"Don't say it's okay because it's not okay, please don't leave me alone it hurts so much."
Il tempo non ne aveva voluto sapere di migliorare, di smettere di piovere. Quando Mi-Yeun arrivò a casa era zuppa di acqua e tremante come una foglia a causa delle temperature troppo basse. Ormai non capiva più se il suo viso fosse bagnato dalle lacrime o dalla pioggia, né se il suo cuore si fosse abituato alla distanza di Taehyung o se era ancora più ferito adesso che si erano allontanati forse del tutto. Si trascinò in bagno, i capelli fradici continuavano a farle scorrere mille goccioline sul viso e lei sentiva freddo, sia fuori che dentro. Era stata una doccia ghiacciata in tutti i sensi dire quelle cose a Taehyung, ma ormai era giunto il momento della verità, era giunto il giorno in cui lui doveva prendere una decisione, anche se aveva una paura immensa di aver appena rovinato ogni cosa. Ma Yoongi aveva ragione, no? Se lui non avesse voluto tornare con lei nemmeno dopo i chiarimenti che gli aveva espresso mezz'ora prima allora non la meritava e se ne sarebbe dovuta fare una ragione. Ma come si fa ad allontanarsi dalla persona che si ama? Come può essere semplice? Mi-Yeun questo non lo sapeva. Guardandosi allo specchio del suo bagno notò come i suoi occhi fossero rossi per colpa del pianto, di come la sua espressione angosciata avrebbe fatto chiedere a tutti cosa le stava accadendo. Fino a qualche minuto prima, quando Taehyung aveva detto a Seungmin che era il suo ragazzo lei si era sentita felice, ma dopo era tutto crollato perché si era resa conto che la loro relazione stava prendendo delle strane pieghe in cui lei non voleva assolutamente cadere vittima. Ormai aveva bisogno di Taehyung come il suo ragazzo, una persona su cui appoggiarsi in momenti di bisogno, con cui condividere la quotidianità e progettare un futuro insieme e se Taehyung non era in grado di darle l'ordinario allora lei non era più in grado di gestire quella situazione. Credeva che non ci avrebbe messo poi così tanto a capire che di lui si fidava ciecamente e che era stato un semplice sbaglio dettato dalla gelosia ad averla fatta reagire in quel modo dopo la foto di Chan, ma erano già passati due mesi e mezzo e ancora, a parte qualche piccolo passo in avanti, le condizioni non erano cambiate. Frustrata si liberò della giacca bagnata e la buttò dentro il cestino e appoggiando le mani sul lavandino abbassò la testa come per cercare di riprendere le forze dopo tutte quello che era successo, ma fu tutto inutile. Si sentiva morire, aveva voglia di piangere e di non vedere nessuno per un po' di tempo. Dentro la tasca dei jeans, che ormai le si erano appiccati addosso, il suo cellulare continuava a squillare, ma non aveva voglia di prenderlo e leggere i messaggi, o rispondere ad alcuna chiamata. E se fosse stato Taehyung? Lei non voleva per nulla cedere e se lui le avesse inviato un messaggio pieno di scuse allora lo avrebbe perdonato per tutto. Ma era anche consapevole che potesse essere Yoongi. Lo aveva lasciato in caffetteria senza dirgli nulla e un po' si sentiva in colpa, anche se sapeva che lui avrebbe capito i suoi comportamenti. Depressa e senza la minima voglia di fare qualcosa si sfilò i vestiti fradici, controllando nel frattempo le notifiche sul telefono. Cancellò senza leggerli tutti i messaggi di Taehyung e poi ne inviò uno a Yoongi dicendogli che andava tutto bene ma che non aveva voglia di parlare con nessuno, scusandosi anche per essersene andata via in quel modo senza avvertirlo, e la sua risposta non ritardò di molto e ovviamente, nonostante le lacrime, Mi-Yeun sorrise quando lesse il conforto che l'amico aveva messo nel suo messaggio, chiedendole di vedersi non appena si sarebbe sentita un po' meglio così da spiegargli cosa era successo. Ma lei non sapeva quanto tempo ci avrebbe messo a riprendersi perché ad appena trenta minuti da quando aveva litigato con Taehyung già sarebbe voluta sparire, come faceva se per una vita lui le sarebbe stato lontano?
Fece una doccia veloce e si asciugò per potersi riscaldare almeno un po', mettendo il pigiama e poi correndo nella sua stanza a buttarsi sotto le coperte. Sperava che dormire l'aiutasse, sperava che almeno si sarebbe distratta così, ma non riusciva a prendere sonno. Il suono delle notifiche continuava a rompere il silenzio e i suoi sospiri aumentavano a ogni messaggio. Decise di dare un'altra occhiata, curandosi di cancellare tutti gli sms di Taehyung e lasciando solo quelli di Jimin che non sapendo nulla della situazione le aveva inviato dei messaggi per sapere che stesse facendo e se volesse uscire quella sera a fare un giro in macchina, visto che pioveva, ma decise di non rispondere nemmeno a lui, almeno per il momento. Conoscendo Jimin sapeva che si sarebbe piombato in casa sua dopo nemmeno cinque minuti e lei voleva stare da sola quella sera. Voleva far scorrere le lacrime senza sentirsi dire "andrà bene", voleva singhiozzare come se non lo avesse mai fatto, voleva starsene sotto le coperte, per ripararsi dal gelo che sentiva all'interno del suo cuore e starci fino a quando le cose non si sarebbero sistemate. Si sarebbe presa a pugni da sola se continuava a rammaricarsi, ma per quella sera avrebbe lasciato i suoi sentimenti sopraffarla, avrebbe lasciato la serenità altrove, si sarebbe dedicata esclusivamente al dolore che sentiva nel petto. Guardò l'orologio sentendo mancare il respiro, perché erano ancora le due e mezza di pomeriggio e il tempo sembrava star passando troppo lentamente. Mentre si stringeva in se stessa cercando di farsi forza da sola la quiete fu interrotta dallo squillare del telefono. Con il cuore in gola sperò con tutta se stessa che non fosse Taehyung e sospirò leggendo il nome di Jimin. Ma non se la sentiva di rispondere, era sicura che il migliore amico di Jimin gli avesse raccontato tutto, così decise di chiudere la chiamata e spegnere il telefono. Poi, capendo che starsene a letto non avrebbe sistemato le cose, decise di cucinare qualcosa e mangiare. Si trascinò in cucina asciugandosi il volto con la manica del pigiama, mise sul fuoco una pentola e preparò del ramen caldo, che era esattamente ciò che ci voleva in quella domenica triste, fredda e piovosa. Il suono della pioggia fuori dalla finestra che cadeva sul terreno la rilassò, ma non come avrebbe voluto. In una situazione diversa avrebbe preso un libro, si sarebbe messa seduta vicino le ante trasparenti e, immergendosi nella lettura, avrebbe rilassato tutti i suoi muscoli, chiudendo fuori dalla sua testa tutto il resto. Ma al momento non riusciva a chiudere fuori proprio niente, i costanti pensieri l'avrebbero distratta.
Quando il ramen fu pronto apparecchiò la tavola per se stessa, prese una bottiglia di vino e un bicchiere, si sedette al suo posto e nel silenzio più totale mangiò. Era straziante udire il suono dei suoi battiti che stranamente andavano lenti. Il gusto del ramen non l'accontentò, nemmeno quello del vino, ma cercò di non badarci perché sapeva che per un po' di tempo tutto l'avrebbe fatta sentire insoddisfatta e voleva farci subito l'abitudine. Appena finì di pranzare e posò tutto dentro il lavello sospirò sonoramente, quando il suono del campanello la fece sobbalzare. Sentendo il cuore accelerare si avvicinò cautamente all'entrata, osservando chiunque ci fosse dietro dallo spioncino della porta, impaurita che potesse essere il ragazzo che l'aveva ridotta in quel modo, ma di nuovo sollevata appoggiò la testa contro la parete liscia e marrone, perché si trattava di Jimin che, non avendo ricevuto alcuna risposta, suonò nuovamente e poi ancora e ancora fino a quando la testa di Mi-Yeun iniziò a scoppiare, costringendola ad aprirgli perché tanto non se ne sarebbe andato se lei continuava ad ignorarlo.
Non appena Jimin incontrò i suoi occhi e lei lasciò la porta aperta andando a sedersi sul divano, il ragazzo entrò dentro e se la chiuse alle spalle, chiudendo l'ombrello che aveva usato per non bagnarsi dal tragitto dalla macchina al portone di casa della sua migliore amica, abbandonandolo in un angolo della stanza. Mi-Yeun si tirò una coperta fin sotto il mento, strinse gli occhi preparandosi per ciò che stava per subire e aspettò che Jimin le fosse accanto. Dopo pochi secondi sentì il divano scricchiolare, segno che il suo migliore amico si era appena seduto.
«E allora? La smetti di comportarti in questo modo o no?» domandò aspramente, togliendole la coperta da sotto gli occhi e costringendola a guardarlo.
«Lasciami in pace Jimin.» disse con la voce tremante, incrociando le gambe e appoggiando la testa sulla spalliera. Il suo migliore amico inarcò un sopracciglio.
«Mi hai fatto preoccupare! Ti ho chiamato mille volte, perché hai spento il telefono?» le domandò e cercò la sua testa per poterla accarezzare, ma Mi-Yeun non voleva nemmeno essere toccata. Si mise di scatto in piedi e iniziò a camminare per tutta la stanza, sentendo un'ansia mai provata prima nello stomaco.
«Non fare il finto tonto, tanto lo so che Taehyung ti ha chiamato e ti ha detto tutto.» sputò fuori con rabbia.
«No, veramente gli ho chiamato io questa volta, perché avevo paura ti fosse successo qualcosa e speravo fossi insieme a lui, ma quando mi ha risposto era così distrutto che ho capito ciò che era successo, senza il bisogno che lui dicesse nulla.» le spiegò.
Mi-Yeun non riusciva a stare ferma, sentiva i nervi a fior di pelle e una stanchezza addosso che non provava dai tempi dell'università. Taehyung la distruggeva in tutti i sensi e forse era meglio se non fossero tornati insieme, perché non le faceva bene.
«E come mai sei qui da me e non da lui eh? Non è Taehyung il tuo migliore amico?»
«Quando la smetterai di dire queste cose? Sono corso prima da te, non da lui!» anche se la sua voce era calma non riuscì a far trasparire del tutto il fastidio che aveva provato dopo ciò che aveva detto Mi-Yeun. Perché dovevano comportarsi in quel modo? Pensava.
«E mi pare molto strano che tu sia venuto prima qui. Non ha sempre ragione lui per te? Non t'importa più di lui che di altri?» irritata Mi-Yeun spostò una sedia del tavolo e si sedette, cercando in tutti i modi di non guardare il suo migliore amico per nessuna ragione al mondo. Si sentiva in colpa ovviamente, solo che era così arrabbiata che se la sarebbe presa con tutti.
«Smettila, non so nemmeno cosa è successo. Raccontami.»
Jimin risentito accavallò una gamba e appoggiò il mento su una mano, osservandola.
«Perché dovrei? Tanto appena uscirai da qui andrai dritto da lui no? Fattelo raccontare da Taehyung, io mi sono stancata dei suoi atteggiamenti! Non stiamo insieme e con me non ci vuole tornare, ma si prende anche il diritto di arrabbiarsi con me se qualcuno mi si avvicina mentre lui si vede con le sue ex!» finalmente si sfogò un po'. Con una mano si massaggiò gli occhi stanca mentre con l'altra tormentava un filo di lana del pigiama. Voleva chiudersi nella sua stanza per quella sera.
«Si è visto con Ji-Soo?» chiese attento, come se stesse cercando di trovare una scusa plausibile per giustificare i suoi comportamenti.
«Sì, ma il punto non è questo! Il punto è che si preoccupa tanto per gli altri e non per me. Il punto è che non vuole tornare a essere quelli di prima, il punto è che lo vorrei tutto per me, che fosse di nuovo il mio fidanzato ma la sua mancanza di fiducia mi sta facendo sentire ogni giorno più male! Deve prendere una decisione e se non è in grado di farlo allora io e lui non possiamo stare insieme, Jimin.» .
La guardò perplesso, poi sospirò grattandosi la testa frustrato.
«Hai ragione Mi-Yeun, non posso darti torto, però...» stava per dire ma fu interrotto.
«Però niente Jimin, non trovare altre scuse ti prego. Non ce la faccio più. Voglio stare da sola.» lasciò che una lacrima le rigasse il viso e un singhiozzò le smorzasse la voce. In pena Jimin la strinse in un abbraccio, le baciò la testa e poi indietreggiò.
«Allora vado...» disse e dopo un altro sospirò uscì e si chiuse alle spalle la porta. Non appena fu fuori Mi-Yeun pianse per i sensi di colpa per essersela presa anche con Jimin, sperando con tutta se stessa che continuasse a volerle bene nonostante le cose brutte che gli aveva detto.
Quando dopo pochi minuti l'uscita di Jimin il campanello suonò nuovamente lei si precipitò ad aprire la porta, fremendo dalla voglia di chiedergli scusa, solo che quella volta si ritrovò delle iridi castane piene di sconforto a guardarla.
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||4 O'Clock||
Fanfiction[Sequel Mr Kim] Completa✔️ La relazione tra Mi-Yeun e Taehyung è arrivata a un punto di non ritorno e ora il destino ha in serbo nuove condizioni che li porterà a essere vicini ancora una volta. Ora un'unica frase descrive la realtà di Taehyung; "le...