CAPITOLO 45 [In revisione]

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George iniziò a preoccuparsi, agitandosi sulla poltrona.
"Mancano da tanto," osservò con inquietudine.
"Staranno parlando," minimizzò Ron, muovendo il cavallo nella scacchiera.
"Sì, ma..." fece per dire George, poi la porta si spalancò, rivelando un Fred fradicio e ghiacciato, "Ecco, APPUNTO!"
George si alzò di scatto e andò verso il suo gemello, aiutandolo a togliere la maglietta ed avvolgendolo con la coperta: "Che diamine è successo?!" chiese, "Sei fortunato che mamma e papà non sono in casa a vederti in questo stato."
Fred si sedette davanti al fuoco, tremante e con uno sguardo torvo: "Sono andata a cercarla e si stava facendo un bagno nel lago e con lei c'era una fottutissima sirena," raccontò.
"Aspetta, che cosa?!" lo interruppe Ron, "Una sirena?"
"Sì, canta bene e ne ha attirata una," sbottò Fred, infastidito.
"Ma il lago non è ghiacciato?" chiese Ginny, alzando un sopracciglio.
"È quello che le avevo detto anche io, ma lei era lì, nuda e tranquilla nell'acqua" ruggì Fred, "Volete farmi parlare?!"
I tre fratelli rimasero in silenzio e così quest'ultimo continuò a raccontare: "Le ho detto che forse dovevamo prenderci una pausa..." disse a voce bassa, tenendo lo sguardo fisso a terra, "Abbiamo litigato pesantemente e lei mi ha spinto nell'acqua ed è corsa via da qualche parte."
"Adesso sai dov'è?" chiese Ginny, preoccupata.
"No" disse Fred, cupo, "È corsa da qualche parte con solo l'asciugamano addosso e mi ha lanciato in faccia i suoi vestiti, non ho idea di dove sia."
Ginny gli tirò un pugno sulla spalla, forte: "Sei un coglione" esclamò, "Perché vuoi prenderti una pausa?"
"Mi fa male" le rispose lui, accusatorio, "Stare con lei, a volte, fa male."
"Notizie shock per te, genio" disse Ginny, aspra, "Ma le relazioni non sono sempre rosa e fiori."
"Ma tu, almeno, l'hai sentita l'altra notte?" chiese Fred, altrettanto duro.
"Sì, perché è venuta da me e ha pianto tutto il tempo!" esclamò Ginny, "E mi ha anche chiesto di non dirtelo per darti spazio, ma io penso che dovresti aprire gli occhi!"
Fred rimase in silenzio ma Ginny ci andò giù pesante: "Cos'è, la prima volta che ti innamori? Hai sempre avuto la vita facile con le ragazze Fred!" lo rimbeccò, "Le usavi, una dopo l'altra, ma nessuno ti diceva nulla solo perché hai abbastanza fascino da rendere la cosa meno ovvia."
Poi si parò davanti al suo viso, scandendo le parole: "Impara. A. Sudare."
Ci fu un momento di silenzio e Ron lo guardò negli occhi: "Io la penso come Ginny" disse piano, "Alice è fantastica- anche Harry a volte ha dei momenti così, ma passano."
Ginny annuì, ferma.
Fred guardò George, che scosse la testa: "Io sono sempre dalla tua parte, Freddie" gli disse dolcemente, "Ma sai come la penso veramente, su questa cosa."
Fred scosse la testa e se ne andò in camera, sbattendo la porta.
George sospirò e si mise la giacca e le scarpe.
"Dove vai?" chiese Ron.
"A cercare Alice," disse George sospirando, e poi uscì a grandi passi.
Si guardò attorno, non sapendo da dove partire e sospirò, passandosi una mano sul viso. Andò al lago e trovò solamente i vestiti di Alice, sparsi sul terreno. Li raccolse e tornò indietro.
Decise di guardare sul retro e notò delle impronte che andavano verso gli alberi- le seguì ed Alice era lì.
Stava seduta su delle radici, stringendosi l'asciugamano attorno al corpo e col viso rigato di lacrime.
"Ally?" mormorò George, preoccupato, sedendosi di fianco a lei.
Lei alzò lo sguardo verso George e si asciugò velocemente le guance: "George," balbettò piano.
George le mise una mano sulla guancia e si sfilò velocemente la giacca, mettendola sulle spalle di Alice: "Alice, sei ghiacciata!" esclamò, serio.
"Non me n'ero accorta" mormorò lei, confusa, "N-non ci avevo pensato..."
"Per favore, vieni in casa," la pregò.
"No, non posso" disse lei, scuotendo la testa, "Fred è in casa, io non posso venire."
"Alice, ti prego!" cercò di convincerla George, "E poi vivi qui, non puoi ragionare in questo modo."
"George, lui mi ha lasciata!" esclamò Alice, con gli occhi lucidi, "Almeno per oggi, non voglio vederlo."
"Non ti ha lasciata," le fece notare lui.
"In pratica, lo ha fatto" ribatté, "E comunque lo farà."
"Senti, nessuno di noi è d'accordo con questa cosa" confessò George, "Credo davvero che questo sia solo un momento- quindi, per favore, vieni dentro."
Alice scosse la testa, tenendo lo sguardo basso.
"Per favore, Ally! Non dovrai nemmeno parlarci, se non vuoi, ma non voglio doverti tagliare le dita dei piedi!" la pregò George, cercando di farla ridere.
Alice alzò lo sguardo in lacrime: "Io lo amo, George" sussurrò triste, "Perché fa così?"
George abbassò la testa e la abbracciò forte: "Non lo so..." mormorò, "Dagli un pochino di tempo, tornerà! Anche lui ti ama."
Alice annuì piano contro il petto di George e lui la aiutò ad alzarsi. La guidò fino alla porta di casa ed Alice non alzò lo sguardo finché George non la portò fino al bagno, mentre gli sguardi tristi di Ron e Ginny li seguivano.
"Tu fatti una doccia calda, okay?" le raccomandò George, "Fred è chiuso in camera sua, quindi ti porto dei miei vestiti e te li lascio qui fuori."
Alice lo guardò dal basso, mentre le lacrime le scendevano sul viso e gli restituì la giacca, entrando in bagno.
"Grazie, Georgie" sussurrò, poi chiuse la porta e si infilò sotto la doccia, scoppiando in un pianto incontrollato.

Quando finì di lavarsi, Alice aprì la porta del bagno e tirò dentro i vestiti di George. Le aveva anche dato un paio di boxer- tra le lacrime, Alice scoppiò a ridere e, usando i suoi poteri, fece apparire delle mutande per sé stessa.
Se le infilò e poi indossò i vestiti di George, che le stavano enormi. Si asciugò le lacrime, anche se continuavano a scenderne altre, e si asciugò i capelli. Poi fece capolino dal bagno, controllando che Fred non fosse nei paraggi, e uscì, avviandosi verso il salotto.
Trattenne a stento un'imprecazione quando lo vide in cucina, che beveva una tazza di tè con George.
Si fermò di colpo, piantando i piedi, e guardò Fred dritto negli occhi. Lui le restituì lo stesso sguardo e si alzò in piedi, guardando i vestiti di George su di lei con un certo fastidio.
"È arrivata una lettera per te," intervenne Ginny, entrando nel suo campo visivo.
Alice si riscosse e prese la lettera in mano: "È da Silente," osservò, aprendola.

"Cara Signorina Diggory,
purtroppo aveva ragione: suo padre non ha risposto alla nostra missiva e l'ha rimandata indietro, completamente chiusa e sigillata.
Per questo, ho paura di doverla convocare ad Hogwarts in anticipo e chiederle di essere qui domani, così da poter discutere assieme ed esaminare la questione.
Mi scuso immensamente per l'inconveniente.
Spero di vederla domani,
Albus Percival Wulfric Brian Silente."

Alice sospirò pesantemente e serrò gli occhi: "Torno a Hogwarts," disse.
"Ancora..." sospirò rabbiosamente Fred.
Alice si girò, freddandolo con lo sguardo, e gli lanciò addosso la lettera: "Non torno per scelta mia." ringhiò.
"E poi, tu neanche mi vuoi qui" pensò, ferita.
Fred afferrò la lettera e la lesse, frettolosamente.
Alice salì le scale e andò in camera, per vestirsi e fare le valigie. Fred la seguì a ruota, entrando in camera dietro di lei.
"Cosa c'è?" chiese Alice, levandosi i pantaloni di George e piegandoli con cura.
"Te ne vai, quindi?" chiese lui, col respiro accelerato.
"Non ho scelta" disse Alice, girandosi verso di lui e cercando di controllare il tremito della voce, "E, in ogni caso, tu non mi chiederesti di restare, vero?"
"Alice, tu devi capire che io ti amo" disse Fred, frustrato e sofferente, "Ho solo bisogno di un po' di tempo."
"Io non capisco perché ti serva tempo" disse Alice, mentre una lacrima le bagnava il viso, "E non dirmi che mi ami finché non deciderai di voler stare con me, una volta per tutte- mi fa troppo male sentirlo ora."
Poi si tolse la collana con la chiave e la mise con cura in valigia: "Non credo di avere più la chiave del tuo cuore" disse a fatica, iniziando a sciogliersi in lacrime, "Me la rimetterò quando tu deciderai di aprirlo di nuovo a me."
Gli occhi di Fred si riempirono di lacrime, che iniziarono a rigargli le guance, così fece per levarsi il medaglione ma Alice lo fermò con un gesto, amaramente: "No, non lo togliere!" disse secca, singhiozzando, "I miei sentimenti non sono cambiati- non hai il diritto di toglierlo."
"Nemmeno i miei, Alice!" gridò Fred, in lacrime.
"E allora perché mi stai lasciando?!" urlò lei, altrettanto forte.
"Non ti sto lasciando!" esclamò frustrato, tirando un colpo violento al muro, "Ho solo chiesto una pausa!"
"Beh, Fred, io non sono un giocattolo" rise Alice, amaramente, "La nostra relazione non è qualcosa che puoi mettere in pausa."
"Quindi, cosa?! Mi stai dicendo che è finita?!" gridò Fred, andandole incontro.
"Tu me lo stai dicendo!" gridò Alice, scoppiando a piangere, "E io sono stanca di piangere! Prendi una cazzo di decisione e dimmi cosa diamine vuoi fare con me!"
"Non lo so!" urlò lui, singhiozzando, "Se ci sei tu non respiro! Non riesco a pensare, non riesco a fare nulla!"
"Perché mi ami" disse debolmente Alice, tirando su col naso, "Devi solo decidere di stare con me."
Fred la guardò, asciugandosi le lacrime e poi Alice si girò di spalle: "Mi devo cambiare" disse piano, con la voce rotta dal pianto, "Stanotte dormo da Ginny- non dovrai stare con me, tranquillo."
Fred la guardò mentre il cuore gli si spezzava ed uscì, rendendosi conto del suo sbaglio ogni secondo di più.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora