22- Una Canzone

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(Revisionato)

Superare tre compiti in classe in un giorno solo? Fatto! E con successo. Più o meno.
La chimica non è il mio forte, lo ammetto. Spero però di raggiungere la sufficienza o dovrò recuperare con un orale.

Butto tutto dentro il mio armadietto e rientro in camera con un peso in meno.
Prendo le chiavi, con il mio bellissimo portachiavi a forma di smile e comincio a rigirarle fra le mani, mentre mi godo la passeggiata tra l'armadietto e la stanza.

Arrivo, sfermo ed entro. Subito il mio udito viene richiamato da qualcuno che canta, accompagnato dal suono della chitarra. Non sapevo sapessero cantare. Faccio finta di nulla e mi faccio i cavoli miei, cercando i vestiti da indossare.

L'unica falla? Mi accorgo che il nostro cantante è appoggiato alla finestra ed è proprio lo stesso che ha strimbellato perfect qualche giorno fa.

Che gioia.

Se non lo considerò, non si accorgerà di me, giusto? Quindi continuo il mio da fare indisturbata. Oggi è sabato, quindi relax.

Purtroppo però, il cantante posa la chitarra a terra e si volta verso di me. Perché tutte a me, dico io. Chiedo solo un po' di pace ogni tanto, nient'altro.

«Sei rientrata» cerca di fare conversazione.

Non rispondo. Non mi interessa neanche rispondere a gente del genere. Mi fidavo di lui. Avrei potuto usarlo anch'io, eppure non l'ho fatto neanche un secondo.

«Come sono andati i compiti?»

«Che ti importa?» cerco di liquidarlo.

Sospira.

«Possiamo parlare almeno qui?»

«Stai già parlando» faccio l'antipatica.

«Ma vorrei la tua attenzione»

«Per poterti prendere di nuovo gioco di me?» vado al punto.

«Non l'ho mai fatto» entra sulla difensiva.

«Certo e come me lo spieghi il tuo comportamento di ieri? Sappiamo entrambi quello che stava per succedere, succede ogni volta eppure fai sempre finta di nulla. Ti sei anche permesso di ridere di me.» lo guardo negli occhi con le pupille fuori dalle orbite.

La rabbia mi ribbolisce nelle vene.
Lui abbassa gli occhi e non dice nulla.

«Non dici niente, vero? Come sempre del resto. Sei solo un vigliacco»

Rialza gli occhi. Sembrano minacciosi, ma se crede di mettermi paura si sbaglia di grosso.

«Ti ho già detto che non l'ho mai fatto»

«Allora sarà stata la mia fervida immaginazione, giusto? Perché adesso sono anche pazza» rido ironicamente.

Si avvicina a me lentamente, nervoso e arrabbiato. Vediamo che ha intenzione di fare. Siamo faccia a faccia, con pochi centimetri di distanza.

«So anch'io che l'ho fatto, ma hai provato a chiederti il perché?» cerca di mantenere la calma.

«Stai solo giocando a fare la vittima adesso. Perdi tempo, perché non ti credo»

«Avresti preferito che Power ci beccasse in pieno atto, Sanders?»

«Non l'ho mai detto»

«Allora non ti ronza l'idea che sia stato solo un diversivo per giustificare la mia presenza in bagno con te, visto che non possono sapere nulla di noi? Perché sai, è proprio quello che è successo»

La mia scommessa - [Revisione In Pausa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora