CAPITOLO 36 [In revisione]

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Finalmente sono riuscita ad utilizzare ArtBreeders e ora posso farvi vedere il viso di Alice, cosicché riusciate a visualizzare un po' meglio la storia. Buona lettura!

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Alice era andata a farsi una doccia e si era lavata i capelli, madidi di sudore, con cura. Uscì dal bagno, con i capelli fradici e avvolta nell'accappatoio, trovandosi davanti Fred.
Sussultò, presa di sorpresa.
"Hey!" esclamò, sorridendo e arrossendo allo stesso tempo.
"Hey" disse Fred, mordendosi il labbro e guardandole la scollatura, visibile dall'accappatoio, poi si riscosse, "Sono tornati per parlarti."
Alice sospirò e si massaggiò le tempie con una mano: "Preferirei mille volte poter tornare sotto quella doccia con te,"
mormorò, stanca.
Fred la spinse con delicatezza contro il muro e le alzò il mento con due dita: "Possiamo farlo dopo," sussurrò, avvicinandosi alle sue labbra.
Alice sorrise, ridacchiando: "Ci sono tre persone di sotto, che credono che io sia Hulk o qualcosa del genere" disse Alice, "E noi pensiamo a questo."
"Beh, possiamo biasimarci?" scherzò Fred, "Stamattina è stato più che bellissimo."
Alice sorrise, mordendosi il labbro, e annuì: "Già..." mormorò, avvicinandosi.
Fred la baciò con dolcezza, sfiorandola nello spazio aperto dell'accappatoio.
"Mhh" gorgoglìo, "Non hai idea di quanto sia difficile starti lontano in questo momento."
"Invece sì, ne ho idea" sospirò Alice, sporgendo il labbro inferiore, "Ma ora devo vestirmi e andare a parlare con i Ghost Busters, laggiù."
Fred scoppiò a ridere e la lasciò passare, per poi scendere le scale.
Alice si mise frettolosamente il pigiama - un set di cotone bianco, composto da un paio di pantaloncini aderenti e una maglia a maniche lunghe con dei bottoni - poi si asciugò i capelli con un incantesimo.
Scese le scale velocemente, quasi inciampando, ed entrò in cucina, dove la aspettavano gli altri.
Fred la guardò dall'alto in basso e si inumidì le labbra con la lingua- Alice si fece un appunto di non rimanere sola con lui per la prossima mezz'ora.
"Hey," salutò, avvicinandosi ai tre adulti con espressione fredda.
"Alice" esordì Sirius, "Noi volevamo..."
"Scusarci!" completò Remus, guardando l'espressione inviperita di Molly.
"Siamo stati pessimi," continuò Tonks.
Alice annuì, in silenzio.
"Non sappiamo con certezza cosa fare," confessò Sirius.
"Abbiamo pensato che sarebbe utile tracciare una lista di chi sa dei tuoi poteri, nel caso..." disse Tonks, "Nel caso ti capitasse qualcosa."
"Oh, quindi sapete che alla gente piace picchiarmi" scherzò Alice, sardonica, "Non vi preoccupate, George mi ha regalato dei guantoni."
I giovani Weasley e Harry trattennero a stento una risata.
I tre strinsero le labbra e Alice si mise ad elencare: "Gli Weasley, Harry, voi, ed Hermione Granger," disse, "Solo questi."
"E Draco Malfoy?" tentò Harry.
Alice alzò un sopracciglio: "No" disse secca, "Io e lui non parlavamo di queste cose."
Alice sentì una piccola fitta, utilizzando il passato.
"Forse dovremmo informare Silente," suggerì Remus.
Alice fece una piccola smorfia.
"Alice?" domandò Molly.
"Non lo so, è che..." rifletté Alice, "Per qualche ragione non mi fido molto di lui- non si è preso buona cura di mio fratello, o di Harry, in ogni caso."
Gli altri stettero in silenzio, non sapendo che dire.
"Però suppongo che sia il mago più potente della storia per un motivo" concesse Alice, "O qualcosa del genere."
Remus tirò un sospiro di sollievo.
"Bene," concordò Sirius, "Remus gli andrà a parlare a Hogwarts."
Alice annuì, sollevata: non le andava di assistere alla spiegazione per l'ennesima volta. La faceva sentire un animale da circo.
"Volete rimanere a cena?" intervenne Arthur.
Alice smise di ascoltare e si avvicinò a Molly: "Hey," disse dolcemente, "Se ti va, potrei cucinare io."
"Lo faresti?" disse lei, sorpresa.
"Ma certo!" la rassicurò, "Mi piace cucinare e faccio un'ottima torta al cioccolato."
"Grazie mille, cara!" la ringraziò Molly, accarezzandole la guancia, poi si ritirò in salotto a parlare con gli adulti, mentre i giovani restarono in cucina con lei.
"E così pure Silente verrà coinvolto," disse Alice frustrata, tirando fuori gli ingredienti per cucinare.
"Forse potrebbe aiutarti" disse Ginny, "Anche se non ho ben capito cosa voglia dire, aiutarti."
"Nemmeno io..." commentò Alice, a voce bassa, "Io credo che abbiano paura che io mi trasformi in un'arma e soprattutto che sia puntata contro di loro."
"Ma è ridicolo!" protestò Ron, "Non hai mica ammazzato nessuno."
"È quello che ho detto anche io," continuò Harry.
"Non capisco perché abbiano così paura," commentò acido Fred, "Alice non ha mai fatto male a nessuno."
"A parte la Parkinson" concesse George, "Ma lei se lo meritava."
Ad Alice scappò un sorriso, mentre Ginny e Ron si scambiavano uno sguardo, increduli.
"Non preoccuparti, Alice" la rassicurò Harry, "Silente saprà cosa fare o dire, o tutte e due."
Ci fu un momento di silenzio e Alice iniziò a rompere le uova in una ciotola.
"Che cucini?" disse Ron, avvicinandosi.
"Una torta al cioccolato" lo informò, "E cibo italiano."
"Cibo italiano?" chiese Ginny, "Sei stata in Italia?"
"No," concesse Alice, "Però ho fatto apparire una buona dose di vero cibo italiano e dei loro libri di ricette- direi che me la cavo."
"Perché cucini tu?" chiese George stranito.
"Volevo distrarmi e Molly voleva riposarsi," spiegò Alice.
"Io la trovo affascinante," commentò Fred, guardandola dal suo posto a tavola.
Alice arrossì e scosse la testa, continuando ciò che stava facendo. Fred si alzò e si avvicinò a lei, abbracciandola da dietro.
"Profumi di buono," mormorò a bassa voce, infilando il viso nei suoi capelli.
Alice si morse il labbro e sorrise, continuando a preparare la torta, e Fred si mise di fianco a lei.
"Qual è il prossimo passo?" chiese, interessato.
"Estratto di vaniglia," spiegò Alice.
"Mhh" mormorò Fred, malizioso, "Quello è il tuo odore- anzi, il tuo sapore."
Alice avvampò e si mise a ridere, nervosa.
Improvvisamente, George si infilò tra di loro, prendendoli sotto braccio.
"Ohh, le due colombe di casa" tubò George.
Fred ghignò, guardando suo fratello con complicità.
"Allora?" disse George ridendo, "Avete approfittato del mio regalo?"
Alice avvampò, guardandosi attorno per assicurarsi che nessuno avesse sentito, mentre Fred rideva, mordendosi le labbra.
"Shh! Zitto!" sibilò Alice, imbarazzata.
"Allora lo avete fatto!" esclamò a bassa voce George, esultante, scompigliando i capelli al suo gemello.
Fred si mise a ridere, arrossendo lievemente.
Ron, Harry e Ginny li guardavano dal tavolo: il primo disgustato, gli altri due divertiti.
"Allora?" chiese George, sbellicandosi, "Com'è Freddie, tra le lenzuola?"
In un momento, Alice infilò le dita nella glassa al cioccolato e la spalmò in faccia a George, vendicativa. Il gruppo scoppiò a ridere, mentre George faceva una faccia sconvolta, compresa di occhi e bocca spalancati. Poi, prese un pochino della glassa e la assaggiò: "Beh!" esclamò, leccandosi il lati della bocca e lo spazio fra essa e il naso, "È deliziosa."
Alice alzò un sopracciglio e si mise un dito sporco in bocca, facendo contatto visivo con Fred: "Mhh, sì è deliziosa" mormorò, seria, "Ma lo è di più quando i gemelli Weasley si fanno gli affaracci loro."
Fred guardò le labbra di Alice e poi la guardò negli occhi, con lussuria.
Lei, invece, si girò verso la cucina e ricominciò a cucinare in silenzio.
"Ahia," mimò George con le labbra.
Fred alzò le sopracciglia e si andò a sedere con George e gli altri, iniziando a chiacchierare.
"L'avete fatta incazzare e ora avvelenerà la torta," si lamentò Ron, a bassa voce.
Dopo, iniziò una conversazione che Alice non ascoltò. Infornò la torta e mise da parte la glassa. Chiuse gli occhi, immaginando il piano cucina perfettamente pulito e, quando li aprì, era immacolato.
Chiuse di nuovo gli occhi, immaginando le campagne italiane e tutti i prodotti che le potevano offrire. Quando aprì gli occhi, sul piano si trovavano pomodorini, aglio e basilico.
Alice sorrise, soddisfatta, ed iniziò a preparare il sugo.
Sì immerse completamente nella cucina, liberando un profumo delizioso. Si mise persino a canticchiare: "I want a Sunday, type of love," mormorò con voce leggera.
"Dobbiamo apparecchiare?" chiese Fred, sfiorandole il fianco.
Alice gli lanciò un'occhiata: "Sì" disse con calma, "Idealmente, sì."
"Alice" la chiamò Fred, serio, "Smettila di essere arrabbiata con me."
"Non sono arrabbiata, Fred" disse Alice paziente, mescolando.
"Non mi freghi" replicò lui, appoggiandosi al piano da cucina.
"Non sto cercando di fregarti, ho detto che non sono arrabbiata e non lo sono," ribatté lei.
Fred la guardò con intensità e le mise due dita sotto il mento, girandole il viso verso il proprio.
"Mi prometti che dopo parliamo?" chiese, preoccupato.
"Fred, parleremo" lo rassicurò Alice, guardandolo, "Ho delle cose da dire, ma non sono arrabbiata."
"Bacio?" chiese piano Fred.
Alice gli sorrise, avvicinandosi: "Bacio," concordò.
Lui le prese il viso tra le mani e la baciò con dolcezza.
"Apparecchi?" chiese Alice con un sorriso.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora