𝐖𝐢𝐭𝐡𝐢𝐧 𝐓𝐡𝐞𝐬𝐞 𝐖𝐚𝐥𝐥𝐬 - 𝐀 𝐇𝐏 𝐔𝐧𝐢𝐯𝐞𝐫𝐬𝐞 𝐅𝐅

CAPITOLO 7

Quando andò nel dormitorio, Alice trovò le sue divise poggiate sul letto e sospirò con pesantezza. Quantomeno, Amos si era ricordato di lei.

"Chissà se mi pensa ogni tanto" si domandò con rabbia, "Tanto ormai si è levato un peso."

Dopo aver riposto i suoi vestiti con cura, si spogliò, si infilò il pigiama e sgusciò sotto le coperte, ripercorrendo tutti gli avvenimenti della giornata. Quante cose erano successe... Nonostante le sue preoccupazioni, Alice riconobbe che fosse stato un buon giorno di scuola. Era stata smistata nella sua casa, aveva fatto amicizia ed era riuscita a divertirsi un po'. Pensò che era felice di essere amica di Draco, ma che le mancavano anche gli altri, soprattutto Fred e Ginny. Decise che il giorno dopo avrebbe cercato tutti i suoi amici e avrebbe passato un po' di tempo con loro. Inoltre, non vedeva l'ora di iniziare a vivere come una ragazza normale! Aveva perso troppa della sua gioventù per rimuginare sul passato.

"È ora di godersi un nuovo inizio, di realizzarsi e di sorridere alla vita!" pensò, cercando di tirarsi su di morale, poi fece una smorfia. Essere positiva non era il suo forte. Così, chiuse gli occhi e si abbandonò al sonno.

Quando si addormentò, infatti, fece un sogno.

Era sdraiata sul pavimento, come quella sera, e Draco le stava di fianco, accarezzandole i capelli. Alice teneva gli occhi chiusi, rilassata, godendosi il tocco delicato delle mani di Draco. Ad un certo punto, sentì una grande urgenza di spalancare gli occhi. Quando li aprì, tuttavia, Draco non era più al suo fianco. C'era qualcun altro e le labbra di Alice formarono il suo nome nel sonno.

"Fred..."

Si svegliò di soprassalto, scoprendo che era l'alba. Perché diamine stava sognando quei due? E poi, in quel contesto. Certo, non aveva mai visto ragazzi così carini dal vivo, ma non capiva come mai li avesse sognati. Si strofinò gli occhi, confusa e a disagio. Fare sogni del genere la faceva sentire strana. Si guardò attorno e scoprì che tutte le sue compagne di stanza, che non si erano disturbate a conoscerla, dormivano ancora. In effetti, era davvero troppo presto perché qualcuno fosse sveglio, così ne approfittò. Afferrò tutto il necessario e, in silenzio totale, uscì dal dormitorio. Si ricordò l'anno prima, quando Cedric, in una lettera, le aveva spiegato come entrare di nascosto nel Bagno dei Prefetti. Lui era stato un Prefetto nel suo quinto anno e sperava che Alice potesse, prima o poi, godersi un bagno rilassante in quella 'magnifica vasca' - così l'aveva definita. Uscì senza fare rumore e camminò a passi leggeri fino al bagno, sgattaiolando per i corridoi più stretti e angusti così da poter evitare le scale principali. Entrò da una porta di servizio malconcia, all'apparenza rotta ed inutile, e controllò che non ci fosse nessuno, per poi chiudere quella principale con Colloportus. In quel modo, nessuno l'avrebbe disturbata o scoperta.

Sospirò e si guardò attorno, scuotendo la testa. "È solo il primo giorno e sto già facendo qualcosa che non dovrei fare," mormorò tra sé e sé.

Fece scorrere l'acqua calda e si levò il pigiama, riponendolo con cura assieme agli altri vestiti, poi raccolse i capelli con un fermaglio di legno e si infilò nell'enorme vasca. Sapeva di avere circa un'ora e mezza prima che gli altri si svegliassero, quindi decise di godersi il bagno con calma, lasciando che l'acqua le arrivasse alle clavicole e che la schiuma profumata ricoprisse la superficie.

Chiuse gli occhi, respirando profondamente e sciogliendo la tensione che aveva accumulato in quei giorni. Cedric aveva ragione. La vasca era magnifica.

Poi qualcosa raggiunse le sue orecchie. Un suono metallico.

Alice si raddrizzò immediatamente, sull'attenti. Un altro suono perforò la quiete e, a quel punto, fu certa della sua provenienza. La porta di servizio. Si preparò a sparire com'era arrivata smaterializzandosi, nonostante fosse contro le regole, poi una testa rossa apparì dalla porta. Non poteva crederci.