Capitolo 28 - "Carousel"

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Il vento gelido che si è appena alzato mi colpisce duramente la pelle

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Il vento gelido che si è appena alzato mi colpisce duramente la pelle. Marcus tenta di aprire l'ombrello che ha portato con sé, ma non riesce a farlo funzionare subito, è difettoso, crea problemi. Cerco di aiutarlo per evitare che l'oggetto si rompa, ma Marcus riesce a capire il guasto, e a farlo funzionare di nuovo. Sospira di sollievo quando l'ombrello si apre completamente, proteggendoci dalla pioggia che, in questo momento, sta cadendo più rumorosa e insistente.

"Non era previsto questo mal tempo." Mi dice, stringendomi di più a lui. Stare così vicini è inevitabile, dividere un ombrello in due non permette di avere altre possibilità. 

"Non ti piace la pioggia?" Gli chiedo, facendo attenzione alle pozzanghere.

"Direi proprio di no." Risponde senza alcun dubbio. "Non ti permette di fare tante cose ed è fastidiosa quando aumenta, proprio come adesso."

Torti non ne ha, dopotutto. Ma per quanto fastidiosa possa essere, è pur sempre bella da guardare.

"Come sta il tuo amico Jason?" Dice, spazzando via i miei pensieri.

Mi sposto una ciocca di capelli da davanti gli occhi, mentre la preoccupazione che ho per Jason torna prepotentemente in superficie. "Non lo so, non ho avuto ancora sue notizie. Spero però di averle presto."

Marcus aumenta il passo, io faccio altrettanto. "Il ragazzo dell'ospedale non ti ha avvisata?"

La sensazione che sento è veleno che scivola tra le ossa, che corrode senza pietà. Ma tenere lontano il pensiero che ho di Maxwell è impossibile, mi invade la testa e si prende tutto quello che c'è, tutto quello che mi rimane.

"Di quale ragazzo parli?" Fingo di non aver capito per prendere tempo.

"Parlo del ragazzo con cui hai parlato appena siamo arrivati in ospedale. Non so il suo nome, ma credo che tu lo conosca bene."

La sua osservazione mi disturba, mi lascia perplessa. Maxwell lo conosco ma non come vorrei, tutto quello che so di lui l'ho imparato solo, ed esclusivamente, con il tempo.

"No, non mi ha avvisata." Dico per mettere a tacere la sua curiosità. "Probabilmente Jason non ha ancora finito di fare tutti i controlli. D'altronde, negli ospedali, è sempre così. Bisogna saper aspettare."

Marcus è d'accordo, la sua espressione lo dimostra. Eppure qualcosa non gli è chiaro.

"È da molto che conosci questo Jason e.." Inizia, perdendo le parole, perché il nome che gli sfugge non ha ancora avuto modo di scoprirlo.

"Maxwell." Lo aiuto a fare chiarezza.

Marcus si ferma davanti al primo ristorante che incontriamo, la pioggia è ora troppo forte per cambiare idea e per prendere la macchina. Non possiamo tornare indietro, non ci sono alternative.

"Hai già pranzato?" Mi domanda, accantonando per un momento la conversazione riguardante Maxwell.

"In realtà no, non ancora." Rispondo cercando di ripararmi dalla pioggia.

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