Capitolo 30 - "Instinct"

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Avvolgo i capelli bagnati nell'asciugamano ed esco dal bagno

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Avvolgo i capelli bagnati nell'asciugamano ed esco dal bagno.
Bonnie è presa dalle sue cose, dalla mania dell'ordine. Sistema la scrivania e studia ogni mio passo, ogni mio gesto, perché quello che le ho raccontato riguardo mio padre le ritorna in mente come un ciclone.

Evito così di parlare, di aprire l'argomento, di pensare a Maxwell. Afferro il phon che è sul letto e cerco una presa per attaccare la spina.

"È proprio lì." Mi indica il comodino. La ringrazio ma lei non si avvicina, non ancora, vuole lasciarmi i miei spazi.

Attacco la spina e, sospirando, mi siedo sul letto. Tampono i capelli con l'asciugamano mentre le gocce d'acqua cadono sulle mie gambe.
Nella mia testa c'è confusione, ogni cosa è fuori posto, anche il cuore. Vorrei chiudere gli occhi e bloccare i giorni, bloccare oggi per non arrivare a domani, per non pensare, mai più.

Venire a casa di Bonnie è stato come nascondersi in un altro rifugio. Sono andata via dall'appartamento di Maxwell senza se e senza ma, ma senza darmi pace. I discorsi che abbiamo affrontato dentro quelle mura girano ancora, ininterrottamente, nei miei pensieri.

"Certo che hai beccato proprio un bel temporale.." Mi dice Bonnie, e io abbasso la temperatura del phon per sentirla meglio. "La prossima volta evita di camminare sotto la pioggia. Soprattutto quando è così forte."

"Sono stata solo sfortunata." Trovo una giustificazione. Muovo i capelli mentre assorbono calore, e Bonnie mi guarda dalla testa ai piedi, prendendo parola solo dopo qualche attimo.

"Dovresti ringraziarmi, lo sai?" La butta sul ridere. "Ti ho dato la mia tuta preferita e il mio bagno a disposizione per farti la doccia. Dove la trovi un'amica come me?"

"Sei sempre la solita." Commento con un sorriso. Ma in fondo, so che ha ragione. Scendere dalla macchina con questo temporale non è stata una delle mie idee migliori, ma avevo bisogno di parlare, di confidarmi con qualcuno.
Perché Bonnie meritava di sapere di mio padre più di chiunque altro, anche se il primo a sapere la verità riguardo questa situazione è stato Maxwell.
Ed è strano, penso. Ma da quando lo conosco non faccio altro che perdermi. Continuamente.

Ma Bonnie è cresciuta con me, con le mie debolezze, con le speranze che si coloravano improvvisamente di nero senza riprendere mai luce.

Smetto di asciugare i capelli e Bon mi porge la spazzola per pettinarli.

"Allora?" Cambia improvvisamente tono.

Pettino i capelli, ciocca per ciocca, sciogliendo i nodi.

"Cosa pensi di fare con tuo padre?" Mi chiede sedendosi sul letto. Ora siamo vicine, non posso scappare.

"Tu che cosa faresti, al mio posto?"

Bonnie si prende del tempo per riflettere, ma una risposta vera e propria non me la sa dare. Non la giudico, sarebbe assurdo farlo.

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