CAPITOLO 20

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Solo i gemelli accompagnarono Alice al dormitorio e, mentre camminavano, la sostenevano entrambi, Fred a sinistra e George a destra. Quest'ultimo tergiversava per non spiegare la battuta fatta poco prima e l'altro insisteva, mettendo il broncio.

Alice scuoteva la testa con un sorriso, graziata dall'impossibilità di parlare. Era nervosa per l'imminente visita al dormitorio ma con Fred e George al suo fianco si sentiva un pochino più sicura. E poi pensò che era veramente ridicolo che dovesse essere nervosa, quando era lei ad essere stata aggredita alle spalle e quasi uccisa. La furia le annebbiò i pensieri e le incendiò la mente, facendole vedere rosso. Strinse più forte le braccia dei gemelli, involontariamente. A quanto pare, era così debole che nemmeno se ne accorsero.

Quando arrivarono all'entrata della Sala Comune dei Serpeverde, Alice si appoggiò ad un muro con fatica e scrisse la parola d'ordine su un foglio. Fu George a dirla ad alta voce. A Fred era passata la voglia di parlare. Poi il primo tornò al lato di Alice per sostenerla e, finalmente, entrarono. Alice alzò il mento con espressione fiera, nonostante le servissero due braccia per camminare, ed il suo sguardo divenne duro quando si accorse che i Serpeverde presenti si erano zittiti e avevano iniziato a fissarla. Alcuni ammutoliti, forse persino dispiaciuti, altri con astio.

Fred si mise per metà davanti a lei, protettivo, mentre George faceva strada. "Su" disse quest'ultimo, "Andiamo nel dormitorio a prendere le tue cose, qui tira una brutta aria."

Alice annuì con un sospiro e si girò per dirigersi verso il dormitorio, quando una voce la fece girare di nuovo di scatto, provocando una fitta che cercò di nascondere con tutte le sue forze.

"Alice Mary..." mormorò Draco, attonito.

Alice non ebbe nemmeno il tempo di realizzare, perché George si mise davanti a lei ancora prima di vedere cosa stava per fare suo fratello. Fred si era mosso in meno un secondo e aveva afferrato Draco dal colletto, sbattendolo contro il muro con violenza. Alice sussultò e si aggrappò a George, che la teneva pressoché nascosta, a braccia allargate, come per farle da scudo.

"Lasciami" ringhiò Draco, dibattendosi, "Devo parlarle! Levami le mani di dosso, bastardo!"

Fred lo staccò dal muro, solo per scaraventarcelo nuovamente contro. "No" ruggì a voce bassa, "Tu non ti avvicinerai mai più a lei, non ti azzarderai mai più a rivolgerle la parola o a sfiorarla - fallo e ti giuro che ti uccido con le mie mani."

Draco guardò Alice, da sopra la spalla di Fred. Vide i lividi, i segni, le bende che sporgevano dalla scollatura e, peggio di tutto, il suo sguardo freddo ed impietrito mentre osservava la scena.

"Alice Mary" la supplicò di nuovo, "Ti prego..."

Alice si avvicinò, superando la difesa di George.

"Per venirmi a parlare?" sperò Draco.

Ma, invece, Alice appoggiò una mano sul fianco di Fred e lo guardò in viso, come se fosse l'unico al mondo. Lui rivolse a Draco uno sguardo duro, violento, e lo lasciò andare bruscamente. Come un soldato leale che rispondeva al minimo segnale della sua regina.

Poi Fred le prese la mano e, quando Draco le rivolse uno sguardo sofferente e provò a parlare di nuovo, Alice lo guardò con astio, zittendolo.

"Ecco, bravo" pensò, furiosa, "Guardami."

Poi una vocina si intromise nella sua mente, sussurrando: "Dimostrami che non hai nulla a che fare con questo."

George avanzò e fissò lo sguardo in quello di Draco finché Fred e Alice non scomparirono nel dormitorio delle ragazze, poi li seguì. Non avrebbe permesso che qualcuno li seguisse - specialmente Malfoy. Una volta entrato, non fu difficile riconoscere il letto di Alice: l'unico con le lenzuola e le tende del baldacchino ridotte a brandelli.

"Picchiarti non era abbastanza?" commentò a mezza voce, nervoso.

Alice lo guardò e scrollò le spalle. Non le importava poi tanto. Così, in completo silenzio, cominciarono a fare le valigie. Alice sentiva gli sguardi delle ragazze Serpeverde bucarle la nuca, specialmente quelli di una in particolare. Pansy Parkinson.

Quando alzò gli occhi, improvvisamente nessuno la stava più guardando.

"Tipico," pensò.

Alice afferrò di nuovo il foglio dove aveva scritto la parola d'ordine e scarabocchiò qualcos'altro: "Dove sono gli alloggi?"

Fred alzò le spalle.

"La McGonagall ci sta aspettando fuori da qui per dircelo" spiegò, "Si è voluta occupare lei della questione."

Alice sorrise, rendendosi conto di provare affetto per la sua Professoressa di Trasfigurazione.

"Le devo la vita" rifletté Alice, "Se lei non avesse aiutato i ragazzi e convinto Piton, nessuno mi avrebbe trovata e sarei morta."

Alice continuò a pensare ed il suo sguardo si perse nel vuoto. Quando Fred aveva aggredito Draco, aveva provato soddisfazione - dopo essersene resa conto, per un momento, provò disgusto per sé stessa. Ma fu solo un momento. Dopotutto, non era forse ciò che avevano provato i suoi aggressori? Non avevano forse provato soddisfazione nel ridurla in fin di vita? Un altro scenario le accarezzò la mente. Codaliscia che uccideva Cedric, sotto l'ordine di Voldemort. Lui non aveva forse provato soddisfazione nel massacrare suo fratello? Scosse la testa, scacciando i pensieri. Non sapeva nemmeno perché le fosse venuto in mente ma Alice era ogni minuto più arrabbiata e, soprattutto, più pericolosa.

Come stabilito, la professoressa McGonagall li stava aspettando fuori dal dormitorio.

"Oh, signorina Diggory, signori Weasley!" esordì, "Eccovi!"

Alice fece un cenno educato con la testa, mentre George e Fred la salutarono come si deve.

"Vi scorterò ai nuovi alloggi" spiegò iniziando a camminare, "Solo voi Weasley siete autorizzati a sapere parola d'ordine e ubicazione degli alloggi della signorina Diggory."

Alice si fece sfuggire un sospiro di sollievo, appoggiandosi alle braccia dei gemelli per camminare. Poi, la professoressa McGonagall si fermò davanti alla stanzetta isolata vicino alla Torre dei Grifondoro, dove Gazza teneva tutti i suoi gingilli. Tutti e tre gli studenti alzarono le sopracciglia, confusi, ma poi la professoressa, a gran voce, disse: "Rabarbaro!"

Fred la guardò, nervoso.

"Non dovevamo tenere la parola d'ordine segreta?"

"Ho fatto un incantesimo di occultamento" spiegò la professoressa, "Chi non sa esattamente cosa cercare, proverà un disinteresse tale da non accorgersi di quello che accade attorno agli alloggi della signorina Diggory. Guardate!"

La professoressa indicò gli studenti, che passavano numerosi di fianco a loro come se non li vedessero.

"Beh" commentò George, "Fantastico!"

Fred e Alice si scambiarono uno sguardo impercettibile, con un mezzo sorriso. Poi entrarono, trovandosi davanti a una bellissima e spaziosa camera in stile vittoriano, creata sicuramente con l'incantesimo Capacious Extremis. Alice si guardò attorno, meravigliata, mentre la professoressa si avvicinava.

"Ho pensato io a tutto" disse, piuttosto orgogliosa, poi indicò un arco che lasciava intravedere un'altra parte della stanza, "Ho convenuto con Silente che non sarebbe saggio mandarti nei bagni pubblici, così ne ho aggiunto uno."

Alice la guardò, stupita e grata, e si affrettò a superare l'arco. Si trovò in un piccolo bagno, con le stesse pavimentazioni in legno della camera, e una vasca in pietra levigata. Si voltò verso la professoressa McGonagall con un sorriso e si sforzò di parlare, strofinandosi il palmo della mano sulla gola.

"Grazie..." disse, a fatica, "Grazie di cuore."

La professoressa le sorrise in risposta.

"Hai due giorni liberi per riprenderti del tutto senza lo stress delle lezioni" la informò uscendo dalla stanza, "Rimettiti, Alice."

Alice si guardò di nuovo attorno, felice. E, prima che potesse mettere giù le valigie, i gemelli si lanciarono sul letto, facendola ridere.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora