16- Hanno Ragione

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(revisionato)

Tutti i giorni stanno diventando uguali. Lui esce e sta fuori fin quando non cala la sera, non so dove va. Io resto a casa, ad aspettarlo inutilmente, perché so che prima delle 19 non farà rientro.

Sento un vuoto dentro. Non sono sicura di saperlo spiegare, ma credo di saperne il motivo. Forse è lui. Avverto la sua mancanza, sono caduta nella sua ragnatela.

Chiudo gli occhi e la mia mente viene pervasa dall'immagine dei suoi occhi, così verdi, così lucenti, così....basta. Li riapro e scuotendo la testa, per cercare di scrollare quell'immagine, cerco di non pensarci più.

Entro in bagno, ispiro e sento il suo profumo invadermi le radici. Questa storia deve finire.
Andiamo avanti così da una settimana.

Ma sta volta decido di uscire ed andarlo a cercare. Voglio parlare con lui. Giro per il college, il dormitorio, il boschetto, ma credo che sia andato in città. D'altronde non ha nulla da fare qui.

Rientro alle 22, e lo trovo mentre dorme beato sul suo letto. Mi cambio, mettendo il pigiama e mi corico. Continuo a girarmi e rigirarmi nel letto, ma nulla, non riesco a chiudere occhio. Mi chiedo a cosa stia pensando lui.

Mi alzo e senza far rumore, mi siedo di fianco a lui, sul bordo del suo letto.

Chissà se è sveglio a spiare i miei movimenti, le mie intenzioni, come feci io una settimana fa. Continuo a guardarlo, studiare ogni minimo dettaglio del suo volto perfetto. Un angelo caduto dal cielo.

Gli accarezzo il viso impercettibilmente, e al mio tocco sento la pelle d'oca affiorare sulla sua guancia rosea.

Non resisto alla tentazione e lo bacio. Non so per quanto tempo sono rimasta attaccata alle sue labbra, ma è la consapevolezza di non averle più a tenermi attaccata. Avrei sperato che se fosse stato sveglio ne avrebbe approfittato o se stesse dormendo, si sarebbe svegliato per ricambiare.

Eppure il nostro è un amore impossibile, nonostante l'attrazione reciproca. Quello che provo è sbagliato. È il mio nemico, nulla di più.
Non potremmo mai essere qualcosa.

Mi alzo di fianco a lui, e me ne torno nel mio letto, consapevole che l'ultima possibilità è stata sprecata, visto che domani torneranno i ragazzi e non abbiamo più tempo per chiarire.

Passa la notte, anche se è sembrata la più lunga della mia vita. È la mattina del due gennaio. Con oggi sono sette fottuti giorni che non mi considera. Siamo tornati al rapporto di prima, pur non volendo.

Nessuno dei due ha dato la possibilità all'altro di parlare ancora. Nessuno dei due ha abbassato l'orgoglio. Ma ormai è tardi. Forse doveva andare così, era destino.

Ammetto però, di essere stata troppo dura con lui, ma ne avevo le scatole piene dei suoi comportamenti. Se fa così con tutte le persone che provano a stargli accanto, non mi stupisco se gli voltano le spalle e lo abbandonano a sé stesso.

Eppure io sono sempre qui, che continua a tentare di andargli dietro, con la speranza di stargli accanto un giorno.

In questo momento io sono sul mio letto a leggere Invisible, un libro molto bello che ho comprato prima di iniziare il collage, e che mi ha colpito sin da subito.

Mi ci rispecchio. Per lui sono invisibile adesso. Un vetro inutile su cui avrebbe voluto riflettere se stesso, ma non gliel'ho permesso. Sono stata trasparente. L'ho respinto nel momento in cui forse aveva più bisogno.

Ha paura dei ragazzi e non è l'unico. Forse avrebbe voluto che gli chiedessi di restare e lui lo avrebbe fatto. Ma invece l'ho lasciato andare via. L'ho lasciato a se stesso.

La mia scommessa - [Revisione In Pausa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora