Capitolo 61 - "Doors"

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In ginocchio davanti alla parete, che bianco maestoso, che grande tela

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In ginocchio davanti alla parete, che bianco maestoso, che grande tela.. Negli occhi c'è pittura, quello che vedi tu non lo vedono gli altri.. Le mani sono abili, piccole creatrici. Da una bambina che cosa ti aspetti? Io, il mondo, posso metterlo tutto su carta - posso reinventarlo e dargli un nuovo nome. Sull'intonaco ci poggio sopra le dita di una mano - sotto il palmo c'è un'ombra vera, sincera. Oggi non è sola..
Ho una storia da raccontare, un muro da riempire. Papà mi sta accanto, dice che è dalle crepe che nascono le luci. Io gli dico che per sentire meno dolore il colore va dosato, va capito. E gli mostro i tagli che ci sono sul muro. C'è una parete che soffre. Io dico che c'è un rimedio per tutto. La crepa la tocco piano, ci metto un po' di me. Nei colori che ho preparato nel piatto ci immergo entrambe le mani - sulla parete ci lascio il segno. Il mio. Quanto colore vedi.. Quanta vita c'è.. Papà lascia il segno senza dire o fare niente - a lui viene naturale, lo fa senza faticare. Oggi gli chiedo di lasciare il segno - ma di farlo insieme a me. Lui non sa da dove cominciare - dove mettere le mani. Io inizierei dove c'è colore. Ma con questa pittura dentro ai piatti non sa proprio che farci. Io gli dico di fare come me.
Immerge le mani e tira fuori il colore. Ora le mani sono proprio come quelle di un'artista. Poggiamo le dita sopra il muro, coloriamo le crepe. Le impronte che lasci sono quelle che ti porti. Oggi abbiamo lasciato il segno. Abbiamo dato vita a chi non ha mai visto luce. Papà mi dà la sua mano. Non siamo solo un disegno. Mi dà la sua mano e io allineo le mie dita alle sue. Oggi mi sento vicina a te. Domani..
Domani decidi tu..


Nel centro di questa stanza c'è una ragazza, è un po' donna, un po' bambina.. Vai a capire quello che ha nella testa, una come lei.. Si è messa in ginocchio di fronte alla parete e con gli occhi ricorda, immagina.. Per far entrare il cielo in una stanza basta il volere. Bastano due mani. Basta il colore sulle dita. Un pennello e la prima linea.
Quella ragazza sono io. E la stanza dove mi trovo non è camera mia. È una stanza nuova, semplice, sembra una bomboniera. Al centro della stanza c'è un divano, il lenzuolo che gli è stato messo sopra gli fa da coperta, c'è bisogno di coprirsi, fuori c'è il gelo.. Vicino al muro c'è un tavolo di legno. Un tavolo con barattoli pieni di colore e pennelli di tutti i tipi. A portarli in questa stanza ci ha pensato qualcun altro. A terra ci sono fogli di giornale, sono sovrapposti ma poco scomposti. Io sono qui, davanti alla parete, in ginocchio. Sulle mani non ho colore ma sul cuore sì. In una mano tengo la chiave di questa stanza, mi è stata data con rabbia. Non importa dove, non importa come.. Io con te, Max, tu con me..
Stringo le mani in un pugno e le poggio contro la parete.

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