CAPITOLO 6

2K 111 3
                                    

"Benvenuta tra i Serpeverde" mormorò Draco, mellifluo, "Sono sicuro che ti troverai splendidamente."

Alice gli sorrise in modo enigmatico, indecifrabile. Era sempre così formale.

"Te ne assicurerai personalmente, mi auguro" lo stuzzicò, inclinando la testa di lato, "Altrimenti presenterò un reclamo."

Lui si fece sfuggire una risata che, in realtà, pareva più uno sbuffo e poi le fece l'occhiolino. "Sicuramente," concordò.

Alice pensò che, finalmente, sarebbe riuscita a scioglierlo un po'. E dire che era lei quella nuova!

"Chi l'avrebbe mai detto..." pensò di nuovo, facendo scorrere lo sguardo sul resto del tavolo. Poi, qualcosa nella sua mente fece click.

"Serpeverde!"

Alice era assolutamente allarmata.

"Mi parleranno ancora?" si chiese in preda al panico, mentre i volti dei suoi amici Grifondoro le apparivano in mente. Si era totalmente dimenticata della rivalità con la casa dei suoi amici. Non ci aveva nemmeno pensato, prima di quel momento! Si grattò il sopracciglio sinistro, prendendo un respiro profondo, e cercò di mantenere la calma. Non era certamente il momento di pensarci. E poi, i suoi amici stavano imparando a conoscerla - non avrebbero improvvisamente pensato male di lei solo per via della sua casa, no?

Deglutì con forza per mandare giù il panico e, prima che se ne fosse accorta, gli studenti del primo anno avevano già terminato lo smistamento ed un delizioso, ricco banchetto era apparso su ognuno dei tavoli. Le sopracciglia di Alice schizzarono in alto, mentre Draco le riempiva il bicchiere. Non aveva mai visto tanta roba da mangiare.

"Un brindisi?" le chiese, sorridendo beffardo come al solito.

Alice decise di dimenticarsi delle preoccupazioni per un po' e fece sparire ogni cruccio dal suo viso. Sorrise a sua volta a Draco ed i loro bicchieri si scontrarono con un suono leggero e metallico. Alice si rese conto che aveva davvero fame e si riempì il piatto finché non ci fu più spazio per nient'altro.

"Mangi tutta quella roba?" chiese Draco, esterrefatto.

Alice lo guardò con scherno. "Cos'è, Malfoy?" lo prese in giro, "Hai forse fifa che possa diventare più forte di te e prendere il tuo posto nella squadra di Quidditch?"

Lui la guardò scuotendo la testa, imbronciato. "Fifa, Diggory?" ripeté, scettico. Stuzzicarlo era piuttosto divertente.

"Mhm" confermò Alice, ridacchiando, "Hai così fifa che stanotte mi chiederai di leggerti una favola!"

"Potrei chiederti questo e altro," ribatté Draco con un mezzo sorriso, rivolgendole uno sguardo divertito.

Alice rimase di stucco, incapace di rispondere. Era seriamente passato dall'essere ingessato e formale a questo? Senza pensarci, gli lanciò una patata arrosto sul naso.

Draco rimase immobile con una pietra e sospirò, scrollando le spalle. "Forse avrei dovuto specificare che stavo scherzando," mormorò, pulendosi il naso.

"Che ti serva da lezione, cretino," borbottò Alice, arrossendo. Non era per niente abituata a battute del genere. Pensò che, scherzo o non scherzo, se Cedric fosse stato lì, avrebbe tirato a Draco un pugno sul naso.

"Studenti!" li interruppe Silente, dopo un po', "Ora è arrivato il momento di seguire i prefetti fino alle vostre sale comuni."

La prefetta dei Serpeverde, Pansy Parkinson, si alzò e gridò in modo così fastidioso che Alice si trattenne dal tapparsi le orecchie.

"Serpeverde, con me! Subito, forza!"

Si alzarono con grazia singolare e seguirono la prefetta, che si destreggiava tra i corridoi. Quando arrivarono alla sala comune, Alice si sentì inondata dalla meraviglia: era un po' lugubre ma veramente magnifica. Rivolse a Draco un sorriso eccitato e gli sfiorò la spalla con uno sguardo d'intesa.

"D'accordo, ragazzi" esordì Pansy, "Voi del primo anno andate nei dormitori, domani sarà la prima giornata di lezioni e non dovete fare dei casini."

"E perché voi potete rimanere?" chiese un ragazzino del primo anno, protestando.

Pansy gli lanciò un'occhiata tale che gli fece passare la voglia di discutere, così tutti gli studenti del primo anno filarono nei dormitori.

"Prego," disse Draco più tardi, indicando un divanetto accanto al camino. Alice scrollò le spalle, sorridendo, e si sdraiò sul pavimento, vicino al focolare.

Draco si fermò a guardarla, ancora in piedi, e così Alice si sollevò sui gomiti, mentre i suoi capelli formavano un lunghissimo strascico dorato, aperto a ventaglio sul pavimento.

"Che fai?" gli chiese, alzando un sopracciglio, "Non vieni qui di fianco a me?"

Draco si dondolò sui talloni un po' incerto, poi scosse la testa e si sdraiò di fianco a lei. Sospirò come se gli venisse da ridere.

"Draco, raccontami di te."

"Ti racconto che, proprio di fianco a noi, ci sono dei comodissimi divani."

"Blah, blah, blah" lo prese in giro lei, "Non preferisci rischiare che i tuoi capelli prendano fuoco solo per goderti il calore?"

"Sarebbe un peccato" commentò con tranquillità l'altro, "I tuoi capelli mi piacciono molto."

"Forse sono troppo lunghi. Magari dovrei tagliarli."

"No! Sono belli proprio perché sono così lunghi!"

"D'accordo, d'accordo! Tranquillo, non lo farò."

"Non hai pensato di metterti la divisa oggi?" cambiò argomento Draco, "Sembravi un drago in mezzo ai folletti stasera."

"Non ce l'ho, mi pare ovvio, o l'avrei messa," replicò Alice, seccata.

"Come sarebbe a dire che non ce l'hai?"

Alice rimase a pensare per qualche lungo secondo. Era opportuno aprirsi a lui così? Dopotutto, non lo conosceva neanche. Eppure, provava talmente tanta rabbia... Per quanto non le piacesse ammetterlo, aveva bisogno di sfogarsi.

"Mio padre non riesce più a guardarmi da quando è morto Cedric... Mia madre non mi guardava già da molto prima," mormorò, atona, "È già tanto che io abbia i libri, quindi mi devono mandare il resto."

"Ah," disse Draco, semplicemente.

Passò un lungo momento di silenzio.

"Anche i miei sono così, più o meno," mormorò, incerto.

"Sì, ho sentito dire parecchie cose su tuo padre" confessò Alice, "E su di te."

Draco raggelò ed il suo tono divenne improvvisamente duro.

"E allora perché mai stai parlando con me?"

"Perché penso che tu non sia uno stronzo come dicono tutti, ma so per certo che tuo padre lo è" gli rispose lei, rivolgendogli un'occhiata.

Un altro momento di silenzio.

"E quindi penso che ti comporti così con gli altri solo perché lui si aspetta questo da te" mormorò alla fine, "Non lo fai con me solo perché sono nuova - con me, la facciata per costruirti una reputazione non serve."

Draco rimase attonito, incapace di dire qualcosa, poi si sollevò su un gomito e guardo Alice negli occhi, torreggiando su di lei. Continuò a fissarla, serio e in silenzio, e lei stava lì a ricambiare i suoi sguardi. Era una buona cosa che fosse riuscita a leggerlo così facilmente? Sicuramente no. Eppure, era una sensazione così bella da farlo star male. Decise che stare lì anche solo un altro po' sarebbe stato pericoloso, così le sistemò una ciocca dietro all'orecchio, in totale silenzio.

"Buonanotte, Alice Mary," le disse.

Poi si alzò e si dileguò nel suo dormitorio.

𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora