53- Lo scontro

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Narrator's P.O.V.

"Se sempre ci arrivi...Katelyn andiamo, è tardi" ordinò Jack alla ragazza.

"Io non -"

"Va con lui, non può farti del male. Sei pur sempre una ragazza. Fidati di me" furono queste le ultime parole pronunciate da Shane, prima di scomparire tra i corridoi della scuola.

Camminava spedito. Dove? Non lo sapeva neanche lui, non gli importava. In quel momento la sua mente era in disordine, confusa e piena di mille pensieri che gli torturavano la mente, il che lo rendeva nervoso. Per questo camminava, per smaltire il nervosismo.

Stava riflettendo su quello che era appena successo, sulla cazzata che aveva fatto. La verità era che in quel momento non era neanche lui a parlare. Si era fatto prendere dalla gelosia. Lui amava ancora Katelyn, per questo non poteva sopportare la figura di Jack che gli ronzasse attorno, soprattutto sapendo cosa ci fosse dietro.

Adesso l'unica cosa che sapeva era che si era messo nei guai. Non era certo di quello che sarebbe successo, di quelle che sarebbero state le conseguenze, ma nonostante tutto lui non era pentito di ciò che aveva fatto. Era riuscito a mettere in guardia la ragazza, ed era questo quello che contava per lui.

Ora, avrebbe dovuto affrontare la realtà. Ormai scappava da troppo tempo, ed era finita che si era messo in trappola da solo. Si dava lui la colpa di tutto quello, dal primo giorno all'ultimo. Se solo avesse messo da parte i timori e avesse agito diversamente, non si sarebbe mai ritrovato in quel casino.

Ad interrompere il suo flusso di pensieri fu il suono di una notifica. Controllò chi fosse dall'anteprima della finestra e  lesse il nome "Blake". Sbloccò il cellulare ed aprì il messaggio.

<<Fatti trovare nel retro della scuola
  entro mezza notte. Presentati, non
  fare il coniglio. >>

Spostò lo sguardo sull'orario. Erano le 23e45. Spense il telefono, senza degnare di una risposta quell'essere spregevole, lo rispose di nuovo in tasca e si avviò subito verso il luogo di incontro.

23e59. Il ragazzo era lì ormai da 10 minuti, che continuava a fare avanti e indietro, quando ad un tratto sentì dei passi dietro alle sue spalle. Si voltò di scatto, con sguardo vigile, per evitare qualsiasi attacco, e si trovò davanti i ragazzi.

Sembrava una scena da film wester. Uno di quei duelli tre contro uno. I ragazzi si avvicinarono a lui.

Blake:"Cos'è questa storia, Stewart? Da quando ti sei messo da parte delle vittime?"

"Da quando mi sono rotto i coglioni di vedere anche povere ragazze innocenti, venire maltrattate soltanto per tuo capriccio"

Blake:"Quindi, suppongo da questa tua scelta, sei già a conoscenza delle conseguenze, e suppongo pure che tu sia consapevole di quello che hai fatto"

"Ma certo....adesso prendimi pure per stupido" rispose con risa ironica e si rifece serio "Hai finito di scassare Power, e per tuo appunto, quello fottuto potrei pure essere io, anche se non è certo, ma se cado io, ti assicuro che tu cadrai appresso a me"

Blake:"Cerchi di mettermi paura?"

"Cerco solo di farti capire che questa storia non andrà avanti per le lunghe. Pagherai per tutto questo"

Blake:"Fossi in te abbasserei la cresta. Ti ricordo che se non fosse stato per me, tu non saresti nessuno. Soffri di memoria a breve termine?"

"Che ne vale essere qualcuno, ma non poterne avere soddisfazioni? E comunque puoi toglierti benissimo dalla testa, il fatto che io sia in debito con te. L'unica cosa che ti devo è questa vita di merda"

Blake:"Questo lo hai voluto tu, non io. Avresti potuto essere come me, invece di allearti con quella stupida ragazzina"

"Ti assicuro che preferisco essere quello che sono, senza pentimenti, piuttosto che essere una testa di cazzo come te, con tanto di cui pentirsi"

Blake:"Rimangiati quello che hai detto...ti conviene"

"Ti ho detto che non mi pento. Soffri di memoria a breve termine?" gli tornò la frase.

Blake:"Te ne pentirai" lo minacciò a denti stretti.

"Perché invece non esci le palle, invece di prendertela con i più deboli? Fammi vedere come me la fai pagare. Su coraggio...andiamo" lo sfidò.

Blake, sentendosi ferito nel suo orgoglio, si scagliò contro di lui e gli sferrò un pugno. Shane parò l'attacco, afferrandogli il braccio, e girandogli il polso, lo spinse in avanti, facendolo cadere a terra di faccia.

In suo intervento attaccarano Matias e Jack. Il primo lo attaccò alle spalle, ma il ragazzo si abbassò e afferrandolo dalle braccia lo buttò a terra davanti a sé. Il secondo invece ci andò di mano.

Nel frattempo Blake, che si era rialzato, lo strinse dalle spalle, cercando di tenerlo fermo, in modo che Jack avrebbe potuto colpirlo. Il ragazzo però, gli sferrò un calcio all'indietro colpendo Blake negli stinchi e liberatosi di lui, parò gli attacchi degli altri 2. I tre si rialzarono con qualche ferita sparsa, sotto lo sguardo soddisfatto di Shane. Era riuscito ad affrontarli e ne era uscito vittorioso. I ragazzi doloranti non lo attaccarono più, ma lo guardarono con odio profondo.

"Come? Vi arrendete di già?"

Blake :"Per adesso la chiudiamo qua. Sei stato fortunato"

"Fortunato? Io credo piuttosto che tu ti sia rammolito. Se no che motivo avresti di prendertela con delle ragazze?" continuò a sfotterlo.

Blake:"Ti salvi solo perché tra una settimana hai la finale di basket, a cui non puoi mancare solo per non dare sospetto, se no eri già fuori..."

"Di sto passo, ci credo e come"

Blake:"Voglio vedere come sarai ironico fuori dalla centrale della High Colors, alla fine della scommessa"

"Non vedo l'ora. A proposito, a che ora è previsto il mio decesso? Almeno posso "prepararmi" "virgolettò con le dita.

Blake:" Ti vogliamo per le 15 nel retro, non un minuto di più "

" Certo! Non mancherò "disse ridendo continuando a prenderli in giro, e si voltò di spalle andandosene.

Blake:" Ride bene chi ride ultimo, Stewart "gli urlò alle spalle.

"Credo tu abbia già riso abbastanza, Power" gli urlò senza voltarsi. Dopodiché scomparì dalla visuale del nemico.

Non sapeva neanche lui doveva aveva trovato la forza e il coraggio di andargli contro e sfotterlo, sapeva solo che era stanco, voleva solo che tutto questo finisse una volta per tutte.

Adesso si stava dirigendo a casa sua. Era lì che avrebbe trascorso la settimana, lontano da tutto e tutti. Così attraversò la rete e si incamminò per le strade di New York.

Cacciò via le chiavi dalla tasca e arrivato davanti casa, aprì la porta. Appese il giubbotto nell'appendiabiti e si sedette distrutto sul divano, chiudendo gli occhi.

Mentre si alzava per andare in bagno, notò uno scatolo vicino al divano.

"Katelyn..." sussurrò.

Lo aprì e prese tra le mani una loro foto, mentre pensava a come si sarebbe dovuto comportare adesso con lei. Forse era meglio se avesse evitato ogni tipo di contatto, così lei non avrebbe più avuto problemi a causa sua e lui non avrebbe avuto sensi di colpa alla fine della scommessa. Pensava fosse la scelta migliore per entrambi...

La mia scommessa - [Revisione In Pausa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora