Capitolo 73 - "Rimmel"

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Satelliti e stelle nella stanzaÈ arrivata sera

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Satelliti e stelle nella stanza
È arrivata sera..
È un pensiero che brilla
Quello che vedi lassù..

Il soffitto un po' mi guarda, un po' mi parla. Gli ho messo gli occhi addosso senza dire una parola. La notte si è dichiarata presto. Ha detto adesso. Adesso sì, o forse mai più. Io, figlia della notte, stesa su un letto che è stato sgualcito a metà. Mi scopro la pelle, tengo le coperte dalla vita in giù. Il cuore sente freddo ma non lo dice. Se lo tiene per sé come tutte le cose che sa. Zoe si è chiusa in bagno a parlare con un'amica che ha bisogno di lei. Un po' la rincuora, ma alla fine dice sempre la sua. Fa parte del suo essere, dire le cose così come sono, così come vengono. Noi, oggi, ci siamo parlate quel poco che bastava per capire che a volte non servono grandi discorsi per dire una mezza verità. Zoe non mi ha fatto grandi domande perché sapeva che le mie risposte non avrebbero colmato la sua curiosità. Io sono rimasta chiusa in questa stanza a pensare. Lei è uscita solo per fare un salto a casa. Ma poi di nuovi qui, di nuovo accanto a me.. Ho recintato il mio silenzio con il cuore in mano. Ho tenuto tra le labbra l'unico nome che m'ha distrutto. Una mano sopra gli occhi e non ti vedo più.. Non puoi fare più male di così.. Ma tutto mi ricorda te.. Che vita è.. Stare senza di te.. Il telefono è in silenzio da ore. Ma che ci cerchiamo a fare, se il problema nostro è cambiare. Mi sono coperta la vista ma non ti ho tolto dalla testa. Sei distante ma comunque sei, inevitabilmente sei.. Unico.. Ti sento sotto le ciglia.. Fai male agli occhi..
Zoe ha fatto una delle sue comparse. Ha chiuso la telefonata e si è rifugiata nuovamente in camera. Sopra il mio letto, accanto a me.

"Vuoi un po' di gelato? Oggi hai mangiato poco e niente.." Mi domanda, in pensiero. Non posso negare l'evidenza perché è questa la realtà. Ho mangiato solo per mettere qualcosa sotto i denti e per non dare modo all'amarezza di prendersi gioco di me. Mi si è chiuso lo stomaco, doppio nodo, non c'è modo.. A Zoe non la ferma niente e nessuno. Anche adesso che mancano le parole. Sovrappongo due cuscini dietro la schiena e Zoe fa un salto in cucina. La sento trafficare tra le pentole. Io sono qui, tra soffitto e realtà. Ad aspettare una chiamata che non arriverà. Non ho mai visto così tanto buio, tutto in una sola stanza.. Zoe fa un po' di luce a questa sera tanto buia.. Porta un po' di sorrisi e buon umore. Una vaschetta di gelato sotto il braccio e due bicchieri con due posate nella mano. Anche stavolta ha fatto di testa sua e anche stavolta ci ha preso. Si mette seduta sul letto e con tutto l'occorrente mi prepara una porzione di gelato. Una piccola che sa d'amore. Gusti misti e un po' di gelo. Il bicchiere di plastica che ha preso per me è ora pieno di gelato. Un cucchiaino da affondare e possiamo iniziare a mangiare. Lo faccio dondolare nel bicchiere e Zoe rende questo momento fatto di poche parole qualcosa per tirare fuori la verità. In maniera chiara e senza alcun inganno. Io mi sento sola, sola con me. Sola anche se c'è lei qui con me. E non è della mia storia che dovremmo parlare, ci sono un sacco di cose ancora da vedere.. Cose mie.. Roba tua.. E invece guarda come ci ritroviamo, dove siamo andate a finire.. Ma c'è bisogno di coraggio. Una grande, e imprecisa dose di coraggio. Mi dico di respirare. Di non guardare indietro mai. Ridursi in questo stato per cosa, per chi.. Per uno che nemmeno mi cerca. Che non si chiede perché, e nemmeno come sto.. E lui potrebbe dire lo stesso di me, certo, ma io... Ma noi..

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