-Say my name.-
Era passata una settimana da quando Taehyung, esitando di rispondere, aveva dato tutte le risposte a Mi-Yeun. Quei sette giorni erano stati terribili ma con coraggio aveva deciso di evitare di inviare un messaggio o fare qualche chiamata a Taehyung, visto che anche lui non lo aveva fatto e questo le aveva dato ulteriori conferme. Ormai le lacrime si erano placate ma stava ancora male, perché sapere che tutti i film mentali e i progetti che si era creata in testa insieme a lui non si sarebbero mai realizzati la faceva stare peggio. Era stata dura andare avanti con quella consapevolezza ma ormai aveva deciso che ci avrebbe fatto l'abitudine. Sospirò mentre dava un'ultima occhiata al suo riflesso nello specchio. Per tutti quei giorni si era anche rifiutata di andare a lavoro nonostante Jimin le avesse chiamato e fosse andato a casa sua a chiederle di ragionare, ma rimase fissa sulla sua decisione. Voleva stare un po' da sola per cercare di farsela passare e, anche se non si era ripresa del tutto, almeno le lacrime si erano fermate e aveva così smesso di piangere per qualsiasi cosa le ricordasse di lui. Si era anche sentita ridicola a un certo punto, visto che anche se alla radio passavano una canzone che le faceva venire in mente il ragazzo o leggesse qualcosa che in un qualche modo si riferivano a lui si sentiva male.
Non appena controllò che non fosse troppo in anticipo per potersi recare a lavoro si mise la borsa in spalla e uscì fuori nell'aria ghiacciata di febbraio che scorreva tra neve e vento, alternato a qualche fredda giornata di sole debole. Uscire di nuovo dopo tutti quei giorni in casa le aveva fatto bene alla fine, l'ossigeno fresco le bruciò le narici e gli occhi, il vento le spazzò i capelli via dal viso e le strade affollate di prima mattina le riempirono il cuore. Non era da sola, aveva degli amici spettacolari anche se, se semplicemente avesse potuto evitare anche Jimin, si sarebbe sentita meglio. Voleva un'infinità di bene al ragazzo però purtroppo lui era rimasta l'unico legame diretto a Taehyung e lei voleva tagliare via tutto quello che riguardava lui. Solo che voleva troppo bene a Jimin per fare una cosa del genere quindi si sarebbe impegnata di riuscire a superare anche quello.
Quando entrò in ufficio lo trovò già al suo posto intento a prendere le telefonate dei pazienti e segnare gli appuntamenti. Alzò per poco tempo gli occhi sui suoi quando sentì la porta aprirsi per poi riabbassarli sul foglio che aveva davanti per non sbagliare e fare un casino. Lentamente Mi-Yeun si liberò della giacca e l'appese al suo posto, per poi prendere il camice bianco e indossarlo di malavoglia. Si era un po' abituata alla vita in casa, stare tutto il giorno a letto o sul divano a guardare K-Drama strappalacrime davanti a una montagna di leccornie, torturandosi sul perché con Taehyung non era andata esattamente come nelle serie TV che tanto amava.
Quando si riprese dai suoi pensieri e si voltò verso di Jimin sobbalzò un po', non si era accorta che il ragazzo aveva smesso di parlare al telefono e che ora stava fissando ogni sui movimento in silenzio assoluto, con uno sguardo un po' arrabbiato ma allo stesso tempo sollevato che almeno si fosse presentata a lavoro.
«Come va?» chiese e Mi-Yeun si sentì un po' meglio nell'udire il suo solito tono di voce morbida. Ma come stava? Bene? Male? Forse stava cercando di convivere con quel peso? Non sapeva dare una risposta certa, sapeva solo che se si fermava a pensare a Taehyung per più di cinque minuti le faceva male il cuore. Si sarebbe sentita morire, anche solo per cinque minuti.
«Non lo so in realtà. Non voglio essere ipocrita nel dire che io stia bene e che mi sia passata del tutto, perché fa ancora dannatamente male. Però credo che sia stata una decisione giusta, insomma... se fosse passato ancora del tempo sarebbe stato più difficile passare avanti.»
«E questa settimana come l'hai passata? Perché non hai voluto vedermi? Ti avrei solo distratta.» rispose lui e il cipiglio preoccupato prese il posto di quello arrabbiato. I suoi occhi la scrutavano come per capire come stesse in quel momento, come se fosse pronto a intervenire a consolarla se si fosse lasciata andare.
Mi-Yeun fece un sorriso amaro e si grattò il collo a disagio. Si sentiva in colpa per aver tagliato fuori Jimin, ma alla fine non aveva visto nemmeno Yoongi. Aveva preferito starsene per i fatti suoi fino a quando non si fosse un po' calmata, così avrebbe evitato di farli preoccupare troppo.
«Lo so Jimin e mi dispiace di averlo fatto... solo che avevo davvero bisogno di stare con me stessa per un po'. Ho pianto parecchio e tu non lo avresti accettato.» sorrise per cercare di sdrammatizzare e per fortuna riuscì a contagiare anche il suo migliore amico.
Per un attimo non dissero più nulla su quella situazione, poi Mi-Yeun decise di togliersi un peso dal cuore che ormai da un po' la rendeva nervosa e ansiosa. Sapeva che non avrebbe dovuto preoccuparsene, che ormai i suoi sentimenti non dovevano più interessarle, solo che non ci riusciva per quanto ci provasse. Doveva sapere anche se era consapevole che avrebbe fatto male.
«Hai visto Taehyung in questi giorni?» chiese e il solo suono di quel nome l'aveva fatta vacillare.
«Sì, lo vedo da un'intera settimana.» confermò.
«E... e lui come sta?» domandò dopo un'eterna indecisione. Stava cercando di convincere se stessa a non pensarci, a non preoccuparsene più, ma questo la faceva sentire ancora più ipocrita. Ovvio che le interessava saperlo, ovvio che avrebbe voluto correre da lui, solo che non era più disposta a stare sotto le sue condizione, a dover sentirsi male perché lui non voleva fidanzarsi.
«Sei sicura di volerlo sapere?»
«Sì,ne sono convinta.»
Il suo migliore amico era preoccupato per entrambi e di questo ne era sicura. Jimin era considerato sia da lei che da Taehyung come il migliore amico perfetto e forse per questo, forse perché era a conoscenza dei sentimenti che Taehyung provava per Jimin, Mi-Yeun aveva scelto di lasciarlo libero, così che lui potesse dare più conforto all'altro, perché era sicura che ne avesse più bisogno.
Sapeva però che avrebbe reagito negativamente qualsiasi riposta le desse Jimin, perché se stava male si sarebbe sentita in colpa, e se stava bene voleva dire che era andato avanti, e lei, in un modo o nell'altro, non voleva che lui finisse col non volerla più.
Jimin la guardò prima di aprire la bocca. Era combattuto e si notava anche a distanza di metri, ma dopo aver sospirato ed essersi sistemato il camice disse,
«sta malissimo e credo che questa volta sia peggio di tutte le altre. Per un po' di tempo si è anche rifiutato di mangiare ma al terzo giorno mi ha fatto arrabbiare e così gli ho comprato un interno negozio e l'ho costretto a cibarsi prima che lo prendessi a botte. Credo sia stata l'unica volta che abbia sorriso.» rispose e alzò gli occhi verso il soffitto con uno sguardo amaro.
Mi-Yeun trattenne il respiro. Era sicura che avrebbe fatto male sapere la riposta di Jimin, ma venire a conoscenza che si fosse addirittura anche rifiutato di mangiare la faceva sentire molto peggio. Le aveva solo aumentato la voglia di andare da lui e abbracciarlo forte, aggiustargli il cuore e fargli tornare il sorriso, ma non poteva.
«Ha anche avuto la febbre in questi giorni. Mi ha detto che...» stava per dire ma Mi-Yeun lo interruppe.
«Basta così.» disse e si chiuse dolorante nel suo ufficio. Si sentiva una pezza, il suo cuore chiedeva pietà ma lei continuava a ferirsi da sola. Pensava fosse stato molto meglio se non avesse saputo nulla della sua situazione, così sarebbe stato più facile dimenticarlo.-
Anche Taehyung si presentò dopo una settimana in ufficio. Non aveva cercato Mi-Yeun, aveva paura che lei potesse rifiutarlo e, allo stesso tempo, si era fatto un sacco di paranoie pensando che magari, se non si faceva sentire, lei avrebbe creduto che fosse andato avanti. La testa gli faceva così male che aveva anche tentato di smettere di pensare. Nei giorni in cui era stato giù di morale, sia per colpa di Mi-Yeun sia per la febbre che si era preso dopo essersi addormentato fradicio di acqua fin dentro le ossa, non aveva smesso un solo minuto di piangere. Si sentiva da solo senza di lei anche se solo non era. Dopo il quinto giorno di assenza, Jungkook e Hoseok si erano presentati alla sua porta, ma per fortuna aveva trovato una scusa sul perché non era andato a lavoro in quei giorni, dicendo semplicemente di stare male a causa dell'influenza e che, una volta passata la febbre, sarebbe tornato. Non è che voleva evitare di raccontare cosa stava succedendo ai due, solo desiderava che meno persone possibili si preoccupassero per lui. Era già straziante pensare di essere un peso per Jimin, dirlo anche a loro lo avrebbe fatto sentire peggio.
Quella mattina il suo cuore era ancora doloroso a sperava di riuscire a distrarsi a lavoro, per questo si era svegliato molto presto, aveva fatto una doccia, si era sistemato ed era uscito di casa. La sua voglia di fare qualcosa era pari a zero, e delle enormi occhiaie viola, a causa del sonno che ormai da un mese lo teneva sveglio dalle quattro in poi, avrebbero di sicuro fatto capire qualcosa ai suoi amici. Sperava che la scusa della febbre lo salvasse ancora, anche se era convito che Jungkook non se la sarebbe bevuta un'altra volta.
Quando quindi varcò la soglia e incontrò gli occhi dei suoi dipendenti si sentì anche peggio. Sperava di distrarsi ma adesso era sicuro che avrebbe pianto alla minima domanda sulla sua salute. Si trascinò lentamente verso il suo posto e con la coda dell'occhio notò Jungkook osservarlo preoccupato. Non appena si sedette e accese il computer fissò senza vederlo il mouse, distratto e con un'espressione che lui stesso considerava penosa. Era possibile che si era ridotto in quel modo per una ragazza?
«Hyung, stai bene?»
Jungkook si voltò con tutta la sedia verso la sua direzione facendogli alzare lo sguardo come se si fosse appena reso conto di dove si trovava.
Poco convito annuì grattandosi la testa e respirando forte. Sapeva che era inutile mentire con lui, ma ci aveva provato lo stesso perché sperava ancora di riuscire a ingannare gli altri, di far credere che stesse bene, così da evitare quegli sguardi amari che non facevano che ferirlo ancora di più.
«Hyung, te l'ho detto. È inutile con me. È successo qualcosa con Mi-Yeun?»
Jungkook spalancò le palpebre non appena vide gli occhi lucidi di Taehyung e le lacrime solcargli le guance. Immediatamente si avvicinò a lui e lo avvolse nelle braccia, baciandogli la testa con affetto e aspettando che si calmasse un po'. Se solo lo avesse potuto, Taehyung sarebbe tornato indietro nel tempo e avrebbe cambiato ogni singola cosa.
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||4 O'Clock||
Fanfiction[Sequel Mr Kim] Completa✔️ La relazione tra Mi-Yeun e Taehyung è arrivata a un punto di non ritorno e ora il destino ha in serbo nuove condizioni che li porterà a essere vicini ancora una volta. Ora un'unica frase descrive la realtà di Taehyung; "le...