Capitolo 12 - "Wounds"

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"Credo che tu debba spiegarmi qualcosa

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"Credo che tu debba spiegarmi qualcosa." Afferma Bonnie, tenendo le mani ferme sul volante. Salgo in macchina, titubante, e il freddo, sentito e sofferto fino ad ora, si sgretola, senza ripensamenti.
Bonnie abbassa il volume dello stereo per farmi parlare, ed io mi tocco le mani, cercando di riscaldarle.

"Allora?" Mi sprona. Premo le dita nel braccio, con forza, soffocando qualcosa che non conosco, ma che forse lei conosce.

"Avevo bisogno di prendere un po' d'aria." Le spiego, guardandomi le gambe. Bonnie mi osserva,gli occhi che riconoscono la verità, e bruciano le bugie.
I dubbi li sente, non li vuole guardare. Prudono, divorano la pelle. Eppure lo sa, che fanno parte di lei, che hanno il suo stesso sangue.

"Non sei brava a mentire." Mi dice. Nessuno lo è, vorrei dirle. Io non lo sono, lei non lo è. Ci piace pensare che sia così, che saper nascondere qualcosa non è un peso, ma solo un pregio.
Bonnie pensa, forse sa. La verità che ha coltivato la vuole tenere per sé, non la vuole mostrare.
Ma le domande le cadono addosso, come macigni. Lei li lascia cadere, senza sollevarli. Io li raccolgo, per non farle sentire il peso.

"Ero con Maxwell, nel suo appartamento, qualche ora fa." Mi decido a dire, ma il peso che sento resta, non muore. Bonnie continua a guardare la strada, gli occhi che si spalancano per lo stupore, l'aria che opprime, stringe il respiro.

"Perché eri con lui?" Dice, più confusa che arrabbiata. Il semaforo scatta, un altro minuto decide di andarsene.
Non le ho mai detto dei nostri incontri, delle parole pronunciate per metà.
Un motivo non c'è. Non c'è mai stato.

"Non lo so." Abbasso la testa. Arrotolo la manica del cardigan, provando a non pensare. Tiene la mano sotto al mento e mi guarda, pensa.Tocca lo stereo per cambiare canzone, ma il pensiero che ha nella mente continua a vivere.

"Devi portarmi alla Belmont." Riesco a dire, con fatica. L'espressione del suo volto è chiara e leggibile.

"Alla Belmont?"

"Devo parlare con Rue." Le rispondo, abbassando il finestrino. La leggera aria che entra ci accarezza i corpi, tiene vivi i ricordi.
Lo sguardo di Bonnie è confuso, non riesce a capire.

"C'è qualcosa che non so?" Dice, perché le risposte le vuole avere.  Graffio il tessuto dei pantaloni, le
canzoni alla radio che si ripetono, che vogliono farsi ascoltare.
Bonnie alza il volume, una canzone passa alla radio. Dondola la testa mentre ascolta la melodia, ma le parole non le ripete, troppo forti da pronunciare.

"Io..." Comincio. Quello che ho da dire, però, non ha un inizio, e neppure una fine. Bonnie stringe il volante, più forte rispetto a prima. Aspetta, non ha fretta. Ma le parole nascono nel buio, e muoiono nella luce.

"Rue è andata a letto con Maxwell." Dico, senza respiro. Bonnie gira la testa per guardarmi, le mani sudano e tremano.

"Che cosa?" Dice, ma le parole le ha sentite, chiare e lucide. Accavallo le gambe e guardo in basso, di parole non ne ho più.

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