CAPITOLO 17

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TW: sangue, violenza, descrizione grafica di ferite.

Alla famiglia Weasley, dopo poche ore, venne dato il permesso di entrare in Infermeria per vedere Alice. Aspettare era stato orrendo. Immaginare, a volte, poteva essere peggio della realtà - sapere che, probabilmente, fosse impossibile immaginare qualcosa di peggiore della realtà, era terrificante.

Fred, con gli occhi rossi e il cuore che faceva male, strinse forte la mano di George ed entrò. Non aveva idea di cosa aspettarsi.

Madame Pomfrey, la guaritrice principale, li guidò fino a un separé chiuso e parlò con tono rassicurante.

"Le ossa si stanno riparando e abbiamo rimarginato i tagli" disse, con calma, "Potreste rimanere un pochino impressionati dai lividi, per i quali purtroppo non possiamo fare nulla se non aspettare."

Molly tirò su col naso, scuotendo la testa. "Povera piccola..." mormorò, in pena.

"Ha perso molto sangue e le ossa ci metteranno probabilmente qualche giorno, prima di riformarsi del tutto. Si sveglierà quando il suo corpo sarà pronto."

Quando la guaritrice scostò il separé, Fred fu il primo ad avvicinarsi. Si coprì la bocca con le mani, mentre le lacrime gli salivano agli occhi. Voleva piangere. Voleva correre fuori. Voleva stringerla a sé e portarla in un posto sicuro. Voleva ucciderli tutti. Voleva coprirsi gli occhi perché non sembrava nemmeno lei.

"Siete sicuri che sia Alice?" avrebbe voluto chiedere. Il piccolo neo che aveva sulla mano e la forma particolare, un po' appuntita, delle orecchie gli risposero di sì. Era lei e Fred si sentiva morire. Si inginocchiò di fianco al letto, perché la paura di sedersi e farle male era troppa, e le prese la mano con delicatezza.

"Non sembra che stia dormendo" pensò Fred, sofferente, "Sembra morta... Ed è tutta colpa mia. Avrei dovuto costringerla a rimanere."

Appoggiò il viso al materasso, tenendo la mano fredda di Alice stretta, non sopportando di vederla esanime ed emaciata. Se la immaginò, invece, com'era normalmente: sorridente, con le guance rosa che diventavano rosse quando si imbarazzava ed i capelli biondi, non rossi perché macchiati dal sangue. Immaginò la faccia che faceva quando era convinta della sua opinione, la sua espressione divertita quando faceva un commento sarcastico, i suoi occhi di un grigio brillante che si illuminavano quando le veniva un'idea. Decise di continuare ad immaginare perché, se si fosse concentrato sulla realtà, avrebbe perso la testa. Ignorò tutto ciò che aveva attorno e si concentrò sul riscaldare quella mano fredda, che stringeva come una cima di salvataggio.

Nel frattempo, George appoggiò una mano sulla spalla di Fred, con gli occhi lucidi. Ginny era furiosa, mentre piangeva attaccata a Molly e sfiorava le gambe della sua amica. Ron non voleva guardare, non ce la faceva - se avesse guardato, sarebbe andato fuori di testa e sarebbe svenuto e doveva esserci per la sua famiglia.

"È una ragazzina e l'hanno aggredita in gruppo!" esclamò Arthur, furioso, "Dovete scoprire chi le ha fatto questo!"

Molly piangeva e scuoteva la testa.

"Dobbiamo avvisare Amos, Arthur," mormorò.

"Amos?" ripeté Arthur, su tutte le furie, "Amos ha rifiutato la responsabilità di essere suo padre! Doveva proteggerla lui, ma ora tocca a noi."

La porta si spalancò ed entrò Silente, accompagnato dalla professoressa McGonagall.

"Come sta Alice Diggory?" domandò, trafelato.

Arthur, ancora troppo arrabbiato, fece un gesto col braccio per indicare il letto.

Silente si avvicinò e fece una smorfia di dispiacere.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora