Piego l'asciugamano per poi immergerlo nella bacinella d'acqua tiepida, tirandolo fuori solo quando è abbastanza bagnato.
Rue tiene gli occhi semichiusi, le gambe vicino al petto e forse poche parole da dire. È stanca e lo riesco a vedere, eppure, cerca di nascondere il suo malessere affinché io lo perda di vista.
Ma quando poso con delicatezza il panno imbevuto sulla sua fronte, capisco dai suoi movimenti che parlerà, e io non potrò scappare o fingere di non sentire.
"Hai chiamato mia sorella?"
Alla sua domanda prevedibile, posso solo che annuire continuando a starle accanto. So di non poter fare nulla di diverso da quello che sto facendo ora, ma so anche che rispondere alle sue domande è il minimo che io possa fare.
"Sì, l'ho chiamata."
"E?" Apre leggermente gli occhi, il giusto che le serve per guardarmi.
"Ha detto che arriverà presto."
Rue si riprende un silenzio mentre io continuo a tenere lo stesso. Quel poco che ci siamo dette ora sembra essere niente e forse niente resterà.
Ma Rue vuole sapere. I discorsi nascono per essere interi e mai per vivere a metà.
"Era arrabbiata?" Mi domanda, dopo una lunga pausa.
Ricordare la voce di Estelle è un vuoto nello stomaco e un peso sopra al petto. Dirle il motivo della mia chiamata è stato difficile nonostante fosse giusto così, ma nulla d'inaspettato, per lei. Quello che forse non si aspettava di sentire in quel momento, fra tutte le
cose del mondo, era la mia voce dall'altro capo del telefono.Ogni azione compiuta da Rue non è altro che un episodio visto, una replica antica che non vuol cambiare storia.
Estelle vede e sente tutto, ed è proprio perché sente, che è finita a far parte di una storia che le appartiene solo in parte.
Le scelte di Rue resteranno quelle che sono e non cambieranno nemmeno se a volerlo fosse il tempo.Perché possiamo intervenire nelle vite negli altri finché ci vien concesso, ma entrare nella vita di Rue è un viaggio a vuoto senza ritorno.
"Allora?" Cambia il tono di voce, io cambio maschera.
"Era preoccupata." Le rispondo, muovendomi con il corpo fino la fine del letto.
Rue si morde le labbra trattenendo qualcosa, e io mi massaggio le dita, rivolgendole la mia attenzione solo quando sono realmente sicura di volerlo fare.
"Perché lo fai?"
"Fare cosa?" Chiedo nel dubbio.
"Aiutarmi. Perché ti ostini ad esserci per me, anche quando non dovresti?"
"Vedo che l'effetto dell'alcol sta svanendo." Ridacchio per sfuggire dalle sue idee.
Non sono mai stata in grado di camminare sulle verità che mi nego di guardare ogni volta che hanno modo di uscire fuori.
STAI LEGGENDO
Steel
RomanceCrede di avere tutto, e che, in confronto agli altri, non abbia bisogno di colmare vuoti o di completare se stesso. Ma in realtà, è proprio quando si è sicuri di tutto, che manca qualcosa. - Ma chi vuoi che se ne accorga Della nostra assenza De...