23. Avversione verso Jimin

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-I just wanna be happier, let melt frozen me.-

«Non è che stai un po' esagerando Mi-Yeun?» le chiese Jimin quando quella mattina la passò a prendere per andare a lavorare insieme.
Il giorno prima aveva detto a Taehyung che non aveva voglia di sentirlo e non gli aveva più risposto da quel momento in poi, nonostante il ragazzo le avesse inviato un messaggio la sera prima e uno quella mattina stessa, ma lei si sentiva ancora arrabbiata con lui. Certo era consapevole che lei non gli aveva risposto per nove ore, ma l'aveva dimenticato! E in più, Taehyung le aveva urlato contro e questo la innervosiva. Mi-Yeun fulminò con lo sguardo Jimin prima di voltarsi nuovamente verso il finestrino e appoggiare la faccia sulle mani. Il sole era alto e il cielo limpido, era proprio una bella giornata.
«Ti ricordi di quello che ha fatto lui o noti solo i miei comportamenti?» chiese acida, sistemandosi la giacca e sbuffando ancora scocciata.
ChoYoung si era comportata male, Taehyung altrettanto, Jimin la rimproverava se trattava gli altri come veniva trattata! Pensava che tutti ce l'avessero con lei e questo la faceva arrabbiare ancora. Tutto quello che voleva era dare una bella lezioni a tutti, soprattutto a Taehyung che con i suoi comportamenti la stava facendo impazzire.
«No, io penso che voi due siate entrambi scemi. Vi fate del male a vicenda e forse dovreste evitare di fare l'uno i giochetti dell'altro.»
«Yah, io non ho mica spento il telefono come ha fatto lui, Jimin! Sono stata tutta la notte a cercare di chiamarlo, mi ha fatto preoccupare visto che si trova anche in un'altra città ma di questo non gli è fregato proprio nulla.»
«Tu pensi che ignorarlo gli faccia capire i suoi errori?» chiese Jimin distratto dalla guida.
«E come dovrei comportarmi con lui? Hai visto quello che ha fatto! Mi ha mandata al diavolo per non aver risposto e poi ha anche spento il cellulare. Come dovrebbe capire le cose se gli perdonassi tutto quello che fa? Lui non mi ha mica perdonato facilmente per la storia di Chan! Anzi, non mi ha nemmeno ancora perdonato del tutto.» disse velocemente.
«E perché tu non gli hai risposto?» domandò ancora Jimin fermandosi di fronte l'edificio.
Mi-Yeun lo guardò mentre si slacciava la cintura di sicurezza e a lei tremarono le mani.
«Cosa credi, che lui mi abbia risposto ogni volta dopo soli cinque minuti?»
«Quindi fai i suoi stessi giochetti.» rispose l'amico con un sorriso adorabile in volto, ma che di adorabile per Mi-Yeun in quel momento non aveva proprio niente. Anzi, la sua presenza adesso iniziava ad irritarla.
«Yah Jimin, mi spieghi perché difendi sempre lui qualsiasi cosa accada? Non è che vuoi molto più bene a Taehyung che a me?» domandò realmente offesa. Jimin ruppe in una risatina che non contagiò Mi-Yeun, scuotendo la testa quando si mise di nuovo a guardarla.
«Io non sto proprio difendendo nessuno. Sto solo cercando di farti capire che non sempre la cosa giusta è fare all'altro ciò che ci è stato fatto a noi! E nemmeno ignorare è la soluzione giusta. Il miglior modo di sistemare le cose con la gente che si ama è quello di comunicare. Parlare. Trovare un punto d'incontro, Mi-Yeun. Non sto difendo Taehyung per quello che ha fatto, sto solo dicendo che se entrambi vi metteste a fare all'altro le cose per ripicca allora non ne uscireste più.»
Jimin fece spallucce e sorrise quando vide l'espressione ancora arrabbiata della sua migliore amica.
«No, Jimin! Tu stai difendendo Taehyung e basta.» disse scocciata e scese dall'auto senza dargli il tempo di risponderle. Immediatamente anche Jimin la raggiunse e mentre entravano dentro l'atrio le prese un braccio con l'espressione divertita.
«Yah, Mi-Yeun smettila di dire questo. Sto dicendo semplicemente che sai di quanto è paranoico, avrà pensato che non avevi voglia di sentirlo perché non lo amavi più e per questo si è arrabbiato per le risposte che non ha ricevuto. Sii comprensiva.»
Jimin teneva dolcemente il maglione di Mi-Yeun tra le dita ma lei ancora tremante si liberò bruscamente della sua presa e lui alzò gli occhi al cielo.
«Ti ha cercato vero?» domandò stizzita.
Jimin riportò lo sguardo su di lei mettendosi le mani dentro le tasche dei pantaloni, l'espressione facciale che la diceva lunga. Jimin avrebbe soltanto voluto che i due smettessero di farsi del male a vicenda, e conoscendo la natura fragile di Taehyung pensava che quello che dovesse essere capito di più era lui.
«E se mi ha cercato c'è qualche problema?»
Mi-Yeun fece un passo in avanti e allungò la mano come per cercare di sfilargli il telefono dalla tasca, ma Jimin fu più veloce e si spostò mettendo l'oggetto desiderato lontano dalla sua portata.
«Fammi vedere che cosa ti ha detto.»
Mi-Yeun allungò di nuovo la mano per cercare di prenderlo ma Jimin continuava a spostarsi per impedirglielo.
«No, le cose tra me e Taehyung restano tra me e Taehyung, quelle tra me e te restano tra me e te, com'è giusto che sia.» rise ma notava quanto Mi-Yeun non se la stesse passando altrettanto bene.
«Sì, come no! Scommetto che lui sappia qualcosa in più di me e di quello che è successo ieri sera, quando non mi ha risposto. Non ti credo Jimin, tu la dai sempre vinta a lui. Visto che ci tieni tanto perché non vai a lavorare alla Kim Eletronic Corporation? Così gli sei sempre vicino.» alzò la voce.
Jimin nel frattempo si era sbellicava dalle risate.
«Sei gelosa? E poi non è vero che tengo più a lui che a te.» rispose dopo alcuni secondi.
«Per niente. E comunque, potrebbe benissimo iniziare a farsi passare queste dannate paranoie. Se è il primo a non potersi fidare come può pretendere che io gli dia fiducia?»
Da quando aveva parlato con Yoongi si era accorta che comunque quello che stava accadendo tra lei e Taehyung non aveva senso. Lui l'aveva lasciata perché lei si era rivelata dubbiosa dopo la foto e allo stesso tempo adesso era lui che non voleva tornare insieme a Mi-Yeun per paura che potesse di nuovo ferirlo. E quindi lui poteva sfiduciarla e credere anche di avere ragione mentre lei doveva subire? Se davvero avesse voluto dimostrarle di quanto lui di fidasse le avrebbe semplicemente dato la possibilità di ricredersi continuando a stare insieme a lei, non lasciandola.
«È solo un ipocrita.» concluse e staccò gli occhi da quelli di Jimin per puntarli verso il pavimento.
Eppure, per quanto pensasse fosse sbagliato che lui poteva fare tutto quello che voleva e lei no, non riusciva a pensare di allontanarlo se non si fosse deciso a rimettersi con lei, voleva dimostrargli quello di cui aveva bisogno fino a quando il suo cuore sarebbe stato di nuovo pronto.
«Mi-Yeun, lo sai che a te ci tiene tanto.» adesso il sorriso era sparito dalla faccia di Jimin.
Mi-Yeun si limitò a fare un sorriso forzato senza sapere che dire. Si sentiva delusa da Jimin, credeva che avrebbe difeso lei fino alla morte, non Taehyung.
«Sta male comunque. Ha solo cercato conforto nelle mie parole, mi ha detto di essersi svegliato ogni notte alle quattro del mattino mentre era a Tokyo e che voleva tanto tu gli rispondessi.»
«Che significa mentre era? Vuol dire che è già a-» stava per dire, ma fu interrotta proprio dalla voce bassa di Taehyung che era appena entrato in ufficio.
«A Seoul, sì.» disse stringendosi nel cappotto.

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