Capitolo 42 - "Emotion"

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E il tempo ha giurato chesolo chi è forteresiste davvero Il resto può solo aspettareMa tu cosa vediin fondo questo mareIo vedo teE un po' mi somigliCon tutti gli sbagli, sei acciaio anche tu

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E il tempo ha giurato che
solo chi è forte
resiste davvero
Il resto può solo aspettare
Ma tu cosa vedi
in fondo questo mare
Io vedo te
E un po' mi somigli
Con tutti gli sbagli,
sei acciaio anche tu

Pulisco le scarpe sul tappeto e aspetto prima di compiere qualsiasi passo. Struscio ancora una volta le suole sulla superficie spugnosa e, una volta finito, decido di entrare. La sabbia che ho portato con me è ancora presente e visibile, la sento al tatto, la vedo aggrappata a quello che indosso. Maxwell si ritrova nelle mie stesse condizioni. Dopo quel bacio ci siamo seduti sulla spiaggia, ci siamo sporcati di sabbia, di parole. Il tempo ci ha lasciato fare. E io avrei voluto baciarlo ancora, più forte di prima, avrei voluto dimenticare il resto per ricordare solo noi.
Venire nel suo appartamento è stata una sua scelta. Una scelta nata per caso, e all'improvviso. Ho accettato di seguirlo solo perché eravamo già insieme.

Maxwell si tocca il corpo, cerca di far scendere la sabbia che si è portato durante il viaggio a terra, io lo guardo dalla testa ai piedi e ingoio un timido silenzio. Lui non si accorge del mio sguardo attento ai dettagli, ad ogni minimo particolare. Lui adesso ha la testa altrove, ma bastano pochi attimi per tornare a guardare la realtà, per guardarsi negli occhi, per perdonarsi di tutti quei baci mai stati che avrebbero voluto esserci.

"Abbiamo preso un po' di sabbia." Dico guardando i miei vestiti. Mi fermo in un angolo della stanza e non so più cosa dire. Il disagio che provo in questo momento non riesco a controllarlo.

"Giusto un po'." Sorride con il capo rivolto verso il basso. Giro l'elastico che ho intorno al polso e Maxwell muove i bordi della maglia che indossa, ci guardiamo per gioco.. Per capire, per capirci. Mi porto una ciocca di capelli dietro l'orecchio e la sensazione delle sue mani è ancora calda sul mio viso. Poi tutto svanisce come un lampo. Come per magia. Qualcuno apre la porta alle mie spalle. Un rumore breve, eppure intenso, e la quiete finisce.

Jason combatte con il mazzo di chiavi e mi guarda di sfuggita. Quando si rende conto della mia presenza, torna a guardarmi, questa volta sorpreso.

"Fallie?" Mi dice continuando a ruotare le chiavi nella serratura. "Che sorpresa! Scusami ma ho messo a fuoco che eri tu solo dopo qualche attimo. Non mi aspettavo di trovarti qui."

"Non ti preoccupare.. Come stai? Ti sei ripreso? Non ci vediamo da un po'.."

"Molto meglio, per fortuna. Se avessi saputo che saresti passata avrei fatto in modo di organizzare qualcosa tutti insieme. Anche con la tua amica.. Bonnie, giusto?"

Il pensiero di Bonnie continua ad accompagnarmi in ogni cosa che faccio. E non posso fare niente per evitare il malessere che mi hanno provocato le sue parole. Ho sentito le sue scuse, ho provato ad accettarle, ma come madre dei miei rancori ho continuato a tenere la mia rabbia. Il mio volto, in questo caso, ha parlato prima di me. Non servono parole per spiegare che qualcosa, nella domanda di Jason, mi ha turbata per davvero. Però torno in me, torno quella di sempre. Mi chiedo se Maxwell abbia mai parlato a Jason di noi. Se un noi c'è stato mai..

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