CAPITOLO 68 [In revisione]

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Passata l'ora, Draco dormiva profondamente e Alice scese dal letto, facendo molta attenzione a non svegliarlo. Lo guardò con un piccolo sorriso e tirò le tende del baldacchino, in modo che nessuno lo disturbasse, poi raccattò le sue cose ed uscì dal dormitorio, dirigendosi verso l'ufficio di Silente.
Quando Alice arrivò, Harry, Piton e Remus erano già lì, in attesa del preside: "Il professor Silente non c'è?" chiese.
"Doveva inviare un gufo," rispose Piton, calmo.
Alice annuì e poi si precipitò tra le braccia di Remus, che la strinse con un sorriso: "Ciao, lupacchiotta!" la salutò, "Come stai?"
"Bene" rispose lei, sorridendo a sua volta e porgendogli la scatola di cioccolatini, "Ho una cosa per te."
"Oh, Merlino- non dirmi che..." mormorò Remus, aprendola, "Cioccolatini!"
Alice scoppiò a ridere, mentre l'altro la abbracciava, entusiasta: "Non c'è bisogno di chiedersi se ti piacciano!" esclamò.
Lui le sorrise e le accarezzò una guancia: "Grazie, tesoro" disse, sincero, "Comunque, Harry te l'ha detto? Venerdì sera andremo a casa e torneremo domenica pomeriggio."
"Sì," disse lei, rivolgendo un sorriso sia ad Harry che a suo padre, "Sono davvero contenta."
"E poi" aggiunse Alice, prendendo Harry sotto braccio con fare scherzoso, "Si è rivelato un fratellino minore piuttosto adorabile."
Remus soffocò, pensando a Sirius, mentre i due ragazzi ridevano. Piton, in un angolo, alzava gli occhi al cielo con fare seccato.
Improvvisamente, Silente entrò dalla porta a passo veloce.
"Professor Silente," lo salutarono i quattro, in coro.
Lui rispose con un cenno ed Alice si irrigidì- Silente era agitato.
"Alice, il Professor Lupin mi ha informato che al Ministero girano voci su di te" disse, serio e trafelato, "È una situazione molto grave."
"Sanno solo che non sono figlia di Amos..." disse lei, confusa.
"Se sanno di questo dettaglio, potrebbero arrivare ad essere a conoscenza di altri" la contraddisse lui, grave, "Se la persona sbagliata... Se Voldemort dovesse venire a conoscenza delle tue capacità, saresti in grave pericolo."
"Perché?" chiese Alice, ancora più confusa, "Cercherebbe di costringermi a fare il lavoro sporco per lui?"
"Ci riuscirebbe" intervenne Piton, atono, "E, poi, procederebbe con l'ucciderti all'istante."
"E quindi? Qual è il prossimo passo?" domandò lei, mentre il suo respiro accelerava, "Cosa dobbiamo fare?"
"Ho appena inviato un gufo a Kingsley e Moody" disse Silente, "Esamineranno la situazione al Ministero per me."
"Sì, professore... ma non capisco cosa devo fare io a riguardo," disse Alice, iniziando ad innervosirsi.
Gli adulti la guardarono, in silenzio.
"Non potete fare assolutamente niente, vero?" intervenne Harry, sconvolto.
"Solo addestrarla all'attacco" disse Silente, scuotendo la testa, "E prepararla al peggio- Voldemort potrebbe colpire in qualsiasi momento... potrebbe già essere a conoscenza delle capacità di Alice."
"Perché mai dovrebbe essere interessato a me?" chiese Alice, in negazione.
"Voldemort sta cercando una profezia che parla di Harry" disse Remus, grave, "Se dovesse scoprire che tu potresti trovarla semplicemente pensandoci un secondo..."
"E quindi devo solo tenermi pronta a combattere?" fece Alice, col respiro che accelerava.
"Potresti dover fare peggio che combattere," fece Piton.
"Non mi state chiedendo di uccidere qualcuno" mormorò lei, incredula, "Vero?"
"No" si affrettò a dire Silente, "Ma con l'intensità dei tuoi poteri, potrebbe..."
"Potrebbe capitare," concluse Alice, respirando profondamente e mettendosi le mani tra i capelli.
Harry le massaggiò piano le spalle, cercando di farla calmare e lei si schiacciò contro di lui in una sorta di abbraccio.
"Non sei costretta a continuare su questa strada" tentò Remus, "Puoi tirartene fuori."
"No... no, ce la posso fare" sussurrò Alice, "E, in ogni caso, i Mangiamorte non si faranno scrupoli a ucciderci, no?"
La stanza si riempì di un silenzio assordante e Alice sprofondò nei propri pensieri, in preda ad un senso di oppressione schiacciante.
"Può essere che io debba uccidere qualcuno..." pensò, in preda ai tremiti, "Mi cambierà completamente come persona o riuscirò ad essere la stessa di sempre e a non battere ciglio?"
"Alice, so che ti sto già chiedendo molto" intervenne Silente, richiamando la sua attenzione, "Ma non puoi assolutamente dire nulla al giovane Malfoy."
"Draco?" fece Alice, confusa.
"I suoi genitori sono sospetti Mangiamorte, specialmente suo padre" la informò il preside grave, "Non puoi rischiare."
"Draco non è come suo padre," ribatté lei, protettiva.
"Ne sono certo, ma se il ragazzo venisse a contatto col Signore Oscuro..." insistette Silente, "Non puoi proprio dirgli niente, nulla sulle tue origini e nulla sulle tue capacità."
Alice annuì piano. Non gli avrebbe detto nulla: non voleva mettere in pericolo nessuno, non riguardava più solo lei.
"Però lui sa che nascondo qualcosa" disse lei, "Se volesse sapere cosa? Mi devo inventare una versione plausibile."
"Sa che non posso tornare da Amos e che Remus mi ha adottata, ma non sa perché," continuò, grattandosi la testa e pensando.
"Potresti dirgli che hai scoperto di essere una figlia illegittima e che lui ti ha disconosciuta," fece Harry, piano.
Alice sospirò e basta e non disse niente. Gli adulti, invece, annuirono.
"È una storia efficace" concordò Piton, "Alla gente non piace fare domande su questo tipo di faccende."
"Sì" disse secca Alice, cambiando argomento, "Comunque ho detto a Draco che il motivo di questa riunione era il fatto che sarei andata a casa con Remus e Harry questo weekend."
"Bene," disse Harry.
"Ora che si fa?" chiese lei, sospirando.
"Pensavo che sarebbe potuto servire un allenamento in più, accoppiando Alice e Harry, ma è troppo rischioso con gli studenti nel castello" decise Silente, "Ed è ugualmente rischioso fuori, dove chiunque potrebbe spiarci."
"Professor Silente, lei non può mandare mia figlia sul campo senza un ulteriore addestramento" obbiettò Remus, freddamente, "È una follia."
"Assolutamente" fece il preside, "Per questo deciderò un luogo e ve lo farò sapere- idealmente, ci addestreremo stanotte."
Alice annuì e sia Harry che Remus sospirarono di sollievo.
"Ora potete andare," li congedò Silente.
Mentre uscivano, Alice guardò Harry e Remus, attentamente. Durante una battaglia, non sarebbe mai da sola- ci sarebbero altri maghi e streghe attorno a lei. Il suo potere era così distruttivo che dubitava di riuscire ad evitare di ferire altre persone... i suoi compagni.
Alice sentì il panico crescere ed inchiodò, serrando gli occhi e piantandosi le unghie nei palmi con un mugolio disperato, mentre sentiva la gola iniziare a chiudersi.
"Alice!" esclamò Remus, allarmato, "Cos'hai?"
Lei iniziò a respirare affannosamente e scosse la testa, incapace di rispondere.
"Ha un attacco di panico" disse Harry, cercando di mantenere la calma.
Sia Remus che Harry avevano esperienza con con gli attacchi di panico, portandone i segni sulla propria pelle. Harry la fece sedere per terra con calma e si mise dietro di lei, facendole appoggiare la schiena sul proprio petto e stringendola piano. Remus, invece, si inginocchiò di fronte a lei e le prese la mano, mettendosela sul petto: "Alice, guardami" le disse, con voce ferma, "Copia il mio respiro, così... Brava tesoro, respira con me."
Alice piantò gli occhi, pieni di lacrime, in quelli di Remus e tentò di prendere dei respiri profondi, copiando quelli di suo padre.
Piano piano, riprese il controllo del proprio respiro e reclinò la testa contro quella di Harry, rilassando i muscoli, dolorosamente contratti.
"Ecco qui, tesoro" sussurrò Remus, massaggiandole la mano fino a farla rilassare, "Sono fiero di te."
"Grazie..." bisbigliò Alice, rivolta ad entrambi.
"Siamo qui," disse semplicemente Harry, accarezzandole le spalle.
"Vuoi provare ad alzarti?" chiese Remus.
Lei annuì e lui la aiutò, tirando su anche Harry.
"Devo imparare a usare i miei poteri senza fare male a voi" mormorò Alice, a testa bassa, "È l'unica cosa che importa."
"Ce la farai, Alice" la rassicurò Harry, "Sono sicuro."
"Harry ha ragione" rincarò suo padre, "Sei forte."
"Grazie..." mormorò Alice, tentando un sorriso, "Vi voglio bene."
"Anche noi te ne vogliamo," rispose Remus, accarezzandole la testa.
"Vuoi venire in Sala Comune ad aspettare l'ora di pranzo?" le chiese Harry.
"No... non posso, devo controllare Draco" disse Alice, asciugandosi il viso, "Ha la febbre molto alta, ho promesso che lo avrei tenuto d'occhio."
Remus sorrise dolcemente a sua figlia: "È così buona..." pensò, "Che io sia maledetto, se qualcosa le accade."

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora