19-Il Ritorno Di Blake

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(Revisionato)

Un'altra giornata stressante si è appena conclusa. Due ore di informatica tra il prof e Matias è davvero stressante. E proprio quest'ultimo, insieme al suo caro amico, mi guarda storto, dopo quello che è successo con Blake. Come se fosse colpa mia. È vero che gli ho dato uno schiaffo davanti a tutta la scuola, ma poteva benissimo risparmiarsi il pugno al mio stomaco.

Uscita dall'aula, mi reco al mio armadietto per posare definitivamente i libri. O almeno, definitivamente per oggi. Mentre sistemo il tutto, trovo un'altra lettera. Quasi quasi mi mancava. Non so chi sei caro o cara mia, ma sei inquietante. Mi da fastidio che abbia libero accesso al mio armadietto, anche se sembra non tocchi nulla, visto che tutto è sempre apposto come lo lascio.

Prendo la lettera tra le mani e la apro.

"Look over your shoulder"

Guarda oltre le tue spalle. Un filosofo, che gioia. Ma dico io, non ha altro da fare? Non è che mi sia utile questo messaggio, è una frase. Non è un avvertimento, visto che Blake è fuori gioco momentaneamente e poi non credo che gli altri due siano capaci di combinare qualcosa senza il grande capo dal naso storto.

Finisco di sistemare il tutto, infilo la lettera nello zaino insieme alle altre e richiudo l'armadietto. Dovrei cambiare password, ma non lo so.
Giro i tacchi e mi ritiro nella stanza. Una volta entrata, trovo Shane seduto sul suo letto, con una chitarra in mano.

Da quando abbiamo parlato, quel pomeriggio, tutto è cambiato. In meglio intendo. Quando siamo soli parliamo spesso, ma nulla di particolare: come va? Come è andato il compito? Che lezioni hai avuto oggi? I ragazzi, e qualcosina in più.

Riguardo i sentimenti? Zero. Nessuno dei due ha mai fatto parola su quel bacio. Ma meglio così, penso sarebbe imbarazzante parlarne, visto che nessuno dei due è pronto a dire quello che prova.

E poi una volta uscito l'argomento, che si fa? Come lo dovrei giustificare? Dovrei chiedergli se gli è piaciuto? Troppo imbarazzante, non esiste.

«Ei! Pensavo di non trovare nessuno a quest'ora.»

«Ei. Oggi ho avuto un'ora buca, quindi sono rientrato da un po'» ribatte.

«Sono rientrati pure i ragazzi?»

«No, sono solo. E poi mi volevi così tranquillo a chiacchierare con te?» ridacchio.

«Hai ragione» mi schiaffo mentalmente per la domanda ridicola.

«Da quando suoni?» gli chiedo indicando l'oggetto fra le sue mani.

«Mi diletto da qualche anno, niente di che» scrolla le spalle.

«Ti va di farmi sentire qualcosa, dopo che esco dalla doccia?» gli chiedo gentilmente.

Sono veramente curiosa.

«Non sono bravo. So suonare solo un paio di canzoni, nient'altro»

«Dai, non farti pregare»

«Vuoi farti venire il mal di testa?» ci scherza su.

«Ne varrà la pena»

«Dai, non» lo interrompo.

«Ho detto che mi fai sentire qualcosa. PUNTO» evidenzio alla fine e mi infilo in bagno, dopo aver preso i vestiti.

Mi do una sciacquata e dopo indosso una tuta, tanto per stare comodi. Mi metto un filo di trucco e mi faccio una treccia, tanto per togliere i capelli davanti la faccia.

Esco dal bagno ma non lo trovo in stanza. È scappato per la storia della chitarra? Ma dai.
Mi viene da ridere per la ridicolità della situazione.

La mia scommessa - [Revisione In Pausa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora