CAPITOLO 70 [In revisione]

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SPAZIO AUTRICE:
Hey ragazz*! Ho deciso di mettere questo SA all'inizio del capitolo per un motivo ben preciso. Solitamente, quando sono in DAD, riesco a far uscire uno o due capitoli senza problemi ma, purtroppo, oggi è andata diversamente.
Ho passato il tempo (dalle 8:00 di stamattina a 10 minuti fa) a fare un progetto di letteratura.
Avevo pianificato di scrivere un capitolo molto lungo ma mi sono dovuta fermare per pubblicare qualcosa oggi, dunque mi è venuta un'idea. Presto, farò un capitolo speciale che sarà a tema e ho pensato che potreste suggerirmelo voi nei commenti! (Es; San Valentino, Caccia al Tesoro a Hogsmeade, Gita a BeauxBatons- insomma, QUALSIASI COSA!)
Potrebbe essere un'idea divertente per conoscerci un pochino meglio e divertirci! Se vi va, lasciate un commento per farmi sapere quale tema vi piacerebbe.
Buona lettura!❤️



"Draco, sono qui!" esclamò Alice, entrando nel dormitorio con un vassoio in equilibrio sulla mano e un piccolo barattolo nell'altra.
Draco si sollevò su un gomito e sorrise, guardandola, poi si alzò e andò ad aiutarla, prendendo il vassoio: "Bentornata" la salutò, "Ti stavo aspettando."
"Stai meglio" osservò lei, contenta, "E hai bevuto tutta l'acqua."
"Ogni tanto ti dò retta, sai?" scherzò lui, alzando gli occhi al cielo e sedendosi sul letto in modo da farle spazio, "Prendi i vestiti che ti ho preparato e vai a cambiarti, vederti in divisa mi fa venire l'ansia."
"Prepotente," lo prese in giro Alice, afferrando gli indumenti e andando in bagno.
Draco la aspettò, studiando il contenuto del vassoio: "Minestra di verdure, stufato di carne, pane, una mela verde e una fetta enorme di torta" elencò a mente, sconvolto, "Pazza."
Finalmente, Alice uscì dal bagno, sfoggiando dei pantaloni grigi elasticizzati sulla vita, che le stavano piuttosto bene per via delle forme che occupavano parte dello spazio in eccesso, ed il maglione del Quidditch, morbido ed intriso del profumo di Draco e mentre lui la guardava - quasi come se assistesse ad una sfilata - lei si legò i capelli in una coda alta.
"Ohh..." mormorò, soddisfatta, "Sono decisamente comoda!"
"Sei incantevole," si complimentò Draco, guardandola.
"Alla fine i tuoi vestiti non sono poi così grandi" disse Alice con una giravolta, "I pantaloni mi stanno."
Lui trattenne a stento una risata, guardandola in viso: "Li mettevo quando avevo tredici anni, Alice Mary" giudicò, ridendo, "E, nonostante questo, ti stanno solo e soltanto perché hai il culo più grosso del mio."
Alice si girò verso di lui, sconvolta: "Rimangiatelo!" lo minacciò, puntandogli una ciabatta contro, "Ora!"
"Okay, okay!" si arrese Draco, fingendo di essere spaventato, "Era un complimento- ma me lo rimangio, se ci tieni."
"Ecco, sarà meglio" ribatté Alice, facendo cadere la ciabatta e sedendosi sule letto, "Ora mangia o la febbre ti salirà di nuovo."
"A proposito" fece lui, indicando il vassoio, "Io non mangio tutta quella roba."
Uno sguardo minaccioso di Alice bastò per fargli improvvisamente venire abbastanza fame da finire tutto.
"Ti odio," sbuffò, mangiando l'ultimo pezzo di torta.
"Sappiamo entrambi che non è vero" rise lei, spostando il vassoio vuoto e riempiendogli il bicchiere d'acqua, "Ora bevi."
"Sei arrogante, lo sai?" la prese in giro lui, dopo aver svuotato il bicchiere, poi indicò il barattolo con un cenno, "E quello?"
"È un unguento speciale, servirà a farti passare l'influenza più in fretta" disse lei, aprendolo, "È fatto con un misto di canfora, mentolo ed eucalipto."
Draco storse leggermente il naso, sospettoso.
"Dovresti levarti il maglione per metterlo," aggiunse Alice, cercando di non mostrare il minimo imbarazzo.
Le guance di lui si scurirono leggermente, in modo quasi impercettibile, e le diede retta.
Si sfilò il maglione, mostrando i muscoli del petto, dell'addome e delle braccia, tesi per il nervosismo, e Alice si mordicchiò il labbro mentre si posizionava dietro di lui.
Prese un po' dell'unguento e glielo spalmò von cura sulle spalle, sfiorandogli la pelle con l'altra mano.
Draco sussultò sotto il suo tocco: "È freddo!" si lamentò.
