Capitolo 46 - "Red"

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Ho effettuato delle modifiche nel capitolo precedente, piccole modifiche stilistiche e simboliche.
Le modifiche del capitolo precedente:
L'oggetto che trova Fallie nella scatola sarà, da adesso in poi, un barattolo contenente sabbia.
L'amico di Maxwell, che si presenta al ristorante nel capitolo 44, e che trovate nei pensieri di Max nel capitolo 45, si chiamerà da adesso in poi Samir.
Il posto sacro di cui parla Emma con Fallie sarà, invece, un pozzo.
Buona lettura! Ci risentiamo alla fine del capitolo.

Sommersi da una vita fatta di versiPortami in cima Non dimenticare la rima Siamo quelli che siamo Forse meglio di prima Io ti penso Un pensiero denso E se c'è un sensoChissà dov'è Ma se c'è Una cosa la so So che fa rima, come prima, con te

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Sommersi da una vita fatta di versi
Portami in cima
Non dimenticare la rima
Siamo quelli che siamo
Forse meglio di prima
Io ti penso
Un pensiero denso
E se c'è un senso
Chissà dov'è
Ma se c'è
Una cosa la so
So che fa rima, come prima, con te

Mi riempio il bicchiere con un po' d'acqua. Faccio uscire dalla confezione di paracetamolo una pasticca e fermo la capsula sulla lingua. Inizio a bere e la medicina sparisce immediatamente dalla mia bocca. Il mal di testa di oggi è sopportabile ma fastidioso, una conseguenza che purtroppo dovevo immaginare. Fortunatamente, la febbre non c'è più. Ho solo un leggero malessere generale. Ieri sera mi sono fatta prendere dalla situazione e dal mio stato d'animo, i bicchieri erano lì e io avevo bisogno di svagarmi. I ricordi, ora, sono sfocati e poco limpidi. Quello che ricordo, è che Maxwell mi ha riaccompagnata a casa. Ci siamo incolpati e abbiamo mollato la presa come due giocolieri alle prime armi. La guerra resiste se il fuoco resta acceso. E basta poco, uno schiocco di dita. Il suono di un bacio, un silenzio condiviso. E la rabbia cosa fa? La rabbia come vive? Non c'è vita, e sai perché? È colpa degli occhi che non riescono mai a tacere.
E noi - incapaci di capire - ci siamo baciati ancora. Ho giurato il vero, le ombre lo sanno.

Faccio sparire la confezione di tachipirina nella borsa ed Emma si specchia nello schermo del telefono. Fra pochi secondi vedrà sua nipote in video chiamata. Aspetta questo momento da stamattina e non vedo l'ora di vedere il suo desiderio realizzarsi. Il telefono emette un suono diverso dal solito e lei, commossa, risponde.

"Ciao zia!" Dice la nuova e dolcissima voce. Tanti sorrisi di gioia e una mancanza da saziare.

"Amore, ciao. Come stai? Mi vedi?" Le chiede Emma con le lacrime agli occhi.

"Sì, sì. Ti vedo." Risponde sua nipote. "Io sto bene zia, molto bene. Ma tu perché piangi?"

Emma si inquadra meglio con il telefono e trasforma le sue labbra in una linea all'insù. "Perché sono felice di vederti."

"E quando si è felici si piange?" Chiede per chiarirsi le idee. La purezza di questa bambina è davvero speciale.

"A volte sì." Risponde Emma. Mi si scioglie il cuore nel vederla così. È molto legata a sua nipote, e questo non è da tutti.

"Ti faccio vedere una mia cara amica." Emma, con un movimento della testa, mi fa segno di avvicinarmi. Il mio viso sbuca nel piccolo quadratino dello schermo, e la bambina, felice, mi saluta con le sue piccole mani. Ha gli occhi blu e i capelli scurissimi. Ricambio il saluto con la stessa dolcezza ed Emma continua con la sua lista di domande.

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