12-Buon Natale

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(Revisionato)

Voglio sapere a qualunque costo, cosa sta passando per la testa di quel ragazzo. Non per dare conclusioni affrettate, ma non vorrei passare il Natale in tribunale per sospetto omicidio. Forse sono io che penso sempre il peggio, ma non si sa mai.

Da una parte so perché faccio tutto questo, ma dall'altra mi chiedo cos'è che mi spinge a farlo.

Faccio un respiro profondo e busso alla porta del bagno, con la speranza che mi risponda.

«Va' via, Sanders. Ti ho già detto di farti i cazzi tuoi» mi grida da lì dentro.

Che scortese. Capisco di essere un po' invasiva, ma credo che sono all'oscuro di tutto da troppo tempo. Chi meglio di lui potrebbe dirmi cosa c'è sotto. Di certo non glielo chiederò direttamente, ma spero sia lui ad accennarmi qualcosa.

«Voglio solo aiutarti e non ti lascerò in pace fin quando non mi dici che succede.»

Nessuna risposta mi torna indietro, quindi continuo il mio discorso.

«Senti Shane, io al tuo teatrino sull'odio che provi per me, non ci credo e non ci crederò mai, ma invece credo al fatto che ci sia un motivo perché tu faccia tutto questo»

Ancora una volta, nessuna risposta mi torna indietro, ma sta volta apre la porta del bagno, mostrandomi una figura mezza sorridente che sospira, ma quel sorriso mi sa tanto di amaro.

«Non puoi capire, Sanders»

Dicendo questo, mi passa accanto, sfiorandomi e si dirige in cucina a prepararsi quella che sembra una cioccolata calda. Non perdo occasione e lo seguo a ruota. Devo capire a cosa si riferisce.

«Cos'è che non posso capire?» chiedo confusa.

«Vuoi sapere troppo per i miei gusti, Sanders. Sei una ficca naso»

Se la ride sotto i baffi. Almeno sono riuscita a farlo ridere, posso fare la buffona. Ma quel "ficca naso" mi irrita, anche se so di esserlo un po'.

«Punto uno, non sono una ficca naso, sto solamente cercando di aiutarti; punto due, smettila di chiamarmi per cognome, mi da fastidio»

«Va bene, Sanders. Non ti chiamerò più ficca naso, ma non ti scaldare troppo»

Continua allegro la sua presa in giro. Mi sa che questo qui è mezzo lunatico. Fino a due minuti fa era in una fase depressiva, adesso se la ride.

«Ho detto smettila!» gli urlo contro, incavolata.

Può esser santo quanto vuole, ma quando si ci mette riesce a farti incavolare a quanto vedo! Questo qui le corna ce le ha nascoste sotto il viso d'angelo.

Da una parte però, sono in una fase di shock visto che stiamo avendo una "chiacchierata", più o meno normale e che di solito parla astendo.

Ad interrompere i miei pensieri è la sua voce, che mi riporta nel presente.

«Ne vuoi un po'?»

Mi offre una tazza di cioccolata calda. Gentile da parte sua, ma non so se fidarmi.

«È per caso uno dei vostri scherzi?» gli chiedo diffidente.

Lui, per tutta risposta, si fa serio e scuote la testa, in segno di negazione.

«Allora, grazie» gli dico incerta.

Prendo la tazza ancora fumante nelle mie mani, sfiorando le sue. Sono davvero morbide e calde. Bevo un sorso della bevanda e ammetto che ci sa fare, è buona. Se c'era del veleno, starei già morendo.

La mia scommessa - [Revisione In Pausa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora