24. Chiarimenti

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-My everything, my blood and tears.-

Mi-Yeun perse qualche battito quando udì il suono così basso della voce di Taehyung, sperando vivamente che non avesse sentito una sola parola di quello che si erano detti lei e Jimin. A disagio, sotto lo sguardo penetrante del ragazzo che si trovava proprio davanti ai suoi occhi, si spostò da un piede all'altro ma decise comunque di mantenere un'espressione arrabbiata perché per una volta non voleva abbassare la testa. Per una volta voleva che a correre fosse lui per sistemare le cose.
«L'ipocrita è qui a Seoul.» continuò Taehyung con un sorriso sarcastico in viso e le mani dentro le tasche del cappotto.
Jimin si sbatté silenziosamente una mano sulla fronte quando constatò che il ragazzo aveva sentito tutto.
«Be', l'importante è che tu sappia di esserlo.» rispose a tono lei, anche se la sua faccia era bordeaux.
Taehyung, irritato, alzò un sopracciglio e la fissò come per capire se dicesse sul serio quando la voce dolce di Jimin catturò l'attenzione di entrambi. Il ragazzo si era infatti schiarito la voce guardandoli come se fossero i più stupidi esistenti sulla Terra.
«Si faceva per dire, Tae. Ovviamente non lo pensa sul serio.» disse appoggiando la faccia sulla mano ma quella volta fu la risatina di Mi-Yeun a interrompere il gioco di sguardi e tutti si voltarono verso di lei che li guardava appoggiata al muro con le braccia al petto. Jimin le rivolse uno sguardo di rimprovero ma lei sembrò non dargli peso.
«Mi leggi nel pensiero per sapere cosa penso e cosa no?»
«I-io credo che vi lascerò da soli, sì.»
Jimin si mise in piedi e quasi cadde a terra per la fretta con cui si era mosso e mentre lanciava un altro sguardo d'ammutinamento alla sua migliore amica sparì.
Immediatamente il piccolo spazio fu riempito di silenzio. Mi-Yeun continuava a guardarsi le unghie come se la cosa le interessasse poco mentre Taehyung la guardava sdegnosamente con le mani ancora infilate dentro le tasche del cappotto blu notte che indossava. Nessuno dei due sembrava avere voglia di iniziare quel discorso e mentre Mi-Yeun continuava a fare le sue cose Taehyung la osservava deluso dal poco entusiasmo che aveva dimostrato la ragazza per il suo ritorno, ma forse un po' la capiva. Aveva spento il telefono per circa dieci ore e probabilmente lei si era anche preoccupata, visto che si trovava in un'altra città. Mentre passavano i minuti seguiti dal "tic-toc" dell'orologio appeso a una parete vicina, Mi-Yeun iniziò a sospirare, come se volesse che fosse Taehyung a iniziare a parlare, perché lei non aveva nulla da dirgli, a parte il fatto che si era comportato male e che per questo non aveva voglia di calmarsi con lui. E il suo metodo funzionò perché dopo un po' fu proprio il ragazzo a parlare per primo.
«E quindi io sarei un ipocrita che dovrebbe smetterla di farsi delle paranoie?» chiese e la faccia di Mi-Yeun prese subito fuoco alle sue parole. Aveva sentito le ultime cose si erano detti lei e Jimin, ovvero le peggiori visto che aveva usato quel termine per descrivere Taehyung.
«Sì, lo penso sul serio se vuoi saperlo.»
«Allora sei poco sincera, visto che non mi hai mai detto di pensare queste cose di me.»
Mi-Yeun rimase per pochi minuti in silenzio senza sapere che dire, perché si era pentita di quello che aveva detto. Ovviamente non lo pensava davvero, solo che era così arrabbiata che avrebbe detto la qualsiasi cosa pur di sfogarsi dopo quello che era successo quella sera. Che aveva fatto per tutto quel tempo dopo aver spento il telefono? Era andato da qualche parte? Aveva conosciuto qualcuno? E perché non le aveva detto di essere a Seoul? Da quando tempo era tornato a casa? Voleva porgli tante domande e allo stesso tempo non chiedergli nulla per continuare a dare l'impressione di una a cui non interessava niente né di lui e né di quello che aveva fatto, anche se un po' aveva paura che lui si arrabbiasse e non volesse più avere niente a che fare con lei. Era pronta a correre quel rischio?
«Questa parte di carattere l'hai mostrata solo adesso. E comunque, come mai sei qui visto che hai spento il telefono e non hai voluto parlarmi?» chiese infastidita.
Taehyung la guardò, scosse la testa e abbassò lo sguardo con un sorrisino divertito sulle labbra che fece tremare le gambe di Mi-Yeun. Per lei Taehyung era il ragazzo più bello esistente sulla Terra e ci voleva molto sforzo a non mostrare interesse nei suoi confronti quando lui era così vicino e mostrava quella curva tanto carina sul suo volto.
«Ero solo arrabbiato. Non hai risposto nemmeno tu per nove ore quindi di che ti lamenti?»
I due si fissarono in cagnesco per alcuni minuti prima che Mi-Yeun aprisse bocca per rispondergli.
«Ah e quindi sei come i bambini? Fai le cose per ripicca?» sputò fuori con rabbia ma allo stesso tempo si sentì imbarazzata di aver detto a Taehyung ciò che implicitamente le aveva detto Jimin. Sapeva che erano stati tutt'e due degli scemi e che la colpa era di entrambi.
«Invece saresti tu quella matura? Dai, dimmi perché invece mi hai ignorato per ben nove ore. Prima di parlare dei miei atteggiamenti perché non parliamo dei tuoi?» chiese e arrabbiato prese posto sulla sedia che Jimin aveva lasciato vuota, incrociando le mani sotto il mento e fissando Mi-Yeun con uno sguardo penetrante. Lei si ritrovò ancora una volta a sentirsi svenire sotto il suo sguardo: più arrabbiato era più lei si sentiva attratta da lui in modi di cui aveva troppo imbarazzo per ammettere.
«Te l'ho detto, mi sono davvero dimenticata.»
«Se davvero ti sei dimenticata di me per nove ore vuol dire proprio che non avevi voglia di sentirmi.» rispose e fece quel sorrisetto che Mi-Yeun riteneva dannatamente sexy e questo la fece vacillare ancora una volta, tanto che si ritrovò a sorridere senza farci nemmeno caso. Quell'azione fece arrabbiare Taehyung ancora di più, infatti si alzò furiosamente dal suo posto e si avvicinò a lei di qualche passo.
«Pensi sia divertente vero? Tanto a te che cosa frega se io ero a Tokyo a chiedermi perché diamine non rispondessi, maciullandomi il cervello con paranoie di tutti i tipi.» alzò a voce e in quel momento Mi-Yeun si accorse di aver fatto qualcosa che non doveva, e cioè sorridere in quel momento critico. Taehyung non poteva di certo sapere che lo aveva fatto solo perché lei pensava che fosse troppo bello.
«Yah, calmati! Mi sono detta che ti avrei risposto non appena mi sarei liberata, solo che poi sono uscita e ho scordato tutto!»
«Dimmi perché cazzo sorridi mentre io ti sto parlando seriamente!» si ritrovarono a due centimetri l'uno dal viso dell'altro e Mi-Yeun arrossì pesantemente, costretta ad abbassare lo sguardo perché non riusciva a mantenere il contatto visivo, e Taehyung la fissò senza battere ciglio.
«E comunque, perché non mi hai detto di essere già a Seoul?» chiese ignorando palesemente la domanda di Taehyung che avvicinò ancora di più il suo corpo fino a ritrovarsi quasi attaccato a lei. Posò una mano dietro il muro, negandogli così qualsiasi via d'uscita per scappare da lui.
«Per caso stai cambiando discorso? Dove diamine eri ieri sera? Ho capito che eri ubriaca.» domandò e la sua voce si abbassò ancora di più, creando piccoli brividi sulla schiena di Mi-Yeun che chiuse gli occhi trattenendosi dal baciarlo.
«Non sei mica il mio ragazzo, perché pretendi che ti risponda?»
«Dimmi dove eri.»
Mi-Yeun deglutì nervosa. Era così vicino che a un certo punto si era aspettata che la baciasse, solo che lui si limitava a guardarle le labbra ogni tanto, stringendo gli occhi quando ci si soffermava troppo.
«Ero insieme a Jimin, Yoongi e alcuni suo amici in un locale! Soddisfatto?» alzò gli occhi sui suoi e lo vide assottigliarli per alcuni secondi, non riuscendo a capire se fosse arrabbiato o sorpreso.
«Yoongi? Quel tipo dell'ospedale?»
«Proprio lui.»
«Yah, sei stata tutta la serata insieme a soli maschi?» irritato corrucciò le sopracciglia ma non si mosse di un solo passo da dove si trovava.
«No, ha anche delle amiche.» rispose in tono serio.
«Qualcuno ci ha provato con te?»
Mi-Yeun rimase il silenzio senza sapere che dire, ma non appena Taehyung poggiò con forza anche l'altra mano sul muro, e lei si ritrovò praticamente attaccata a lui, non riuscì a starsene zitta.
«Può darsi, e be'? Non ci sono mica stata.»
«Chi cazzo era?» ormai la sua voce metteva i brividi e Mi-Yeun lo stava provando proprio in quel momento sulla sua pelle.
«Non so il suo cognome! So solo che si chiama Seungmin.»
Taehyung la squadrò dalla testa ai piedi ma prima che potesse dire altro Mi-Yeun aggiunse «e tu invece? Dove diamine sei stato per tutto quel tempo?»
Taehyung la guardò e sorrise malizioso non appena la beccò a guardarlo insistente sempre più cremisi in viso.
«In discoteca.» disse.
«Qualcuna ci ha provato?»
«Probabile. Anzi, sì. Si chiama Nami ed è anche venuta a cercarmi l'indomani in hotel.» rispose allargando il sorriso.
Mi-Yeun era furiosa.
«Cosa?» alzò la voce arrabbiata e questo fece ridere Taehyung.
«Che c'è? Mica ci sono stato.» disse.
Mi-Yeun non disse nulla per alcuni secondi, perché era così seccata con chiunque avesse provato solo a portarselo via che avrebbe addirittura spaccato qualcosa, e il sorriso che continuava a rivolgerle Taehyung la innervosì di più.
«Ipocrita.» disse.
«Stupida.» rispose.
«Stupido tu.»
«Tu copi quello che dico e faccio io.» sorrise.
«Ti piacerebbe.»
Si guardarono male per un po', prima che si baciassero con passione mentre fuori dalla finestra iniziava a cadere la neve.

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