7. I sentimenti omessi di Taehyung

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-My shadow grows in that blasting stark light, please don't let me shine, don't let me down, don't let me fly now I'm afraid.-

Taehyung sorrise quando gli occhi dolci di Mi-Yeun gli si posarono addosso, il viso arrossato per l'imbarazzo e lo sguardo che evitava di guardarlo troppo. Pensò lei fosse bella anche dopo essersi appena svegliata, pallida e assonnata, con i capelli fuori posto e la timidezza nitida sul volto. Erano quei dettagli che lo facevano impazzire, il fatto che lei fosse vera, il fatto che apparisse come era realmente dentro, e non poté evitare al suo cuore di battere forte mentre lei sbatteva le palpebre e incurvava le labbra ancora, probabilmente felice che lui fosse lì, insieme a lei in quella stanza triste e odorante di medicine e disinfettante. Desiderò di essere solo in sua compagnia e nessun altro più. Le avrebbe magari detto tutto ciò che sentiva dentro? Avrebbe trovato il coraggio di farlo? Eppure guardarla serena alzare una mano e salutarlo gli fece venire da piangere, come se avesse paura che mettendosi di nuovo con lei le cose potessero malauguratamente andare male e non poter più ammirare i suoi bellissimi lineamenti con la stessa tranquillità che provava in quel momento. Attualmente, solo guardarla, lo rendeva felice e non voleva rovinare nulla.
«

Ciao Taehyung.» disse e la sua voce risultò un po' bassa ma melodiosa, accarezzava le orecchie di Taehyung e lo rilassavano, si sentiva al sicuro fino a quando era così vicino da poter udire le sue parole.
«Come stai Mi-Yeun?» si precipitò sullo sgabello e si sedette prendendole la mano con delicatezza, mista alla voglia di stringerla forte, di stritolarla e magari piangere sulla sua spalla per il sollievo che lo stava ormai mandando in estasi. Lei era lì, sana e sveglia.
«Bene, e tu? Quella brutta ferita te la sei procurata dopo la lite con Chan?» domandò a sua volta facendo una smorfia di dolore quando si mise a sedere troppo velocemente.
Taehyung l'aiutò ad appoggiarsi sui cuscini, calmandosi solo quando la sua espressione tornò ad essere spensierata e calma. Non aveva voglia di parlare di quello. Avrebbe voluto parlarle dello spavento che aveva provato, di quella notte insonne che l'aveva tenuto sveglio a farsi le sue solite mille paranoie ma anche pensieri gioiosi su di lei. Le avrebbe voluto raccontare di come era stato male per quell'incubo, di quanto era felice stesse bene... ma non ne aveva il coraggio, li aveva omessi, riuscì solo a dire:
«Adesso bene.» racchiudendo in quelle due parole tutto ciò che sentiva e omettendo i suoi sentimenti reali perché era troppo debole per rendersi vulnerabile.
«Yah, ma non eri il suo ragazzo? Per caso mi hai mentito? Ha fatto una faccia strana quando le ho detto che eri venuto a trovarla!» rise Yoongi e le guance di Taehyung bollirono forti sotto il suo sguardo malizioso mentre si voltava a guardarlo.
«Yah, infatti ho detto una "specie di fidanzato"» rispose.
Yoongi rise, poi si appoggiò sui cuscini e chiuse gli occhi massaggiandosi la spalla fasciata.
«Per la cronaca, le merendine erano da parte del dottore Kim. Un gesto carino, anche se continua a dirci di mangiare sano e leggeri.» aggiunse Yoongi.
«Di cosa parlate?» chiese Mi-Yeun curiosa.
«Niente, una cosa tra me e il tuo ragazzo.» rispose ed entrambi arrossirono a quelle parole, abbassando gli sguardi sulle loro mani.
Per fortuna dopo pochi secondi fece ingresso Hoseok, il fratello di Mi-Yeun, con in mano un grosso mazzo di fiori e due peluche.
«Sono arrivato sorellina mia!» canticchiò e gli caddero di mano i due orsetti , inciampando e ritrovandosi lungo disteso, di faccia, sul pavimento. Ma si rialzò subito, senza dare il tempo a Taehyung di aiutarlo, malgrado le risate. «Sto bene!» disse rivolgendo un ampio sorriso a entrambi. Mi-Yeun e Taehyung risero mentre Hoseok lasciava un bacio sulla fronte di sua sorella, per poi posare i fiori sul letto e correre a prendere ciò che gli era caduto.«Ti ho portato dei regali di buona guarigione!» 
«Grazie Hobi.» disse e nel frattempo lui si sedette su un lato del letto, di fronte Taehyung.
«Anch'io ti ho portato dei fiori e dei cioccolatini.» s'intromise e rosso in viso le indicò i suoi doni sistemati insieme agli altri.
«Oh! Grazie Taehyung! E gli altri di chi sono?» domandò e si sporse per prenderli e guardarli.
«Non ne ho idea.» rispose prontamente e sentì la risatina sommessa di Yoongi alle sua spalle, cercando di trattenere uno sbuffo.
Per alcuni minuti furono distratti dai peluche di Jimin e ChoYoung quando in stanza entrò Jin con in mano disinfettante e cerotti. Sorrise a Hoseok e Mi-Yeun, chiedendole come stesse, per poi fermarsi davanti Taehyung, prendergli il viso per tenerlo alzato verso su,  guardando la cicatrice sul suo naso con occhi attenti.
Taehyung lo fissò con il collo dolorante, un po' imbarazzato, mentre Jin lo guardava da ogni angolazione.
«Jin hyung, sono passati già due giorni, forse ora non ha più senso medicarla.» disse mentre l'amico toglieva il tappo alla bottiglia bianca e imbeveva della garza del liquido trasparente.
«Sì, ma non si è ancora formata la crosta, quindi devi tenerci su un cerotto per un paio di giorni circa.»
Posò il tessuto umido sulla ferita che gli bruciò.
Taehyung strinse gli occhi sentendoli lacrimare nonostante il tocco di Jin fosse delicato, pizzicandosi forte una gamba per evitare di concentrarsi troppo sulla cicatrice.
«E comunque, qualcuno ti ha dato un pugno?» chiese quando ebbe finito, prendendo un cerotto bianco e posandolo con delicatezza sul punto ferito.
Il bruciore si alleviò un po' e a Taehyung tornò un po' la rabbia. Avrebbe voluto fars ancora più male, a quel Chan, ma alla fine era grato che Jimin l'avesse fermato. Non voleva di certo creare danni permanenti e beccarsi la delusione di Mi-Yeun per colpa sua! Aveva già creato abbastanza problemi, non c'era assolutamente bisogno che ne creasse ancora.
«Ho litigato con qualcuno.»
«Tu che fai a botte? Credevo fossi il ragazzo più gentile di tutta la Corea del Sud!» scherzò mettendo da parte il materiale usato per medicare Taehyung mentre lui si perdeva di nuovo nei suoi pensieri. «Be', scommetto però che anche l'anima più buona rischia di impazzire se viene troppo provocata.»
Taehyung annuì; pensava che quelle parole non potevano che essere vere. Per molti anni aveva sempre cercato di porgere l'altra guancia a qualsiasi persona lo schiaffeggiasse moralmente, e forse per questo si era ritrovato a tormentarsi con mille paranoie e film mentali che non avevano fatto altro che ferirlo. Adesso però aveva preso una decisione, e cioè di trattare tutti come meritavano.
Jin si avvicinò a Yoongi e gli controllò la spalla mentre Hosoek sussurrava a Mi-Yeun di quanto Taehyung le fosse fedele, raccontandole dell'episodio della cameriera che gli aveva chiesto il nome mentre Taehyung fingeva di non sentire, felice che Hoseok, Mi-Yeun, Jin e tutti i suoi amici facessero parte della sua vita.

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