Ferma l'auto davanti una villetta, abbastanza carina per essere trascurata. Cosa ci facciamo qui? Scende dall'auto e viene ad aprirmi il portello. Che galanteria, non me lo aspettavo, sinceramente. Lo seguo e ci fermiamo davanti la porta. Estrae una chiave dalla tasca e la infila nella serratura.
Deduco che questa sia casa sua a questo punto. Mi invita ad entrare e do un occhiata all'interno. Il pian terreno è abbastanza grande: c'è un mini corridoio all'entrata con l'appendiabiti; a sinistra ci sono le scale; a destra un salottino ben arredato con una tv appesa al muro, un divano ad angolo di stoffa beige e un tavolinetto; invece di fronte c'è una porta che probabilmente conduce alla cucina.
Non mi azzardo a dire parola, mi limito solo a seguire con gli occhi i suoi movimenti. Posa le chiavi sul tavolino all'entrata e appende il cappotto. Poi scompare in cucina. Resto in piedi davanti l'ingresso, attratta dalle 2 cornici che stanno sul tavolino: in una ci sta una foto sicuramente di un 3 anni fa, raffigurante Shane e molto probabilmente quelli che furono i suoi genitori; una signora non molto alta, sulla cinquantina portati molto bene, dai capelli castani e gli occhi dello stesso colore, e un signore della stessa età della moglie, un po' più basso del figlio, dai capelli neri e gli stessi occhi del ragazzo. Nella seconda ci sta lui e la squadra di basket, foto datata dell'anno scorso.
Mentre fisso imbambolata le due fotografie, il ragazzo torna dalla cucina e si dirige in salotto, restando in piedi.
"Che fai? Resti lì?" mi accenna un sorriso.
"No no"
"Siediti qui" mi invita a sedermi insieme a lui sul divano.
Faccio come mi dice e mi siedo accanto a lui. Restiamo entrambi in silenzio. L'aria è abbastanza tesa, quindi decido di rompere il ghiaccio.
"Quindi...sei stato qui, tutto questo tempo?"
"Si...è stato l'unico posto che mi ha sempre accolto"
"Io mi sento in colpa, Shane...non avrei dovuto esagerare la situazione"inizio io.
"È stata anche colpa mia...avrei dovuto fare di più per la nostra coppia, invece ti ho fatto credere che la nostra relazione fosse un peso. Ci tenevo a dirti che non è così...io ti amo...ti ho sempre amato. Ho provato a dimenticare quello che c'è stato, ma quello che provo è troppo forte "sospira e abbassa lo sguardo.
" Ti amo anch'io...in questi giorni che non ti ho visto, ti ho cercato ovunque, sono scappata dal college per cercarti. Ti ho chiamato giorno e notte, e sinceramente ci ho sempre sperato di ricevere una tua risposta...ma rispetto la tua scelta. Mi sei mancato tanto..." affermo, abbassando anch'io lo sguardo.
"Mi dispiace" diciamo all'unisono, al che ci guardiamo e sorridiamo.
Mi tira a sé e mi avvolge fra le sue braccia. Mi era mancato sentirlo così vicino, abbracciarlo. Si stacca dopo un po' e si avventa sulle mie labbra, in un bacio lento e dolce. Mi erano mancate anche le sue labbra, i suoi baci. Ci stacchiamo a corto di fiato e ci guardiamo negli occhi.
"Vuoi...dare un'occhiata in giro?" chiede imbarazzato.
"Va bene" gli sorrido per rassicurarlo.
Mi prende scherzosamente a braccetto, come un gentiluomo e iniziamo dal piano di sotto. Dalla cucina usciamo nel giardinetto sul retro. Ha persino una piscina! Rientriamo dentro e saliamo le scale, recandoci al piano di sopra. Dopo aver visto il bagno, quella che era la camera dei suoi, ci fermiamo in camera sua. Si siede sul letto e afferra la foto che sta sul comodino a destra del letto.
La fissa per alcuni secondi e poi sorride,focalizzando subito dopo il suo su di me. Mi siedo accanto a lui e lo abbraccio.
"Ti mancano molto, non è così?"
"Si...erano le uniche persone che mi stavano accanto nonostante tutto" fa una lunga pausa, poi continua "Ma adesso ho te"
"Ti starò accanto per sempre. Non ti lascerò mai più, per nulla al mondo" gli prendo le mani fra le mie.
"Grazie...lo stesso vale per me. Non ti lascerò mai più, promesso"
Mi prende il viso fra le sue mani e mi bacia. Comincia ad approfondire sempre di più il bacio, diventando l'uno desiderosa dell'altra, finché non ci ritroviamo fra le coperte...
***
Mi sveglio di soprassalto quando sento la suoneria di un cellulare, la sua. Sbuffa e a malincuore prende il cellulare e lo porta subito all'orecchio.
"Pronto?...che vuoi?...saremo lì fra tre quarti d'ora" dopodiché riaggancia.
"Chi era?"
"Power...dobbiamo incontrarci fra 3 quarti d'ora, dietro la centrale" risponde seccato.
"Cosa faremo adesso?"
"Non devi preoccuparti di questo...hai vinto, ed è questa la cosa più importante. Non devi temere nulla"
"Ma tu-"
"Io me la caverò...li ho già affrontati. Sono deboli al contrario di quel che pensavo" cerca di rassicurarmi.
"Davvero?" chiedo incredula.
"Già...a proposito, che hai intenzione di chiedergli?"
Resto spiazzata a quella domanda. Effettivamente non ci avevo ancora pensato, ma subito un'idea mi balena in testa. Alla fine avrei dovuto dirglielo in qualche modo e credo che questa notizia sarà la sua carta vincente...
"Sarà una sorpresa"
"Una sorpresa? E di che tipo?" domanda curioso.
"Vedrai, fidati di me....ma tu promettimi una cosa"
Mi fa cenno di continuare.
"Qualsiasi cosa accada mi starai accanto"
"Te l'ho già promesso e te lo prometto ancora" mi tira a sé e mi schiocca un bacio.
"Bene, adesso sistemiamoci" dico con un sorriso stampato sul volto.
"Cos'è questa faccia da funerale, eh?" chiede ironico.
"Vedrai" affermo decisa.
Ci sistemiamo e ci avviamo al luogo di incontro. Per le 15 siamo già arrivati, ma non troviamo nessuno e l'ansia aumenta...
"Ma non dovrebbero già essere qui?"
"Tranquilla...arriveranno"
E come si dice, parli del diavolo ed eccolo che arriva; anche se in questo caso sono 3. Che facce da schiaffi, ci guardano come se fossimo spazzatura. Deve bruciare tanto la sconfitta, vero?
"Stewart e Sanders, complimenti" dice ironicamente il biondo.
"Smetti di fare tanto lo spiritoso, Power" gli intima il ragazzo accanto a me.
"Bene bambolina, adesso dimmi cosa vuoi e datti una mossa. Dopo dobbiamo fare due chiacchiere con il tuo bambolotto"
Shane stringe i pugni. Si diffonde nell'ambiente un silenzio assordante, nell'attesa della mia risposta. È come se mi mancassero le parole di bocca, a causa degli sguardi taglienti dei tre, puntati su di me. Lancio uno sguardo a Shane, che mi rassicura con il suo sguardo. Mi faccio coraggio e prendo parola.
"Bhe, sarà forse un prezzo grosso da pagare per voi...scusate se vi rovino i piani, ma esigo che resti con me il padre del mio bambino..."
Vedo i ragazzi sgranare gli occhi e mi giro verso il mio lui...
Spazio Autrice
E bene si, gente! Il libro finisce così. Vi ringrazio per le vostre letture e per il sostegno. Ci vediamo domani con la pubblicazione del prologo.
Ciau 💜
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La mia scommessa - [Revisione In Pausa]
Romance[Completa] All'inizio di un nuovo anno scolastico, Katelyn Sanders, si troverà a frequentare il suo primo anno di college alla High Colors, una delle strutture scolastiche più note della moderna New York. Trovandosi in stanza con i quattro ragazzi...