"Aspetta, fidati" insistette Alice, "Senti che respiri meglio?"
Lui ci pensò un po' su e, infine, annuì; dunque, Alice procedette a mettersi davanti a lui, tra le sue gambe, e a ripetere il processo, spalmandogli l'unguento sul petto e sul davanti del collo. Draco, nel frattempo, la osservava e cercava di mantenere il respiro calmo e lento.
"Hai delle bellissime mani" commentò, guardandola negli occhi, "Dovrei ammalarmi più spesso."
"Non ho delle bellissime mani, sono piene di cicatrici e tagli" lo contraddisse Alice, arrossendo lievemente, "E ora prendi dei respiri profondi, l'unguento dovrebbe sbloccarti un pochino i bronchi."
Draco la ascoltò e respirò profondamente, notando che funzionava- sembrava quasi che riuscisse a ricevere più aria del solito.
"Saresti brava come guaritrice," osservò, facendole un piccolo sorriso.
"Dici?" rise lei, non convinta.
"Sai già cosa vorresti fare, uscita da Hogwarts?" domandò Draco, rimettendosi il maglione.
"Sempre se ci arriverò, a uscire da Hogwarts," pensò Alice, cupa.
"No" gli disse, sdraiandosi di fianco a lui, "Ho visto troppe poche cose per saperlo."
"E tu?" gli chiese.
"Mi interessa l'alchimia" confessò Draco, ma poi si scurì in volto, "Ma mio padre dice che non dovrei perdere tempo con questa roba."
Alice si sollevò sui gomiti, ergendosi su di lui e sfiorandogli il viso: "Non ascoltarlo" lo spronò dolcemente, "Sei tu che decidi il tuo futuro, la scelta è solo tua."
Draco si sentì toccato nel profondo, eppure reagì male: "Che stronzate..." mormorò bruscamente, spostandosi e alzandosi sal letto, "Non tutti hanno una scelta, non te l'hanno detto? Non si decide il proprio destino- e poi, come fai a pensarla così dopo aver perso tuo fratello?"
Lei sussultò, accusando il colpo, e quando Draco vide i suoi occhi riempirsi di lacrime, si pentì immediatamente di ciò che aveva detto: "No, Alice Mary..." si scusò, dispiaciuto, andando verso di lei, "Scusami, non volevo."
"N-non fa niente," balbettò Alice, asciugandosi il viso e prendendo dei respiri profondi.
Poi, riprese il controllo di sé e guardò Draco negli occhi, piena di rammarico e dolore: "Certamente, Cedric non voleva morire, ma ha avuto una scelta e ha fatto quella giusta" disse, dura, con la voce che tremava leggermente, "Ha scelto di provare a proteggere Harry e sono sicura che sia felice di essere morto così."
Draco si passò una mano tra i capelli, colmo di rammarico e vergogna: "Perché non potevo starmene zitto?" pensò mentre lei gli dava le spalle, alzandosi dal letto e camminando avanti e indietro.
Si avvicinò a lei, cauto, e le mise una mano sul fianco, appoggiando la testa alla sua spalla: "Mi dispiace, Alice" ripeté, triste, "Davvero, non so cosa mi sia preso."
Lei sospirò piano e poi si voltò, stringendolo in un abbraccio.
"Scusa..." sussurrò Draco, ricambiando l'abbraccio.
"Conta fino a dieci prima di parlare," disse lei, arrabbiata, accarezzandogli i capelli.
"Come fai ad abbracciarmi se sei arrabbiata con me?" chiese lui, triste e confuso.
"Non hai ancora capito, Draco?" fece Alice, a voce bassa, "Per quanto ci provi, non riesco a essere arrabbiata con te- mai."
"Non ti merito," sussurrò lui.
"Nessuno di noi due ti merita, Alice Mary," pensò, scuotendo la testa.
"Smettila" lo riprese lei, dolcemente, "Ti va di dirmi cosa volevi fare oggi pomeriggio?"
Per tutta risposta, Draco si staccò da lei e le mostrò delle carte da Uno.
"Bene!" esclamò Alice, "Come si gioca?"
Draco mosse la bacchetta ed una specie di giaciglio si formò sul pavimento, in un insieme di cuscini e coperte. Si sedette e picchiettò il punto di fianco a lui: "Vieni qui, ti spiego," la invitò.
Alice si mise direttamente seduta tra le sue gambe e appoggiò la schiena al suo petto, poi gli prese un braccio e se lo mise attorno alla vita: "Okay, spiegami," disse.
Draco avvampò, grato che Alice gli stesse dando le spalle: "Conta fino a dieci" pensò, esasperato, "Conta fino a dieci, Draco."
Si schiarì la voce e le spiegò il gioco, pazientemente, sperando di riuscire a coprirsi in fretta con una coperta non appena lei si fosse spostata.
"D'accordo, iniziamo?" chiese, dando un colpetto su fianco a Alice.
Lei annuì e si spostò in avanti, gattonando fino al cuscino di fronte.
Draco spalanco gli occhi e si dimenticò di contare: "Alice, non puoi fare così!" esclamò, facendola girare per lo shock, "Ti rendi conto che... queste cose... Ah, diamine!"
"Che hai?!" fece lei, alzando le sopracciglia, "Ti cosa mi dovrei rendere conto?"
"Non ne hai proprio idea..." concluse lui, sconvolto, "Ci sono delle cose che fai e che non dovresti fare, perché sono... beh, perché sei dannatamente sexy e non va bene."
"Tipo?" chiese Alice, stranita.
"Tipo ora! Non puoi metterti a gattonare davanti a un tizio, perché ti guarderà il culo!" esclamò Draco, "E non puoi nemmeno sederti sul suo cazzo, per la cronaca."
"Tizio chi?" domandò Alice, sempre più confusa, "Sono qui con te, non è che io stia cercando di sedurti o chissà cosa."
"Ma se tu lo facessi davanti ad altri... So che non te rendi conto e, per questo, sei così facilmente manipolabile" si spiegò lui, a fatica, "Se qualcuno volesse approfittarsi di te..."
"Draco, che genere di discorsi stai facendo?" chiese lei, iniziando ad innervosirsi, "Non sono una sprovveduta, so difendermi da sola e sono semplicemente fatta così, ma non vuol dire che io sia così a mio agio con tutti."
"Non mi comporto così con chiunque" aggiunse, guardandolo male, "Sono me stessa con te perché sei il mio migliore amico."
"Sì, ma sono un uomo anche io- ti ricordi quando abbiamo fatto quel discorso sull'essere indifferenti e non esserlo?" fece Draco, "Non credo che Weasley sarebbe contento."
"Adesso parli di Fred?" esclamò Alice, ormai arrabbiata, "Ma cos'avete?! Oggi lui mi ha chiesto di te e tu, ora, te ne esci così. Dovete spiegarmi qualcosa?"
Draco sussultò e abbassò lo sguardo: "No" mentì, "È solo che so che vuoi tornare con lui e non voglio che nessuno si approfitti di te."
"Non sono una sprovveduta, Draco," ripeté lei.
"Lo so..." sussurrò lui, "Scusa."
Poi la raggiunse velocemente e la tirò in un abbraccio- non aveva nessuna intenzione di perderla.

Dopo l'ultima discussione, Draco e Alice erano rimasti in una situazione di leggero imbarazzo: lei sapeva che lui nascondeva qualcosa e lui era consapevole di non aver fatto delle grandi uscite. Avevano giocato a carte e poi erano rimasti abbracciati mentre ognuno leggeva un libro per conto suo. Alla fine del pomeriggio, Alice lo salutò con un bacio sulla guancia: "Stasera tornerò per portarti da mangiare," gli disse.
"No, lo farà Blaise" obbiettò Draco, "Non mi sento tranquillo a farti venire nel dormitorio di sera."
"Sei sicuro?" chiese Alice, non convinta.
Draco annuì e, allora, lei gli promise che sarebbe tornata la mattina dopo.
Uscì dal dormitorio e si diresse al suo, di fretta.
Riempì la vasca e ci si immerse dentro, rilassando i muscoli, poi si mise a pensare agli avvenimenti di quel pomeriggio. Sapeva che Draco e Fred avevano parlato ma si stavano atteggiando in modo troppo strano- che cosa le nascondevano, in realtà?
Quella sera avrebbe dovuto parlare con Fred in ogni caso, perciò decise di chiederglielo: lui era il più spudorato dei due ragazzi, non si sarebbe spaventato.
"Fred," pensò, mentre il cuore le si scaldava. Lo stomaco le ribolliva di farfalle quando pensava che ci avrebbe parlato proprio quella sera. Chissà cosa avrebbe avuto da dirle! Chissà se...
Alice si riscosse.  Avrebbe aspettato, non voleva alzare troppo le proprie aspettative.
Si strofinò il corpo e i capelli con forza e, quando uscì dall'acqua, si asciugò il più velocemente possibile.
Si infilò una gonna plissettata bianca, corta fino a metà coscia, e indossò, sistemandola dentro ai bordi della gonna, una maglia aderente di colore beige. Scelse delle scarpe da ginnastica comode, bianche, di una marca babbana chiamata "Nike"- gliele aveva regalate suo fratello per il suo quindicesimo compleanno.
Si guardò allo specchio, pettinandosi i capelli e spazzolandosi i denti allo stesso tempo. Le piaceva com'era vestita, ma sapeva che avrebbe avuto freddo, non avendo messo le calze.
"Bene" pensò, "Chissà che Fred non voglia riscaldarmi."
Si voltò ed uscì dal dormitorio, camminando con calma verso la Sala Grande.
Sarebbe stata una serata estremamente interessante.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora