17-You're Not Alone

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(Revisionato)

Rientro a casa a mezzanotte. I ragazzi, strano ma vero, stanno già dormendo. Ne approfitto per indossare il pigiama e andare a dormire anche io, anche se non so fino a che punto riuscirò a dormire.

Mi sono calmata, ma ormai tutto in me si è bruciato. E con tutto intendo la speranza. L'unica cosa che avevo. Il resto lo avevo già perso.

Sto parlando di Shane.

Non riesco minimamente a levarmi quel ragazzo dalla testa, sta diventando un ossessione. E averlo tra i piedi non mi aiuta.

Gli butto un'occhiata prima di sdraiarmi. Lo vedo dormire angelicamente, proprio come ieri sera.
Ma ormai ci ho perso le speranze, quindi gli do le spalle e mi addormento.

L'indomani mattina, come al solito, mi sveglio alle 7 in punto. Mi preparo molto velocemente, faccio una colazione al volo e mi avvio direttamente verso gli armadietti. Non mi va di passare dai ragazzi. Ho ancora il morale a terra e non ho ancora trovato le parole giuste per dichiarare la mia sconfitta senza umiliarmi più del dovuto.

Sarà una grossa fitta al cuore. Non so cosa mi aspetterà dopo oggi. Non voglio pensarci, non ora. Devo solo trovare le parole giuste e poi andrò senza rimpianti.

Apro il mio armadietto e, mentre frugo fra le mie cose, trovo una lettera. Era da tanto che l'anonimo non si faceva vivo. Non ho ancora avuto la possibilità di scoprire chi possa essere. Il ragazzo nell'aula di letteratura e fra i sospettati, ma neanche lui so chi sia, quindi siamo di punto e da capo. Apro e leggo cosa c'è scritto.

You're not alone, girl...

Solo questa frase. Non sei sola, ragazza. In che senso, sola? Non capisco. Giustamente si ci doveva mettere pure lui a complicarmi la vita con i suoi enigmi. E poi è tutto il contrario. Sfido chiunque a trovare qualcuno che non mi abbia abbandonato, che mi sia accanto e che sia sincero con me, senza nulla da nascondere.

Ma queste cose succedono solo nelle favole, dopotutto.

Lascio stare il mio flusso inutile di pensieri e metto la lettera e i libri in cartella. Entro in classe e mi preparo per una giornata altamente stressante, al mio solito posto in fondo all'aula. È il mio unico conforto l'isolamento. Almeno posso sentirmi estranea veramente, invece di farlo fra gente che non dovrebbe farmi sentire così.

Mentre mi sistemo sul banco, vedo entrare in classe Jason, Chiara e Jane che mi salutano e si siedono nei posti vicino a me, purtroppo. Odio fare la falsa, ma mettiamoci la maschera e andiamo in scena, forza e coraggio.

«Come mai questa mattina non sei venuta? Ti abbiamo aspettato fino alle 8, pensavamo che saresti passata» mi chiede investigativo Jason.

«Mi sono alzata tardi sta mattina. Sono arrivata in tempo per un pelo»

«Com'è andata ieri sera? È successo qualcosa al rientro dei ragazzi?» mi chiede curiosa Jane.

Altre informazioni per il capo, eh? Restiamo sul vago.

«Nulla di nuovo. Solo prese per il culo perché ho passato le feste al college»

«A proposito, ci dispiace. Eri proprio sola?» mi chiede Chiara.

«Già. E nessuno si è degnato di cercarmi neanche con un messaggio di auguri» gli sbatto in faccia indirettamente.

I tre si ammutoliscono. Sanno di avere torto, dopo che mi hanno abbandonato pure loro. Approfitto del loro silenzio e dell'arrivo della professoressa per starmene in pace e sviare il discorso.

Non devo assolutamente parlare di quello che è successo con Shane. Con la speranza che non sia lui a parlarne con qualcuno.

Tornando sul pianeta Terra, sento gli occhi di qualcuno che mi guardano. Mi guardo intorno e quella sensazione svanisce. Forse sto diventando pazza e mi sono immaginata tutto.

La mia scommessa - [Revisione In Pausa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora