CAPITOLO 64 [In revisione]

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Alice tornò nel suo dormitorio per farsi un bagno e far scomparire l'effetto del siero col tempo, senza creare ulteriore disordine. Tuttavia, non appena si trovò da sola, una sensazione di completa confusione la avvolse, lasciandola triste e scossa.
Si guardò attorno, entrando, e sospirò: "Che casino..." disse, stanca.
Chiuse gli occhi e si immaginò la stanza pulita ed in ordine, così, quando li aprì, la trovò esattamente com'era prima del suo scatto di rabbia.
Si strappò le bende dalle mani e fu contenta del dolore bruciante- quantomeno, l'avrebbe distratta. Fece scorrere l'acqua nella vasca e si spogliò con calma, provando un brivido doloroso quando la collana di Fred le sfiorò la pelle nuda.
Era possibile che si sentisse così? L'aveva delusa e ferita così tanto, eppure lo voleva ancora. Era sicura che quello che Draco aveva detto fosse vero, c'era un sacco di gente che l'avrebbe trattata meglio- Draco stesso, compreso - ma lei voleva Fred, di nuovo, con tutta sé stessa. Inoltre, la conversazione che aveva avuto con Draco l'aveva lasciata a pensare: aveva sempre saputo di essere attratta da lui ma, dopotutto, tutti provavano attrazione per gli altri e viceversa. Perché parlarne lo aveva reso così reale? Perché, improvvisamente, le paure di Fred le sembravano legittimate? Perché si sentiva così colpevole?
"No" si disse, entrando in vasca, "Non ho fatto niente, non ho ragione di sentirmi così."
Una vocina si insinuò nella sua testa, maligna: "Eppure..." si prendeva gioco di lei, "Prima stavi o non stavi pensando di baciarlo per distrarti dal pensiero di Fred?"
"Basta!" ringhiò ad alta voce Alice, coprendosi il viso con le mani.
Si sentiva pazza, lunatica, fuori dal proprio controllo, si sentiva come se nulla di quello che provava fosse giusto. Le lacrime iniziarono a riempirle gli occhi, mischiandosi con l'acqua della vasca.
Alice singhiozzò debolmente, schiacciandosi le mani sugli occhi e, nel frattempo, pensava al ragazzo dai capelli rossi, che le spezzava il cuore ad ogni momento di lontananza che passava.

Fred era tornato nel dormitorio con George e non aveva più detto una parola. Passò insieme a lui nella Sala Comune, asciugandosi gli occhi rossi di pianto, e incrociò Harry e Ron con lo sguardo.
"Che è successo?" chiese suo fratello, guardandolo.
"Ho rovinato tutto" sussurrò Fred, "Non mi ha tradito, diceva la verità- ha preso il Veritaserum per provarmelo e ora è lei che non vuole stare con me."
Harry sbuffò pesantemente, scuotendo la testa e l'altro perse la pazienza: "Harry si può sapere qual è il tuo problema?!" scattò, arrabbiato e frustrato.
"Il mio problema?!" ripeté Harry, incredulo, "Il tuo problema, vorrai dire! È da quando l'hai lasciata alla Tana che lei sta malissimo per te e ora l'hai distrutta ancora di più!"
Fred rimase in silenzio, con gli occhi lucidi. Cosa avrebbe dovuto dire? Harry aveva ragione.
"Stamattina sono andato a controllarla e aveva spaccato qualsiasi cosa avesse nella sua stanza, aveva le mani piene di tagli" continuò quest'ultimo, senza pietà, porgendogli un foglio di carta piegato, "La stai facendo impazzire, ma per qualche ragione lei vuole solo te e, quando eravamo da soli, passava le giornate a scrivere canzoni per sfogarsi- Devi sbrigarti, perché la stai davvero perdendo."
Fred afferrò il foglio, tremante, e lo aprì il giusto per vedere due frasi: "Give me the worst of you, 'cause I want you anyway."
Serrò gli occhi, disgustato da sé stesso: "Voglio davvero sistemare le cose" mormorò, "Non merito neanche la metà di ciò che è lei."
"No, infatti" confermò Harry, duro, "Ma lei ti ama più di quanto io possa comprendere."
"Come faccio a dimostrarle che ne valgo la pena?" chiese Fred, disperato.
"Lei non vuole che tu sia perfetto" intervenne George a voce bassissima, da dietro, "Vuole solo che la smetti di scappare."
Fred lo guardò, annuendo quasi impercettibilmente, e corse fuori dalla Sala Comune, più veloce della luce.

Alice si alzò dal proprio torpore, indolenzita dalla stanchezza, e si avvolse pigramente nell'accappatoio. Si asciugò i capelli e li pettinò con forza, senza badare al dolore. Improvvisamente, sentì bussare alla porta e si fermò dal continuare ciò che stava facendo. Si strinse l'accappatoio addosso per coprirsi ed abbassò la maniglia, trovandosi Draco davanti.
"Hey," gli disse, con un piccolo sorriso.
Lui la guardò- prima negli occhi e poi abbassò lo sguardo sul suo corpo, rialzandolo immediatamente un istante dopo: "Alice Mary, ciao" esordì, imbarazzato," Uhm... non dovresti aprire la porta alle persone svestita in quel modo."
Alice alzò gli occhi al cielo, ridendo leggermente: "Ho l'accappatoio addosso, Draco, non stai vedendo nulla" obbiettò, "Vai al sodo."
"Stasera c'è una piccola festa al dormitorio dei Serpeverde, vuoi venire?" chiese di getto, mantenendo gli occhi fissi in quelli di Alice.
"Uhm..." esitò lei, "Dipende da chi ci sarà."
"Nessuno di loro, me ne sono accertato" promise Draco, "E nessuno ti metterà mai più un dito addosso, mi sono accertato anche di quello."
Alice lo studiò attentamente ed un sorriso iniziò a nascere sulle sue labbra: "Allora perfetto, ci sarò," promise.
"Meraviglioso" fece lui, soddisfatto, mentre usciva, poi la guardò, alzando un sopracciglio e aggiunse, "Vestiti bene, ci vediamo a cena."
Lei alzò di nuovo gli occhi al cielo e si mise a ridere tra sé e sé, iniziando a prepararsi.
Dopo meno di un'ora, arrivò a cena in modo assolutamente regale, lasciando senza fiato parecchie persone. Indossava un vestito di seta rossa, corto, smanicato e aderente, che abbracciava le sue curve in tutti i punti. I tacchi le slanciavano le gambe ed i capelli biondi erano sciolti, facendola apparire sensuale. Il lieve trucco le illuminava e risaltava il viso, che appariva deluso, mentre notava l'assenza di Fred.
"Non è venuto" pensò Alice, "Dove potrà mai essere?"
Cercò di ricomporsi, prendendo un respiro profondo e camminando con grazia fino al tavolo dei Serpeverde. Draco, che stava parlando con Blaise, si girò verso di lei e schiuse le labbra, fissandola: "Oh..."' mormorò.
"Grazie, stai bene anche tu," scherzò Alice, sedendosi vicino a lui. In effetti, Draco era assolutamente da urlo nel suo completo nero.
"Beh, ti avevo detto di vestirti bene, in effetti" riconobbe lui, guardandola ad occhi spalancati, "Sei incantevole."
"Smettila," intimò lei, arrossendo e sorridendogli.
"Ma come?" scherzò Draco, sfiorandole i capelli, "Non ti piace avere le guance intonate al vestito?"
Alice gli tirò una pacca giocosa sulla spalla e ci si appoggiò affettuosamente: "Finiscila, Mr. Bond-Nessun-Complimento-Mi-Tocca" si lamentò, "Non tutti siamo agenti 007 come te."
Lui alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere: "Alice, tu hai guardato troppa televisione babbana nella tua vita" la giudicò, "Avresti potuto provare a leggere Shakespeare."
E praticamente senza mangiare, quasi aggressivamente, si misero a discutere sul potenziale di trigger depressivo che Shakespeare costituiva.
Solo per un secondo, Alice dimenticò.


SPAZIO AUTRICE
Hey ragazz*, volevo scusarmi per il capitolo un pochino corto e "sciapo". Mi dispiace molto ma, per colpa della scuola, sto avendo qualche problemino con la gestione del tempo.
Domani, tuttavia, ho in mente di provare a far uscire due capitoli (incrociamo le dita!!!).
Spero che il capitolo vi piaccia ugualmente🥺
Secondo voi cosa succederà?

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora