(revisionato)
È da prima che non smetto di pensare a quello che è successo al parco. Non sto nemmeno riuscendo a dormire. È appena scoccata la mezza notte e io non ho ancora chiuso neanche mezzo occhio. In questo momento sono in stanza da sola. Non so dove siano i ragazzi e il fatto che non siano nei loro letti a dormire, non mi rende affatto tranquilla.
Prima che possa pensare altro, sento il rumore della serratura e la porta aprirsi. Ne sento entrare solamente uno. Strano. Decido di far finta di dormire per poterlo spiare e tenendo gli occhi a fessura, comincio a seguire i suoi movimenti, anche se non vedo molto. Lo vedo fare avanti e indietro per tutta la stanza, per poi fermarsi davanti a qualcosa e mettervi qualcosa dentro.
Spero solo che non abbia a che fare con me.
Dopodiché si butta a capofitto sul letto e crolla dopo qualche minuto, visto che sta già russando. Decido di attendere l'arrivo degli altri, ma il sonno vince su di me e mi abbandono fra le braccia di Morfeo.
L'indomani mattina, la sveglia suona puntuale come sempre alle 7 e 05. Ancora insonnacchiata mi alzo dal letto e comincio a prepararmi per affrontare una nuova e "bellissima" giornata.
Vado a fare colazione, dopodiché prendo la mia bellissima divisa, che in realtà non è per nulla bella, visto che comprende la solita gonna fino al ginocchio che a me non piace, e mi dirigo in bagno.
Apro la porta, pensando che tutti stanno dormendo, e mi trovo davanti Stewart. Anzi, devo considerarmi fortunata per non averlo preso in situazioni "scomode", visto che invece si sta solamente sistemando il ciuffo.
«Non si usa bussare?» mi chiede abbastanza irritato.
Almeno non sorride e parla come tutti gli esseri umani che ci sono su questo pianeta. Ce l'hai la lingua allora, tesoro. È che non ti piace usarla!
Non pensate male, stiamo parlando di loquacità.«Scusa, pensavo non ci fosse nessuno» mi giustifico.
Lui non risponde e continua a farsi i cavoli suoi. Scrutandolo meglio, noto che ha un occhio nero. A questa visione, la mia lingua non può fare altro che intervenire.
«Che hai fatto all'occhio?»
Come al solito, alle seconde interpellazioni, il moro non risponde, perché troppo superiore rispetto alla mia domanda. Per l'esattezza, scrolla solo le spalle. Non lo sopporto proprio questo suo comportamento, arrivato a un certo punto urterebbe a tutti.
Tutto indisturbato, finisce di sistemarsi il ciuffo ed esce dal bagno. Non che pretendessi un saluto, ma se n'è andato come se proprio non esistessi, fossi invisibile. Però si è saputo irritare quando ho aperto la porta del bagno, senza bussare.
Rassegnata, mi sistemo anch'io e decido di raggiungere le ragazze, visto che non ho di meglio da fare.
Ora che ci penso, chissà dove andava così presto. È insolito vederli girare per la stanza prima delle 7 e 30.
«Buongiorno»
«Buongiorno» mi salutano a loro volta sorridenti.
Il sorriso di Jason...non sapete quanto mi sappia di falso. Ammetto che mi fa male, visto che mi fidavo di lui, ma devo affrontare la cosa.
«Novità sull'anonimo? »
È proprio strano che sia lui a chiederlo, visto che lui e il suo caro amico Hoyer lo sanno. Ma comunque, faccio la finta tonta e rispondo. A proposito, chissà chi è.
«No»
«Puoi provare a confrontare qualche calligrafia» mi propone Jane.
«Ci avevo già fatto un pensiero»
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La mia scommessa - [Revisione In Pausa]
Romance[Completa] All'inizio di un nuovo anno scolastico, Katelyn Sanders, si troverà a frequentare il suo primo anno di college alla High Colors, una delle strutture scolastiche più note della moderna New York. Trovandosi in stanza con i quattro ragazzi...