orario. Sto male perché sento troppe mancanze all'interno del mio cuore e non riesco a superarlo.»
Mi-Yeun lo fissò. Gli mancava? Stava male per questo? Perché non le aveva detto niente in quei giorni? Aveva preferito stare lontano quando se solo le avesse detto qualcosa lei lo avrebbe perdonato.
«Sto male perché sento lontane cose che vorrei vicino. Sto male perché sono stato uno stupido e che per colpa del mio carattere pessimo ho permesso alla persona della mia vita di andarsene.» 
Mi-Yeun lo guardò ma non sapeva che dire. Sapeva che nonostante stesse lasciando il discorso vacuo in realtà parlava di lei, ma proprio non riusciva a rispondergli.
«La soluzione ai suoi problemi è fuori dalla soglia della porta che ha tanto paura di varcare.» riuscì a dire solo questo, vedendo le pupille di Taehyung dilatarsi un pochino.
«Sì, ma ormai mi mancano le forze e non riesco a stare in piedi. Ho bisogno che qualcuno mi stringa la mano e mi aiuti ad attraversare quella porta.» rispose e le stava supplicando con gli occhi di non abbandonarlo, di prendergli la mano.
«Qualcuno ha stretto quella mano per troppo tempo ma le cose non sono cambiate molto.»
Mi-Yeun stava male da ormai giorni e avrebbe tanto voluto provare sollievo a quelle mancanze e adesso lui era lì davanti a lei che la stava letteralmente supplicando di non andarsene per sempre, che quei giorni gli erano già bastati da lezione ed era anche evidente visto il modo in cui era ridotto.
«Non sto chiedendo che le miei condizioni vengano di nuovo eseguite. Sto solo dicendo che vorrei tanto non averti deluso. Basta parlare come mi stessi riferendo a un'altra, io sto parlando di te! Sono stato così male ultimamente... non ho chiuso occhio e i pochi minuti che riuscivo a dormire mi compariva davanti il tuo viso così bello. Mi manchi e sono stato un idiota a comportarmi in quel modo. Ho un'ansia e un'angoscia dentro che mi stanno uccidendo da quasi un mese. Ogni mattina mi sveglio alle quattro e resto lì sdraiato su quel letto a fissare il soffitto in cerca di un sollievo, ma non esiste. Non c'è più.» ora i suoi occhi erano ancora più lucidi e pieni di lacrime, che stava cercando in tutti i modi di ricacciare dentro.
Anche a Mi-Yeun bruciavano di pianto. Sapere che lui era stato così male la stava ferendo.
«In più, credo anche di essere arrivato alla conclusione di avere un problema ai polmoni, come mi dicesti tu un mese fa.» aggiunse passandosi la manica della felpa sugli occhi.
«I-io non sono un dottore Taehyung, per questo dovresti rivolgerti a Ji-» stava per dire ma fu interrotta da Taehyung che iniziò ad agitare la testa sempre più distrutto.
«No, non riesco a respirare perché da quando sei lontana tutto è diventato così pesante. Sono arrivato quindi alla conclusione che ho dei problemi ai polmoni da quando tu non ci sei più. E credo anche di essere in cerca di un cambiamento, perché da settimane cerco di essere diverso, ma non mi sento più me stesso.» continuò.
Sembrava che avesse un gran voglia di piangere ma allo stesso tempo voleva trattenersi più che poteva.
«Non dovresti cambiare te stesso per gli altri. Se una relazione non può andare avanti non può e basta.»
Per quanto volesse che tornasse da lei, da una parte credeva che Taehyung non doveva cambiare per nessuno. Era paranoico e questo era difficile da cambiare, proprio come aveva detto Yoongi.
«Ma fa così male una vita senza di te. È tutto buio.» quelle ultime parole le sussurrò.
«Sì ma il carattere non può essere cambiato. Quello che voglio dirti Taehyung è che vorrei anch'io la fiducia che tu pretendi. Vorrei che tu sapessi che quando esco con Yoongi sto uscendo con un amico, non con un rivale che potrebbe portarmi via da te. Capisci? Sto con te per un motivo.»
«Io voglio stare con te davvero questa volta.» si mise in piedi e la guardò dall'altro verso il basso con la disperazione dipinta in volto. Le mani si erano strette in due pugni e i suoi occhi ormai non riuscivano a trattenere le lacrime, visto che scendevano copiose sul suo viso. Alzò gli occhi sul soffitto per cercare di nasconderle e tirò su con il naso chiudendo le palpebre. «Non ti voglio costringere, sto solo dicendo di essere cambiato un po' e che sei hai bisogno di una dimostrazione te la darò, ma lasciamelo fare. Non andartene via così, perché ti amo e farebbe male.» ora la sua voce tremava.
Mi-Yeun avrebbe dato tutto per avere il coraggio di correre ad abbracciarlo, ma era rimasta inchiodata alla sua sedia, immobile. Qualsiasi movimento l'avrebbe fatta scoppiare in un pianto senza fine.
«Taehyung, non è semplice come tu pensi.»
«Lo so e per questo m'impegnerò di più. Posso provarci? Posso dimostrarti di essere ora una persona diversa? Posso farti capire che provo una fiducia per te che non ho mai provato per nessuno?»
Come faceva a dirgli di no? Era da pazzi farlo, perché per stare di nuovo nelle sue braccia avrebbe fatto di tutto.
«Sì.» gli disse.
Taehyung tentò di sorridere ma era stato un po' difficile farlo. Uscì subito dopo dalla stanza perché aveva iniziato a singhiozzare e forse non voleva farsi vedere in quello stato patetico.

Mi-Yeun sbuffò girandosi sul letto stanca, ripetendo a fatica quella scena nella mente. Sperava davvero che Taehyung stesse lavorando su se stesso e che alla fine avrebbe del tutto sconfitto le sue paure e, mentre apriva gli occhi e annuiva a se stessa, come per convincersi del successo del ragazzo, il suo campanello suonò. Curiosa guardò l'orologio notando con sorpresa che erano già le sette del pomeriggio e, ansiosa, si diresse verso la porta aprendola senza nemmeno controllare chi fosse prima, sbarrando gli occhi per la sorpresa alla vista di quel ragazzo. Tutto così inaspettato.

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