Capitolo 20 - "Shiver"

3.3K 229 82
                                    

Teniamo le mani allo stesso modo, sulle gambe, silenziose

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Teniamo le mani allo stesso modo, sulle gambe, silenziose. E forse la pensiamo allo stesso modo, forse concordo con lui, quando mi parla, senza muoversi troppo, per non creare rumore.
Cambiare il corso degli eventi può toglierti e ridarti tutto, ma io non so, con certezza, come sarebbe andata a finire se tutto quello che è successo, alla fine, non sarebbe esistito. Posso ipotizzare, come ho fatto fino ad ora, perché sì, forse non sarei qui, mentre Maxwell resta al mio fianco ad aspettare una risposta che tarda ad arrivare.

Avrei avuto ricordi in meno da custodire, se non mi fossi lasciata baciare, se io non lo avessi fatto.

"Avresti avuto delle labbra in meno a cui pensare", mi ha detto. E, pensandoci, è davvero così.

"Per me sarebbe stato assolutamente un bene. Per te...per te non lo so." Rispondo alla sua affermazione con un tono diverso, più basso, meno sicuro. Non so quale sia la verità in questo momento, quello che realmente penso riguardo tutto questo. Ma so che il pensiero che Maxwell ha, ora o forse da sempre, non trova affinità con le mie parole.

"Sai auto convincerti bene." Mormora ed io lo sento bene, come una mano che ti sfiora e poi ti graffia, all'improvviso, senza esitazioni.

"Non è come pensi." Dico, guardandomi i lacci delle scarpe, ormai lenti e da rifare. Alzo lo sguardo solo per un breve momento, e lui guarda a terra, preso dalle sue convinzioni.

"Se lo dici tu." Mi osserva e io non so rispondere. Gioco con la sciarpa che porto al collo e abbasso lo sguardo.

"Devi solo credermi." Dico, ma so quanto in realtà sia difficile. Maxwell però non risponde, resta con i pensieri nella testa, lo sguardo rivolto verso il mondo.

Ci ritroviamo sempre così, con il silenzio in bocca. Con le domande che pizzicano sulla lingua e vogliono farsi trovare.

Maxwell tiene le labbra serrate, non accenna il minimo interesse di voler fare conversazione e questo mi disturba, più di quanto avrei mai potuto immaginare.
Ma quando mi ritrovo a parlargli, senza rendermene pienamente conto, mi domando per quale motivo, invece di alzarmi e andarmene, ho deciso di restare.

"Come hai conosciuto Estelle?" Mi viene da chiedergli. Non so se aspettarmi indifferenza o parole, ma continuo a guardarlo, aspettando. Maxwell aggrotta le sopracciglia ma non mi guarda.

"Tramite Jason. Qualche anno fa." Mi risponde. Lascio le mani aggrovigliate tra loro, che non vogliono slegarsi perché il tremore, così, si attutisce di più.

"Mi ha dato tante occasioni per odiarla e di questo ne è consapevole. Ma Estelle è nata per lasciarsi amare, come tutti, anche se a volte non se ne rende conto." Mi dice il suo pensiero e io lo raccolgo, come se le mie mani fossero state create solo per questo.

"Tiene a te." Gli ricordo.

"Non lo metto in dubbio." Mi risponde. Sotterro le mani nelle tasche del giubbotto, buttando fuori un sospiro.

SteelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora